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Terremoto scuote il Messico, crolli e panico nella Capitale: “Bilancio potrebbe sfiorare 1000 morti”

Città del Messico, 20 Sett 2017 - Ore difficilissime quelle che sta vivando il Messico. Sale di ora in ora il bilancio del terremoto magnitudo 7.1 che ieri ha colpito il Messico mentre 3,8 milioni di persone sono rimaste al buio. Migliaia di persone terrorizzate, poco dopo le 13 di ieri, si sono riversate in strada per sfuggire agli edifici che si sgretolavano, solo 12 giorni dopo il sisma 8.2 che ha ucciso 98 persone e proprio in occasione del 32esimo anniversario del devastante terremoto, uno dei peggiori del Novecento, che il 19 settembre del 1985 in Messico ha provocato 10.000 vittime.

L'epicentro è stato nella regione Morelos, a circa 160 chilometri da Città del Messico, dove almeno 55 persone sono morte Nella capitale, dove sono crollati una quarantina di edifici comprese due scuole, le vittime sono almeno 49, secondo l'ultimo bollettino del capo della protezione civile, Luis Felipe Puente. Tra le vittime, almeno 20 bimbi della scuola elementare Rebsamen, a Città del Messico, ed una maestra.

"Per favore, silenzio! Stiamo lavorando per salvare i piccoli!": questo il grido dei responsabili della protezione civile messicana mentre, circondati dalla folla, tentano di trarre in salvo bambini rimasti sepolti sotto le macerie di una scuola di Città del Messico. I media locali hanno trasmesso le drammatiche fasi del salvataggio in diretta dall'esterno della scuola Enrique Rebsamen, nella zona di Coyoacan, completamente crollata per il terremoto.  14 quelli tratti in salvo dai soccorritori ma per una maestra e 21 bambini non c'è stato nulla da fare.

Nello stato di Puebla, sempre secondo Puente, sono stati registrati 32 morti, nello stato di Messico 10 e nello stato di Guerrero 3. Soccorritori e volontari stanno lavorando senza sosta per estrarre le vittime dalle macerie. È emergenza nazionale", ha dichiarato il presidente Enrique Pena Nieto, attivando anche i militari per i soccorsi. Tutte le scuole sono state chiuse a Città del Messico e negli stati di Puebla e Guerrero. L'aeroporto della capitale, inizialmente chiuso, stato riaperto solo in serata e sembra non vi siano stati registrati danni. Negli ospedali a rischio crollo sono state ordinate evacuazioni. "Dio benedica la gente di Città del Messico. Siamo con voi e saremo accanto a voi", ha twittato ieri il presidente Donald Trump mentre l'ex presidente Barack Obama, sempre con un cinguettio, ha offerto le sue condoglianze inviando "un forte abbraccio a tutti".

In queste ore l'emergenza nell'emergenza è il collasso della rete elettrica. "Il 40% di Città del Messico e il 60% dello stato di Morelos è senza elettricità", ha detto in un messaggio al paese il presidente Enrique Pena Nieto. "La priorità rimane quella di portare soccorso a chi ha ancora intrappolato e prestare assistenza medica ai feriti", ha aggiunto, precisando che il sisma "rappresenta una dura e dolorosa prova per il paese".

Il terremoto sembra che abbia provocato anche un'eruzione del vulcano Popocatepetl, nella regione di Puebla, provocando la morte di 15 persone, secondo il governatore Jose Antonio Gali. È il vulcano più attivo del Messico. L'ultima eruzione era stata registrata lo scorso luglio di quest'anno.

La United States Geological Survey (Usgs), l'agenzia scientifica del governo Usa per il territorio, ha stimato che potrebbe arrivare a 1.000 morti il bilancio del terremoto magnitudo 7.1 che ieri è tornato a far tremare la terra in Messico, 12 giorni dopo il sisma 8.2 che ha causato 98 morti. L'Usgs ha lanciato un'allerta "arancione" sulle possibili vittime e "rossa" per l'impatto economico che, è stato spiegato, richiederà una significativa risposta a livello nazionale e internazionale.

Centinaia di migliaia di persone si sono riversate nelle strade della capitale messicana. Molti anche gli edifici danneggiati, con lesioni e distacchi di facciate. Danneggiato dal sisma anche lo stadio Azteca, tempio del calcio messicano. Evacuati alcuni ospedali, sospese le lezioni nelle scuole. Segnalate perdite di gas e incendi in varie zone. Si sono verificati distacchi dell'energia e delle linee telefoniche: circa due milioni di abitanti sono senza luce.