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Catalogna, Carles Puigdemont dichiara l’indipendenza e la congela ma il governo nazionale di Madrid pronto al commissariamento

Barcellona, 11 Ott 2017 – Ieri sera Carles Puigdemont ha oltrepassato il suo limite dichiarando la futura indipendenza della Catalogna creando di fatto dentro la Spagna di una nuovo e piccola repubblichetta. Firmando la dichiarazione di indipendenza il governatore ha fatto il passo che Madrid e i leader europei lo avevano scongiurato di non fare ma lo ha fatto a modo suo, assumendo una decisione e sospendendola subito in segno di "buona volontà" e "apertura al dialogo".  Oggi riunione d'emergenza del Governo spagnolo, che definisce un "inammissibile ricatto" quello di Puigdemont. Ieri sera incontro tra Rajoy e il segretario socialista Sanchez.

La dichiarazione di indipendenza della Catalogna deve esere ritirata. Questa la richiesta che il primo ministro spagnolo, Mariano Rajoy, ribadirà questa mattina al presidente catalano, Carles Puigdemont, mentre si attende la riunione di emergenza del governo di Madrid che dovrà decidere le contromisure da prendere dopo le parole pronunciate ieri da Puigdemont dinanzi al Parlamento catalano. Secondo il quotidiano El Pais, il capo del governo di Madrid, che ha già parlato con il segretario socialista, Pedro Sanchez e il leader di Ciudadanos, Albert Rivera, si sta orientando verso la possibile attuazione dell'articolo 155 della Costituzione, che di fatto 'commissaria' la Catalogna. Fonti sia popolari che socialiste, hanno confermato al quotidiano madrileno che il governo e il Psoe "studiano l'applicazione del 155 da giorni". Se Puigdemont non accetterà di ritirare definitivamente la dichiarazione di indipendenza, hanno spiegato fonti del governo al Pais, il governo chiederà l'applicazione dell'articolo 155 e assumera' in via provvisoria le funzioni della Generalitat. L'esecutivo non scarta nemmeno il ricorso al Tribunale costituzionale contro la dichiarazione di indipendenza di Puigdemont. Le due misure comunque non sono incompatibili e potrebbero essere attuate entrambe, precisano le stesse fonti. Anche secondo El Mundo, dopo i colloqui con Sanchez e Rivera, il primo ministro spagnolo sarebbe orientato ad applicare l'articolo 155. È la misura più probabile", sostiene il quotidiano che però aggiunge come lo stesso Rajoy potrebbe "decretare lo stato di eccezione, se ritiene che possano prodursi gravi disturbi dell'ordine pubblico".

L'ora della verità arriva con un'ora di ritardo Per la Catalogna e la Spagna è dunque arrivata l'ora della verità. Alle 19:10 circa, con un'ora di ritardo sul programma previsto, il presidente catalano Carles Puigdemont ha iniziato il suo discorso al parlamento di Barcellona sul referendum del primo ottobre.

Il presidente della Generalitat si è assunto il "mandato del popolo" per l'indipendenza della Catalogna. "Con il referendum - ha detto - la Catalogna ha guadagnato il diritto a essere uno Stato indipendente", "la Catalogna deve essere ascoltata", "siamo a un momento storico e come presidente assumo il mandato del popolo perché la Catalogna si converta in Stato indipendente di forma repubblicana", ha detto il governatore.

"È un momento critico e serio e dobbiamo prenderci le nostre responsabilità per eliminare la tensione e non incrementarla", ha detto Puidgemont. "La violenza indiscriminata - ha aggiunto - ha influito sul referendum".  Secondo il dirigente, "è evidente che quella della Catalogna non è una questione interna ma europea".

"L'opinione maggioritaria che si era diffusa tra i cittadini prima del referendum era che la Catalogna potesse diventare uno Stato, per questo si è svolta la consultazione", ha detto Carles Puigdemont.

"Non siamo delinquenti, non siamo pazzi, non siamo golpisti, siamo gente normale che chiede di poter votare", ha detto Puigdemont.

"Il dialogo - dice Puigdemont - è auspicabile".  Pertanto la Catalogna "sospende la dichiarazione di indipendenza per avviare il dialogo, perché in questo momento serve a ridurre la tensione". Così il presidente catalano Carles Puigdemont nel suo intervento al parlamento di Barcellona.

Dopo il discorso al parlamento si è svolta un'altra cerimonia dove il presidente catalano Carles Puidgemont ha firmato la dichiarazione di indipendenza, come riferito dai media spagnoli. Dopo Puidgemont hanno firmato la presidente dell'assemblea Carme Forcadell, il vicepresidente catalano Oriol Junqueras e i rappresentanti dei partiti della maggioranza di governo catalana.

Delusione fra i secessionisti catalani del Cup. I dieci deputati del partito della sinistra antisistema che sostengono il governo di Carles Puigdemont non hanno applaudito il discorso del presidente della Generalitat, che ha proclamato l'indipendenza ma l'ha sospesa per poter aprire un dialogo con Madrid. "La proclamazione non è andata come volevamo -ha detto in aula Anna Gabriel, deputata del Cup- oggi bisognava proclamare la repubblica catalana". Intanto, scrive El Mundo, l'organizzazione giovanile Arran, legata al Cup, parla di "tradimento inammissibile" da parte di Puigdemont.

Lo stesso sentimento di delusione si è registrato fra la folla degli attivisti per l'indipendenza che si erano radunati davanti ai maxischermi sistemati davanti al parlamento per sentire il discorso di Puigdemont. Agli applausi e gli abbracci nel momento in cui è stata proclamata l'indipendenza sono subito seguiti fischi quando il presidente della Generalitat ha annunciato la sospensione.

A Madrid si è svolta una riunione tra il premier Mariano Rajoy, la vice premier Soraya Saenz de Santamaría, il ministro della Giustizia Rafael Catalá, per valutare la risposta all'intervento del governatore catalano Carles Puigdemont, come trapela su "La Vanguardia". Rajoy ha ascoltato anche il segretario dei socialisti, Pedro Sanchez, alla Moncloa, la sede del governo. Intanto "El Pais" ha scritto che il governo di Rajoy considera le parole di Puidgemont "una dichiarazione di indipendenza". Oggi, ha annunciato la vice premier Soraya Saenz de Santamaría si terrà un Consiglio dei ministri di emergenza dedicato alla questione catalana.

Secondo l'Agenzia di stampa "Efe", che cita fonti del governo, per Madrid "è inammissibile fare una dichiarazione implicita di indipendenza e poi sospenderla in modo esplicito. Il governo non cederà a ricatti". Le stesse fonti del governo di Madrid hanno ribadito che il referendum è stato "fraudolento e illegale".

"È un colpo di stato a rallentatore": lo ha detto l'ambasciatore spagnolo in Francia, Fernando Carderera, commentando il discorso di Carles Puigdemont. Il diplomatico ha quindi sottolineato che la richiesta di indipendenza si scontrerà con il "rifiuto della Spagna". "Non c'è un popolo catalano, c'è un popolo plurale", ha aggiunto.

"Puigdemont non ha dichiarato l'indipendenza. Chiediamo a Rajoy che si assuma la responsabilità del dialogo". Così in un tweet il leader di Podemos Pablo Iglesias.

"L'Italia ritiene inaccettabile la dichiarazione unilaterale di indipendenza e rigetta ogni escalation. Esprimiamo la nostra fiducia nella capacità del governo spagnolo di tutelare l'ordine e la legalità costituzionali e, di conseguenza, di garantire il rispetto dei diritti di tutti i cittadini". Così il ministro degli Esteri Angelino Alfano.

"Ggrazie @krls (Carles Puidgemont, ndr) per un chiaro impegno al dialogo e alla mediazione. Ora @marianorajoy e il resto delle forze politiche devono muoversi". Così in un tweet Ada Colau, il sindaco di Barcellona dopo il discorso tenuto oggi dal 'president' catalano.

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