Washington, 25 Sett 2017 - Dopo Hillary Clinton tocca a Jared Kushner difendersi dall'accusa di aver utilizzato un account di posta privata per comunicare con i responsabili dell'amministrazione Donald Trump, contravvenendo così all'obbligo di ricorrere solo alla e-mail governativa ufficiale. Lo scandalo 'emailgate', così venne definito dalla stampa americana, costò caro alla candidata democratica, costretta a difendersi dalle accuse dell'allora candidato repubblicano Trump.
Le rivelazioni di un magazine politico, parlano di conversazioni con alti responsabili da quando il genero del Presidente Usa è entrato a far parte dello staff della Casa Bianca. Entrato in possesso di parte della corrispondenza veicolata attraverso l'indirizzo di email privato, la testata giornalistica sostiene che l'account è stato aperto dopo le elezioni, nel mese di dicembre, nel periodo antecedente l'insediamento del tycoon.
Prima e dopo il 20 gennaio, data ufficiale dell'era Trump, Kushner ha utilizzato l'indirizzo privato in parallelo a quello ufficiale e vi sono transitate e-mail inviate ad alti funzionari della White House, consiglieri esterni e altri individui. I contenuti spaziano dalla copertura dei media alle vicende politiche e alla pianificazione di eventi.
Abbe Lowell, uno dei legali di Kushner, ha confermato la notizia in una dichiarazione alla stampa. "Meno di cento email da gennaio ad agosto sono state inviate, come messaggio o risposta, dal signor Kushner dal suo account di posta personale a colleghi della Casa Bianca". "Solitamente - ha precisato il legale - inoltravano articoli o commenti politici e spesso sono state spedite quando qualcuno iniziava uno scambio inviando e-mail al suo account personale anziché quello della Casa Bianca". Oltre a questo caso, Kushner era già finito nel mirino dei critici per la presunta collusione con la Russia della campagna di Trump, per interferire - secondo l'accusa - nelle elezioni americane del 2016. Su quest'ultima vicenda il procuratore indipendente Robert Mueller ha aperto varie inchieste.
La stampa americana da grande risalto all'accusa nei confronti del genero di Trump. Questo perché da candidato, il Presidente Usa ha ripetutamente attaccato la Clinton per l'utilizzo di un server privato di e-mail quando ricopriva l'incarico di Segretario di Stato degli Stati Uniti d'America. Durante i suoi comizi, Trump spiegava ai sostenitori che l'ex First Lady doveva "andare in carcere" con l'accusa di aver messo in pericolo la sicurezza nazionale. Prese di posizione dure che secondo la politica democratica avrebbero contribuito alla sua sconfitta. L'Fbi concluse successivamente che la Clinton non aveva commesso alcun reato, pur riconoscendo la sua imprudenza.