Porto Torres (SS), 15 Lug 2017 - Secondo la Boldrini i rifugiati della profonda africa sono una risorsa ma secondo il pensare comune ormai sono una minaccia. Dei molestatori ambulanti che manifestano le loro perversioni senza ritegno e senza timore alcuno. Tanto sanno che se presi dopo una direttissima tornano dopo breve tempo a circolare per le nostre strade. E queste ‘risorse, ancora una volta si sono macchiate di un grave fatto: infatti, un gruppo di nigeriani hanno aggredito e molestato sessualmente una capotreno alla Stazione marittima di Porto Torres. La donna, dopo essere stata assalita, è stata costretta a rivolgersi ai medici del Pronto soccorso di Sassari che l’anno subito ricoverata ed ora è sotto osservazione in stato di choc.
Il grave episodio di violenza, l’ennesimo operato da giovani africani, si è verificato questa mattina sul treno in partenza dalla stazione marittima con destinazione Sassari, durante un controllo biglietti.
Dopo la denuncia del brutale episodio, gli agenti della Polizia ferroviaria hanno quasi subito identificato gli aggressori ma al momento non risultano provvedimenti di fermo adottati dall’A.G.
I fatti: La capotreno stava controllando i biglietti quando ha chiesto i ticket di viaggio al gruppo di ragazzi, che ne erano sprovvisti e questi, per tutta risposta l’hanno prima circondata quindi aggredita fisicamente e palpeggiata.
In seguito, inoltre, il fatto è stato denunciato dai rappresentanti sindacali della Fit Cisl. “Non si può continuare così, con i lavoratori dei trasporti in balia dei violenti - dichiara Antonio Piras, segretario generale di categoria - Ormai registriamo un episodio di violenza al giorno e le lavoratrici e i lavoratori non possono essere lasciati soli. Chiediamo a Protezione aziendale di Trenitalia un incontro urgente per valutare ulteriori azioni e iniziative da mettere in campo per meglio tutelare l’incolumità fisica del personale di front-line». Gli fanno eco il segretario Fit Cisl Sardegna, Valerio Zoccheddu, e la responsabile del Coordinamento donne della stessa sigla, Claudia Camedda. Viene denunciata la sempre più crescente «solitudine» del personale di bordo e si chiede con forza alla direzione di Trenitalia Sardegna di farsi carico, con iniziative di prevenzione, «di salvaguardare l’incolumità dei lavoratori e delle lavoratrici che quotidianamente sono vittime di aggressioni fisiche e verbali”.