Il procuratore speciale che indaga sul Russiagate, Robert Mueller ha incriminato l'ex consigliere per la sicurezza nazionale di Donald Trump, Michael Flynn per aver reso "volontariamente e consapevolmente" "dichiarazioni false, fittizie e fraudolente" all'Fbi riguardanti le sue conversazioni con l'ex ambasciatore russo a Washington, Sergei Kislyak. Lo rende noto la Cnn. Secondo quanto riportato da Abc, Flynn, avrebbe detto ai giudici federali di essere stato diretto da Donald Trump ad avere contatti con i funzionari russi.
Flynn è il primo funzionario dell'amministrazione ed il quarto legato alla campagna ad essere accusato formalmente nel quadro dell'inchiesta condotta da Mueller su possibili collusioni tra governo russo e membri del team di Trump oltre che su eventuali azioni di intralcio alla giustizia e reati finanziari.
L'ex presidente della campagna di Trump, Paul Manafort, e il suo vice, Rick Gates, sono stati accusati formalmente lo scorso mese: si sono dichiarati non colpevoli. E il consigliere per la politica estera della campagna di Trump George Papadopoulos si è riconosciuto colpevole di aver reso una falsa dichiarazione al Fbi riguardo ai suoi contatti con funzionari legati al governo russo. L'accusa a carico di Flynn è la prima dell'inchiesta Mueller che tocca qualcuno alla Casa Bianca ed è uno dei segnali che testimonia che l'indagine si sta intensificando.
Il documento dell'FBI, riferisce ancora la Cnn, cita due occasioni in cui Michael Flynn avrebbe reso false dichiarazioni: la prima riguardava le sue conversazioni con l'ambasciatore russo riguardo le sanzioni dell'amministrazione Obama contro Mosca e l'esortazione di Flynn alla Russia a non intraprendere la via dell'escalation, la seconda le conversazioni con l'ambasciatore russo in vista del voto del Consiglio di Sicurezza sulla fine degli insediamenti israeliani.