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Mediazione di Papa Francesco tra Stati Uniti e Corea del Nord: summit mondiale a Roma il 10 novembre

Papa Francesco, come mediatore nella crisi con la Nord corea. Il suo messaggio di pace per fermare un possibile conflitto che provocherebbe migliaia di vittime e modificherebbe gli equilibri del mondo. Il Pontefice ha voluto promuovere un vertice mondiale per il Disarmo nucleare, fissato a Roma, il 10 e l'11 novembre prossimo. Un summit con i vertici dell'Onu e della Nato e con la presenza di 11 premi Nobel per la pace. C'è attesa per il discorso del Papa: ci sia aspetta più di un semplice appello a fermare l'escalation nucleare.

Un tentativo di mediazione che arriva alla vigilia del viaggio di Trump in Asia e mentre tutti i segnali indicano una possibile escalation. Il dipartimento della Difesa degli Stati Uniti ha reso noto nei giorni scorsi il dispiegamento nell'Oceano Pacifico di tre portaerei. "La manovra non è rivolta contro una minaccia in particolare, ma è una dimostrazione del fatto che possiamo fare qualcosa che nessuno oltre a noi può fare", ha affermato una portavoce del Pentagono, Dana White, in conferenza stampa a Washington. Secondo un comunicato dell'esercito, si tratta delle portaerei Uss Nimitz, Uss Reagan e Uss Theodore Roosevelt, scortate ciascuno dai rispettivi gruppi di combattimento. Il presidente americano, Donald Trump, partirà a breve per un tour in Asia.

La manovra potrebbe essere interpretata come una dichiarazione di forza nei confronti della Corea del Nord, i cui recenti test con armi nucleari hanno generato grande preoccupazione nella zone e causato condanna internazionale, che ha spinto il Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite ad approvare nuove sanzioni. "Non darei una lettura oltre quella che si tratti di un'opportunità per far agire tre gruppi di portaerei assieme", ha affermato il generale Kenneth McKenzie, direttore del Comando di stato maggiore statunitense.

È la prima volta che gli Usa realizzano un'operazione con tre portaerei dal 2007, ha puntualizzato l'esercito, sottolineando che questo tipo di manovra "non si organizza in una notte" e negando che esso derivi dalla tensione con la Corea del Nord. McKenzie ha però ammesso che il dispiegamento avrà "un effetto tranquillizzante significativo" per gli alleati nella regione. In questi giorni il capo di Stato maggiore congiunto, il generale Joseph Dunford, è in Corea del Sud, dove ha voluto esprimere "l'impegno" degli Stati Uniti verso gli alleati.

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