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La Ciociara, una grande opera che merita di essere vista: il ponte che unisce Cagliari all’Europa e agli States

Cagliari, 25 Nov 2017 - È andata ieri in scena, presso il Teatro Lirico di Cagliari, la prima assoluta a livello europeo dell'opera "La Ciociara" di Marco Tutino.

Si tratta di uno spettacolo che nasce dalla collaborazione tra l'ente cagliaritano e la San Franciso Opera, nell'ambito di un progetto finalizzato a riaccendere la passione per l'opera italiana nel pubblico americano, follemente innamoratosi degli spettacoli nostrani all'inizio del secolo scorso (es. La Fanciulla del West di Puccini o la Campana Sommersa di Respighi).

Ecco che nel 2015 proprio il teatro californiano ha deciso di mettere in scena un'opera dal taglio moderno, quale è La Ciociara, conscio dell'enorme successo che la versione cinematografica del romanzo di Alberto Moravia, aveva riscosso negli States. Impresa questa tutt'altro che facile, dato che quel film aveva visto alla regia, un mostro sacro del neorealismo quale Vittorio de Sica, nonché la bellissima e mai dimenticata Sofia Loren, nei panni della protagonista Cesira (la Loren vinse altresì l'oscar proprio per la sua interpretazione in questo capolavoro).

Ad ogni modo Marco Tutino, ricevuto l'incarico di adattare il romanzo e la versione cinematografica alla rappresentazione operistica, ha colto la palla al balzo, non facendosi schiacciare dalla pressione del confronto e realizzando un lavoro degno di nota.

L'allestimento, così realizzato, presenta talune differenze rispetto al film nell'intreccio narrativo, ma soprattutto nella valorizzazione di personaggi (si pensi ad esempio a Giovanni), relegati altrimenti al margine della storia.

La crudezza e atmosfera pesante degli anni della guerra permea l'intera rappresentazione, ma a dispetto di quanto emerge dal romanzo di Moravia, che si traduce in un'attività di mera descrizione, Tutino sfrutta questa realtà come terreno fertile per l'evoluzione dei suoi personaggi e per la prospettazione della speranza anche quando tutto pare perduto.

La musica dal taglio moderno, seppur per taluni spunti paragonabile alle melodie pucciniane, accompagna la narrazione, salvo in taluni momenti prendere il ruolo di voce fuori campo che accompagna la transizione da una fase ad un'altra della storia e dà voce all'ambiente, ai sentimenti dei personaggi e quindi alla loro anima.

Ecco che, sfruttando questo ottimo ed innovativo lavoro di Tutino, l'ente lirico cagliaritano ha offerto non solo a Cagliati, ma a tutta l'Italia (grazie alle riprese tv di Rai 5 che trasmetterà l'opera il 14 dicembre 2017), una serata magica, permettendo al pubblico di provare, per una volta, quello stesso entusiasmo e stupore che avevano provato gli spettatori che nel secolo scorso avevano assistito, per la prima volta, alle opere appena scritte da Verdi e Puccini.

Gli occhi della lirica europea sono stati per una notte puntati sul capoluogo sardo e sono rimasti estasiati a fronte di una scenografia degna di un film neorealista, con il suo bianco e nero ed atmosfera fumè. A ciò si aggiungono gli effetti sonori rappresentati dalle sirene di allarme, che avvisano sui bombardamenti in atto, i colpi di arma da fuoco, le esplosioni, nonchè le immagini delle città italiane devastate, proiettate su un sipario trasparente e che non lasciano adito a spazi di libertà per gli spettatori, in tal modo immersi costantemente nella realtà della guerra.

Per quanto concerne gli interpreti Anna Caterina Antonacci (Cesira) ha retto perfettamente il confronto con la Loren, esaltando non solo la sua bellezza e capacità recitativa, ma soprattutto delle doti canore impressionanti. Ella è riuscita, infatti, a trasmettere con il suo canto quei sentimenti che la Loren aveva trasmesso con la recitazione nella versione cinematografica, riuscendo talmente bene nel ruolo da essere acclamata da tutti gli spettatori al termine dello spettacolo.

Tra gli interpreti spiccano anche Lavinia Bini (Rosetta) e Aquiles Machado (Michele). La prima, oltre ad aver dimostrato una voce potente, è stata anche in grado di esprimere con i gesti, i movimenti del corpo, espressioni ed in particolare con le tonalità della voce, una piena immedesimazione nel ruolo di Rosetta e nella triste evoluzione che la vede coinvolta. Il secondo, invece, inizia in sordina in piena conformità al suo ruolo di maestro di scuola, salvo poi calamitare l'attenzione con la sua voce e la sua presenza scenica, nel momento in cui il maestro diventa uomo che combatte per i suoi ideali.

L'orchestra, diretta dal maestro Giovanni Finzi, ha avuto modo di mostrare la sua grande abilità, facendo così capire al pubblico cagliaritano quanto è fortunato a godere di un tale patrimonio culturale e che anche il pubblico di tutta Italia potrà ammirare in televisione il 14 dicembre 2017.

A fronte di tutte queste considerazioni l'opera può definirsi un capolavoro, che merita di essere vista (sarà in scena fino al 3 dicembre), poiché si tratta di un'occasione unica di quelle da raccontare ai figli e ai nipotini e che permette ai più giovani di conoscere uno spettacolo di cui non avevano contezza ed ai più anziani e nostalgici, di riallacciare i rapporti con quel film che li aveva fatti innamorare, ossia La Ciociara.

 

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