"Sono ottimista, come lo ero prima, sul fatto che troveremo una soluzione". Angela Merkel parla in conferenza stampa. E' il giorno dell'analisi, a qualche ora dalla chiusura delle urne. I tedeschi hanno votato e hanno scelto di mandare in pensione la Grande Coalizione. Per la quarta volta consecutiva, un record, hanno dato la vittoria a Merkel, ma la cancelliera arretra. "Avremmo sperato un risultato migliore" commenta parlando alla Konrad Adenauer Haus, "Siamo comunque il partito più forte".
Merkel ha ottenuto il diritto a provare a governare, in un Bundestag dove per la prima volta entrano gli estremisti di destra di Alternative fur Deuthschland: con oltre un milione di voti portati via alla Cdu, conquistano 95 seggi e diventano la terza forza del Parlamento di Berlino. Una rivoluzione che inquieta e che è ancora tutta da analizzare. Ma che non insinua alcun dubbio nella cancelliera riguardo la politica sui migranti dell'Ue. "Penso che le politiche cambiano a seconda degli accordi di coalizione che si trovano, ma l'Afd non ha nessuna influenza su questo". C'è da formare un governo, ora. E la cancelliera annuncia colloqui con Fdp, Verdi e Spd, fiduciosa nel senso di responsabilità dei partiti. "Ci sono prima i colloqui, e ovviamente non posso anticipare adesso se avranno successo", ha detto " ma confido nel senso della responsabilità".
Nel frattempo, è già arrivata la risposta del leader di Spd, Martin Schulz. Schulz si conferma all'opposizione: "Merkel l'ha capito" "Angela Merkel non mi ha chiamato, e dopo il cosiddetto 'Elephanten Runde' di ieri, credo che abbia capito che userà meglio il suo tempo chiamando qualcun altro" dice Schulz, "Io ritengo Angela Merkel molto responsabile dello stato della democrazia in questo Paese", aggiunge, confermando di voler portare il partito all'opposizione e di rifiutare una Grosse Koalition.
I risultati finali provvisori delle elezioni tenute ieri in Germania e diffusi dall'Istituto di sondaggi ZDF indicano la Cdu-Csu al 33% (-8,5%); la Spd al 20,5% (-5,2%); la Afd al 12,6% (+7,9%); la Fdp al 10,7% (+5,9%); la Linke al 9,2% (+0,6%), i Verdi all'8,9% (+0,5%). I risultati finali definitivi, come di consueto, verranno pubblicati tra qualche settimana.
L'affluenza alle urne degli elettori tedeschi per le politiche è stata molto più alta che nel 2013: ieri la percentuale dei votanti si è attestata al 76,2%, mentre quattro anni fa la partecipazione si era fermata al 71,5%.
Angela Merkel conquista così il quarto mandato, ma non sarà semplice creare una nuova maggioranza.
Il nuovo Bundestag, la XIX legislatura tedesca, sarà formato da almeno 705 deputati (con una maggioranza a quota 353) contro i 630 di quello uscente, secondo i dati forniti dalla tv pubblica Zdf alle 23. Questo sviluppo è legato al sistema elettorale tedesco che prevede un minimo di 598 deputati, con 299 deputati eletti direttamente e gli altri con il sistema proporzionale e la soglia del 5%. Questo elemento però, per tenere conto alla virgola dei voti espressi, fa creare ogni volta dei seggi di compensazione per far sì che il Parlamento sia il più rappresentativo del voto.
Tradotte in seggi queste percentuali danno la maggioranza relativa al partito della cancelliera Angela Merkel: la maggioranza è di 353 deputati su 705 e l'ipotesi di coalizione Giamaica (dai colori) nero di Cdu/Csu, giallo dei liberali e verde dei Gruenen, avrebbe 389 seggi. L'unica possibilità al momento è proprio la non semplice cosiddetta "Coalizione Giamaica", ma le posizioni di Verdi e Liberali sono distanti su molti punti, come l'Ue e l'economia. L'altra opzione, ma esclusa dal leader Spd, Schulz, vedrebbe una maggioranza più ampia deputati con una seconda Grosse Koalition.
Angela Merkel e Lindner hanno fatto appello al "senso di responsabilità" per il Paese, che vive in "tempi tempestosi" e "difficili", sollecitando il partito socialdemocratico a prendere in considerazione anche una "Grosse Koalition". Diversamente resterebbe solo la "Giamaica", opzione che Verdi e Fdp non escludono, ma che va vagliata "sui contenti".
"Un'opposizione ragionevole ma per la Germania ed i tedeschi prima di tutto e stando attenti a cosa farà Angela Merkel". Così la leader della destra populista dell'Afd, Alice Weidel, con al fianco il collega Alexander Gauland, ha commentato. Va segnalato che il voto indica una netta differenza tra le regioni dell'Ovest, dove Afd supera a stento il 10%, mentre nelle regioni della ex Ddr vola oltre il 20%. La formazione di estrema destra però registra già una prima frattura interna. Frauke Petry, l'ex leader di Afd, ha annunciato che non entrerà nel Bundestag e lascerà il partito. La frattura sembrerebbe dovuta alle diverse posizioni sulle tendenze razziste. La Petry ha invocato una "ragionevole politica conservatrice" sulle questioni che "domineranno in futuro", "non le affermazioni assenti che abbiamo sentito in passato".