Roma. 7 Nov 2017 - "Abbiamo bisogno dell'alleanza più ampia possibile, con un programma concordato. Abbiamo Paolo Gentiloni che oggi è a Palazzo Chigi ed è un nome spendibile. Ce ne sono tanti di nomi spendibili e Renzi lo ha detto chiaramente a Napoli: lavoro per portare il Pd a Palazzo Chigi e non per portare Matteo Renzi". Lo ha detto Ettore Rosato a Radio Anch'io, su Radio Uno.
"Il fatto che tutti identifichino Renzi come avversario dimostra che il suo ruolo non è in discussione” ha precisato Rosato. Sul risultato elettorale in Sicilia, ha aggiunto: "Il Pd ha preso esattamente gli stessi voti dell'altra" tornata elettorale siciliana. "Ma i Cinque Stelle sono aumentati e il centrodestra, che l'altra volta si è presentato diviso, questa volta si è presentato unito perdendo anche dei voti. L'Udc questa volta ha preso il 7 per cento e si è presentato con Musumeci. L'altra volta si è presentato con il centrosinistra portando il 10 per cento" a Rosario Crocetta. "Purtroppo la politica in Sicilia è molto, ma molto mobile", ha concluso.
Quanto a un’eventuale “resa dei conti” all’interno del Pd a gettare acqua sul fuoco ci ha pensato Dario Franceschini che intervistato dal Corriere della Sera ha detto che "Non avrebbe senso una resa dei conti nel Pd che infatti non ci sarà” e lancia un appello "alla ragione" perché, spiega, "credo sia necessario trovare un minimo comun denominatore tra centristi, Pd e sinistra di governo: insieme potremo essere competitivi, divisi saremo colpevoli".
"Sabato ci sarà l'assemblea di Pisapia, poi la Direzione del Pd, infine l'Assemblea di Mdp. Il nodo va sciolto subito, sapendo che abbiamo nelle nostre mani destino del Paese", sottolinea ribadendo che per Palazzo Chigi il Pd "avrà come suo candidato il proprio segretario, come dice lo statuto" mentre "il campo di governo alla sinistra del Pd ne indicherà un altro, mantenendo la sua originalità. Stessa cosa potranno fare i centristi. In questo quadro di competizione, le forze potrebbero essere sommate e non si eliderebbero". È, secondo Franceschini, "un'operazione doverosa: se fino a sei mesi fa siamo stati nello stesso partito, perché non potremmo stare nella stessa alleanza? "lo so le lacerazioni sono fresche e i rapporti complicati. Ma si può avere per una volta un approccio pragmatico? Il nuovo sistema di voto porta a costruire delle alleanze. Nei trecento collegi uninominali, dove vince chi prende un voto in più degli altri, questo campo non sarebbe competitivo se si presentasse diviso". "Parlo di un'alleanza - conclude Franceschini - non mi rifaccio alle esperienze dell'Ulivo e dell'Unione. Non ci sono le condizioni né il tempo per poter riproporre simili modelli. Ma ognuno con il proprio simbolo e il proprio leader potrebbe collaborare alla costruzione di un'alleanza".
"Non ci sono i tempi per discutere la leadership nel PD, Renzi deve prendere atto che il suo piano di perdere le elezioni in modo controllato non funziona. Lui deve essere riferimento di una comunità intera e ci deve riuscire. Ma in ogni caso non c'è nessun obbligo che il candidato del centrosinistra debba essere Renzi. Credo che lo abbia capito anche lui. Dobbiamo trovare una intesa con le altre forze di centro sinistra, poi un candidato premier lo troviamo altrimenti da sinistra continueranno a dire che con lui l'alleanza non è possibile". Queste le parole del governatore della Puglia, Michele Emiliano, intervenuto a Circo Massimo, la trasmissione in onda su Radio Capital. "Per Renzi sarebbe durissima, ma siccome ha 42 anni, se mostrasse una tale generosità verso le ragioni della sua parte politica e si mettesse al servizio della sua coalizione non perderebbe nulla, anzi rafforzerebbe il suo ruolo", conclude.