Barcellona, 30 Ott 2017 – L’impavido dopo le malefatte è fuggito con alcuni suoi ministri sapendo di averla fatta grossa questa volta. Infatti, il coniglio Puigdemont e i suoi coniglietti, impavidamente, notte tempo si sono diretti verso Bruxelles dove una fazione separatista ha offerto loro asilo politico. Non si sa al momento se anche il governo belga nei sia al corrente e sia d’accordo. Comunque l’ex presidente della Catalogna e vari ministri sono fuggiti lasciando soli e delusi quei cittadini che in loro avevano creduto e sono stati beceramente traditi.
Si è poi saputo nelle prime ore di oggi, che l'ex presidente catalano Carles Puigdemont e altri membri del governo catalano destituiti dal governo centrale di Madrid si trovano in Belgio. Lo ha reso noto il quotidiano catalano La Vanguardia. El Periodico conferma questa notizia citando fonti del governo di Madrid.
Non è ancora chiaro il motivo per cui il presidente indipendentista catalano si trova a Bruxelles, insieme ad altri cinque consiglieri, secondo quanto riferisce, tra gli altri, il quotidiano catalano la Vanguardia. Domenica scorsa il segretario di Stato belga per la Migrazione e l'Asilo, Theo Francken, del partito nazionalista fiammingo N-Va, aveva offerto, con un tweet, asilo politico a Puigdemont e agli altri catalani che "si sentono minacciati politicamente". La dichiarazione era stata successivamente smentita con forza dal primo ministro belga Charles Michel. Alla 'Vanguardia', fonti del partito N-Va hanno detto che per oggi non è previsto alcun incontro tra il presidente della regione belga delle Fiandre, Geert Bourgeois e l'ex-presidente catalano.
Puigdemont, è arrivato a Bruxelles da Marsiglia, in Francia, accompagnato da Meritxell Borràs, Antoni Comín, Joaquim Forn, Dolors Bassa e Meritxell Serret. Lo apprende Efe. Puigdemont e gli ex consiglieri del suo esecutivo si sono diretti in auto dalla Catalogna a Marsiglia, dove hanno preso un aereo per Bruxelles.
Il viaggio a Bruxelles del presidente decaduto della Catalogna, Carles Puigdemont, "non preoccupa" il governo di Mariano Rajoy. Lo riporta La Vanguardia, citando fonti del ministero degli Interni, spiegando che per il governo di Madrid la cosa più importante era che Puigdemont non si trovasse nel Palau de la Generalitat di Barcellona.
Il procuratore generale dello Stato spagnolo Juan Manuel Maza ha chiesto l'incriminazione del President catalano Carles Puigdemont e dei suoi ministri per 'ribellione' e 'sedizione'. Stessa richiesta per la presidente del Parlamento catalano Carme Forcadell e i membri dell'ufficio di presidenza. Almeno per ora, non si chiede il loro arresto. Maza ha accusato i responsabili della Generalitat (insieme a Puigdemont, anche il suo vice, Jorge Junqueras, e gli altri componenti del Govern) di aver "prodotto una crisi istituzionale che è sfociata nella dichiarazione unilaterale di indipendenza con totale disprezzo della nostra Costituzione, lo scorso 27 ottobre". I membri del Govern saranno chiamati a rispondere in tribunale; mentre i parlamentari, a cominciare dalla presidente del Parlament, Carme Forcadel, dovranno difendersi dinanzi al Tribunale Supremo.
Nella richiesta di incriminazione, la procura spagnola sollecita anche la convocazione urgente delle persone indagate e, in caso non si presentino, il loro "arresto" immediato.
La giudice di turno deciderà nei prossimi giorni se accoglie la richiesta. Per il reato di ribellione, Carles Puigdemont, il suo vice, gli altri membri del Govern e del Parlament, rischiano dai 15 ai a 30 anni di carcere. Viene anche indicata la necessità di fissare cauzioni per quanti resteranno a piede libero e di un sequestro cautelare di beni pari a 6,2 milioni di euro, legato ai costi sostenuti per la celebrazione del referendum secessionista.
La presidente del Parlamento catalano, Carme Forcadell, ha annullato la seduta dell'Ufficio di presidenza prevista per domani, rilevando che la convocazione è "senza effetti" dopo la dissoluzione del Parlament annunciata venerdì dal presidente del governo spagnolo, Mariano Rajoy. La decisione, confermata da fonti parlamentari, arriva dopo che Forcadell era entrata nel suo ufficio questa mattina e aveva scritto su Twitter: "Continuiamo a lavorare".
Il partito indipendentista del deposto presidente catalano, il PDeCAT, ha reso noto che parteciperà alle elezioni regionali convocate per il 21 dicembre dallo stato spagnolo dopo aver commissariato la Catalogna."Il 21 andremo alle urne, ci andremo con convinzione e ci impegniamo a rispettare ciò che dirà la società catalana", ha detto alla stampa il portavoce del partito, Marta Pascal.
L'ex ministro catalano, Josep Rull, si è recato nel suo ufficio "per esercitare le sue responsabilità, nonostante la destituzione dell'intero governo catalano, decisa da Madrid. Rull ha pubblicato sulle reti sociali una sua foto, seduto nel suo ufficio, in aperta sfida al decreto del governo. "In ufficio, per esercitare le responsabilità che ci ha affidato il popolo della Catalogna", ha aggiunto nella foto pubblicata su Twitter.
Nella foto, che è accompagnata dall'hashtag #seguimos, 'andiamo avanti', Rull è seduto alla scrivania, in giacca e cravatta, il viso rivolto al computer, un mezzo sorriso appena accennato. Sul tavolo, una copia del quotidiano in lingua catalana El Punt Avui, l'edizione odierna che apre con il titolo: 'A lavorare'. Dopo circa un'ora Rull è uscito dalla sede del suo ufficio. Ai giornalisti assiepati all'esterno, l'ex ministro ha spiegato di essersi presentato "nell'ufficio per fare il lavoro che ci ha assegnato il popolo catalano". "Continuerò normalmente nella mia agenda lungo la giornata odierna. Andiamo avanti". Rull si è diretto, come ha spiegato lui stesso poco dopo su Twitter, nella sede del PDeCAT, a Barcellona dove si riunisce la direzione del partito.