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Confindustria – Il sistema delle imprese nell’area di Sarroch: un complesso produttivo da difendere

Cagliari, 14 Nov 2017 - Con riferimento alle dichiarazioni dei rappresentanti dei sindacati metalmeccanici relative alla situazione occupazionale nel sistema delle imprese impegnate negli appalti nell’area di Sarroch, riportate dalla stampa nei giorni scorsi, Confindustria Sardegna Meridionale, considerato che molte di tali dichiarazioni descrivono la situazione in maniera del tutto distorta e completamente diversa dalla realtà, ritiene necessario ed opportuno precisare quanto segue: Il sito di Sarroch, uno dei principali distretti industriali nazionali, vanta una occupazione complessiva media, diretta e indiretta di circa 4000 lavoratori distribuita tra le numerose aziende e unità produttive impegnate.

Nell’area, grazie alla presenza della raffineria più importante del Mediterraneo si è sviluppato un articolato e variegato sistema produttivo che comprende l’intera filiera di attività tipiche del macro comparto industriale. Oltre alle imprese metalmeccaniche, alcune delle quali hanno oltre 200 dipendenti, nell’area si sono insediate aziende elettrostrumentali, edili e di trasporto, laboratori chimici, studi di ingegneria, centri di ricerca, studi di medicina del lavoro, imprese dell’ICT e della consulenza tecnologica, organizzativa e manageriale.

Si tratta di quello che comunemente viene definito come “il sistema delle imprese d’appalto”, una eccellenza produttiva di livello internazionale nel settore dell’impiantistica metalmeccanica costituito da oltre 40 imprese fornitrici di servizi e prodotti specialistici che occupano complessivamente una media di circa 2000 dipendenti.

Trattandosi di realtà produttive che operano esclusivamente su commessa, è un comparto che presenta una marcata variabilità della forza lavoro sia in termini quantitativi (numero medio di occupati) che qualitativi (mansioni e competenze richieste). Rispetto al comparto manifatturiero, oramai da anni praticamente inesistente in Sardegna, le imprese d’appalto svolgono lavorazioni periodiche di manutenzione e costruzione commissionate dalla Committente attraverso procedure di gare d’appalto e trattative negoziate in linea con le normative applicate anche dal comparto pubblico, a garanzia della trasparenza e libera concorrenza.

Contrariamente a quanto asserito dalle organizzazioni sindacali metalmeccaniche l’organico standard delle imprese che operano in appalto presso il sito di Sarroch è articolato per oltre l’80% da personale assunto con contratti di lavoro a tempo indeterminato. Ciò è possibile perché numerose imprese hanno contratti di manutenzione di natura continua, con una durata spesso biennale rinnovabile.

Per fronteggiare i picchi e flessi di lavoro legati alla periodicità e “stagionalità” delle commesse, una quota di dipendenti viene poi inserita con contratti a termine legati alla durata temporanea dei lavori assegnati e degli investimenti programmati.

Risulta invece minima e quasi irrilevante (a Sarroch non supera il 3-4%, ma è molto superiore in altre aree industriali italiane) la presenza di lavoratori somministrati, forma contrattuale prevista dalla normativa nazionale e utilizzata per commesse e lavorazioni non sempre programmabili e che richiedono tempi limitati di fornitura.

Occorre ribadire che la presenza di lavoratori somministrati si rende necessaria per quelle imprese che, non avendo commesse di lunga durata ed essendo di recente insediamento nel sito, presentano fabbisogni di forza lavoro di breve periodo che non possono essere soddisfatti con i contratti a tempo determinato a causa del vincolo normativo del 20% introdotto a livello nazionale nel 2014. Naturalmente a tale categoria di lavoratori vengono applicate nel comparto industriale le stesse condizioni contrattuali e di sicurezza previste per gli altri lavoratori dipendenti dell’azienda di inserimento.

 

È d’altra parte evidente che le imprese, considerato il maggior costo di tale forma contrattuale, in caso di visibilità del lavoro di medio e lungo periodo hanno tutto l’interesse a proporre direttamente ai lavoratori contratti a tempo indeterminato. Le professionalità del comparto impiantistico e metalmeccanico sono strategiche per le aziende e rappresentano un vero e proprio vantaggio competitivo. L’utilizzo di lavoratori somministrati va quindi considerata come una necessità che risponde ad una situazione operativa spesso strettamente connessa alla tipologia di lavori assegnati e al piano di sviluppo delle imprese interessate.

Va peraltro considerato che la Somministrazione (un tempo chiamato lavoro interinale) è un vero e proprio contratto di lavoro regolamentato da uno specifico CCNL sottoscritto anche dalle organizzazioni sindacali di categoria aderenti alla CGIL, CISL, UIL. Appare pertanto di difficile comprensione la posizione assunta dai sindacati metalmeccanici su tale strumento anche considerato che, paradossalmente, vista la progressiva riduzione degli ammortizzatori sociali disposta per legge, il lavoratore somministrato che opera nei contesti in cui si verifica una certa variabilità e periodicità nell’intensità di lavoro ha maggiori tutele rispetto agli altri lavoratori in quanto le Agenzie per il lavoro, oltre all’opportunità di ricollocazione in altri ambiti, offrono un sussidio interno per i periodi di sospensione dal lavoro.