Cagliari, 9 Ott 2017 - L’Unione Cna Artistico e Tradizionale si schiera a favore degli orafi artigiani dopo i nuovi adempimenti imposti dalle norme antiriciclaggio.
In base alle nuove regole, anche gli artigiani orafi in possesso di una licenza di Pubblica Sicurezza, pur svolgendo l’attività di acquisto di oro da privati in maniera del tutto marginale, dovranno infatti essere iscritti a un registro pubblico, tenere un conto corrente distinto ed effettuare tutte le operazioni necessarie alla tracciabilità del prodotto.
Mele e Dessi (CNA Artistico e Tradizionale): “Ci aspettavamo una maggiore attenzione alle specifiche esigenze degli artigiani orafi, per i quali la nostra Confederazione ha chiesto una semplificazione delle procedure”.
I cosiddetti “compro oro” dovranno essere registrati ed essere in possesso di una licenza di pubblica sicurezza. Mentre chi si rivolge a loro per vendere i propri gioielli di famiglia verrà tracciato e non potrà ricevere denaro contante per operazioni superiori ai 500 euro. Le importanti esigenze antiriciclaggio introdotte dalle nuove regole per i “compro oro” entrate in vigore lo scorso 5 luglio rischiano però di penalizzare la stragrande maggioranza degli orafi artigiani sardi. La denuncia arriva dall’Unione CNA Artistico e Tradizionale che per prima ha sottolineato le storture del provvedimento. Le nuove regole – sicuramente molto attese e necessarie per regolamentare un settore sempre più diffuso a seguito della crisi finanziaria che ha costretto molte famiglie a ricorrere anche alla vendita dei gioielli di famiglia –stanno infatti generando una serie di rigidità perché che valgono non solo per i “compro oro” in senso stretto (cioè chi esercita l’acquisto di oro in maniera esclusiva), ma anche per gli orafi artigiani che effettuano l’acquisto come attività secondaria.
“Eravamo concordi nel definire una disciplina per porre ordine nel settore, soprattutto considerato che i volumi del prodotto venduto in questi anni si sono molto incrementati a causa delle difficoltà incontrate dalle famiglie sul piano economico”, spiega Peppino Mele, presidente dell’Unione CNA Artistico e Tradizionale. “Un intervento era sicuramente necessario anche per scoraggiare fenomeni di criminalità, ma ci aspettavamo una maggiore attenzione da parte del Governo sulle specifiche esigenze degli artigiani orafi, per i quali a livello nazionale, la nostra Confederazione ha fatto proposte concrete di semplificazione”.
Le nuove regole per i “compro oro” - La nuova normativa istituisce un Registro degli operatori presso l’Oam, l’organismo per la gestione degli elenchi degli agenti in attività finanziaria e dei mediatori creditizi, subordinando l’iscrizione al possesso di una licenza di Pubblica Sicurezza. Ma soprattutto rende obbligatoria l’identificazione della clientela secondo le norme antiriciclaggio che prevedono la segnalazione delle operazioni sospette (per quelle superiori ai 500 euro viene vietato l’uso del contante) e la conservazione delle relative informazioni per almeno 10 anni. Inoltre viene chiesto alle imprese un conto corrente esclusivo per queste operazioni, obbligo che sussiste anche se si tratta di un’attività marginale per un orafo artigiano, come spessissimo accade. Ogni operazione deve essere sintetizzata in una scheda numerata progressivamente. Ad ogni cliente viene consegnata una ricevuta riepilogativa delle informazioni acquisite, anch’essa numerata progressivamente. La scheda dell’operazione dovrà contenere un numero importante di informazioni, comprese le foto del prezioso, la quotazione del metallo, la destinazione dell’oggetto e il nome dell’altro operatore compro oro che eventualmente dovesse acquisire in seconda battuta il gioiello.
Il comparto dell’oreficeria artigiana - Secondo i dati in possesso della Cna Artistico e Tradizionale in Italia le imprese orafe sono 9mila di cui il 90 per cento artigiane. In Sardegna le aziende sono circa 200. “E’ uno dei settori più consistenti numericamente in Sardegna dopo quello dei ceramisti – spiega la responsabile dell’unione Maria Antonietta Dessì -. I “compro oro” invece sarebbero 500 in tutta Italia, secondo dati ufficiali, ma è evidente che il dato sia a dir poco inverosimile, in quanto nettamente sottostimato: il registro avrebbe proprio lo scopo di identificare tutte le imprese del settore”. Com