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Codice antimafia, corrotti come mafiosi. Ira di Forza Italia, malessere fra renziani

Roma, 28 Sett 2017 - Il Codice Antimafia supera l'ostacolo dei voti segreti e diventa legge, ma sulla estensione delle misure di prevenzione anche ai reati di corruzione, concussione, terrorismo e stalking, è scontro.

Malumore anche nel Pd, soprattutto da parte dei renziani. Il presidente dem Orfini auspica pubblicamente che su questa misura arrivi un correttivo del governo. E lo stesso segretario dem, riferiscono fonti parlamentari, non nasconde le sue perplessità per una misura che ritiene sbagliata. Renzi aveva chiesto modifiche già dopo il via libera di palazzo Madama avvenuto a luglio, dopo che la legge era stata votata a Montecitorio nel 2015. A chiedere che venga eliminata la equiparazione tra mafiosi e corrotti è anche Ap. La protesta più forte è arrivata da Forza Italia, con Brunetta che ha parlato di "atto liberticida". "Chiediamo al governo di venire in Aula per ribadire l'impegno assunto dal ministro Orlando a modificare il Codice. Più volte, infatti, è stato assicurato, di seguito alle autorevoli e plurime critiche (da Cantone a Violante, passando per Fiandaca e Nordio), che sarebbe stata corretta questa barbarie", la reazione dell'azzurro Sisto, "nell'Odg che avrebbe dovuto esplicitare questo impegno non c'è nulla di concreto". "Sarà importante monitorare gli effetti dell'applicazione della legge ma il risultato di oggi non poteva essere messo in discussione da tardive perplessità, seppur provenienti da fonti autorevoli e degne di considerazione", la risposta del ministro Finocchiaro.

Sul punto più controverso il Pd, con un ordine del giorno firmato anche da Ap e da Civici e innovatori, ha invitato il governo a "monitorare" gli effetti della legge e "le eventuali modifiche". Ma si tratta solo di un atto di indirizzo. I renziani, sotto traccia, rilanciano sostenendo che il governo dovrà intervenire così come promesso. Ma secondo quanto si apprende al momento non è prevista alcuna misura correttiva, anche perché manca lo strumento legislativo su cui intervenire. Non è possibile farlo nella legge di bilancio, potrebbe essere preso in esame una misura all'interno del Milleproroghe o di inserire cambiamenti nella legge sulle vittime dei crimini domestici. Orlando però sgombra il campo dalle polemiche: "Non si tratta di un provvedimento giustizialista. Da oggi - ha sottolineato - ci sono più strumenti per combattere la mafia, più trasparenza nella gestione dei beni confiscati, più garanzie per chi è sottoposto a misure di prevenzione. L'approvazione è una buona notizia per la lotta alla criminalità organizzata e per lo Stato di diritto". Soddisfatti anche Rosato ("il codice antimafia mette ordine a iniziative di contrasto alla mafia), la presidente della Commissione Antimafia Bindi ("buon risultato e un bel regalo al Paese"), il vicesegretario demMartina ("l'ok è un passo fondamentale").

Ieri la Camera aveva definitivamente approvato il nuovo Codice Antimafia con 259 voti a favore 107 contrari e 28 astenuti. Il testo aveva ricevuto nel novembre 2015 il primo via libera alla Camera ed era stato licenziato in seconda lettura lo scorso 6 luglio al Senato. In terza lettura alla Camera non ha subito modifiche e ha quindi concluso il suo iter, divenendo legge.

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