Il mondo maschile sembra ormai posseduto da un demone che non si rassegna ad una amore finito. Ad una storia che magari si trascinava da tempo con scritto la parola fine. E sempre di più il fenomeno del femminicidio si manifesta in modo sempre più cruento. E nei posti più disparati. Non solo tra le pareti domeniche ma ora e spesso anche per le vie cittadine. Donne uccise come animali della savana dove i cacciatori che si sentono onnipotenti sparano a bestie indifese. Come si trovano appunto le vittime di questo nuovo e terribile fenomeno. Sembra che gli uomini che si sentono in qualche modo traditi e abbandonati, sentano il bisogno di dire: “o mia o di nessuno”. E, poi, veramente, mettono in pratica questo credo orribile. E ieri, infatti, ancora donne uccise solo perché avevano deciso di lasciare il rispettivi partner e in poche ore due signore sono state uccise dai propri compagni. I fatti di sangue si sono verificati nel meridione d’Italia e precisamente a Bari e a Caserta. Comunque i due autori sono stati fermati dopo la scoperta dei corpi delle vittime.
Ieri, la prima notizia di nuovi femminicidio riguardava l’uccisione a coltellate di Donata de Bello, di 48 anni, ma il corpo è stato trovato il giorno dopo in un appartamento al primo piano di una palazzina in corso Sonnino. Per l'omicidio è stato fermato il compagno, Marco Basile, di 32 anni. Tra i due - a quanto si è saputo - c'erano frequenti litigi. Il corpo è stato trovato in camera da letto, avvolto in un tappeto. I fendenti sono stati sferrati con un coltello da cucina che è stato ritrovato dai carabinieri. Uno è stato mortale perché avrebbe reciso la giugulare.
L'avrebbe abbracciata per calmarla durante un violento litigio e lei, che aveva in mano un coltello, si sarebbe ferita mortalmente. È quanto in sintesi avrebbe dichiarato ai Carabinieri di Bari e al magistrato di turno Marco Basile, sottoposto a fermo per l'omicidio della compagna. L'uomo, unico sospettato fin dal ritrovamento del corpo senza vita della donna, è stato interrogato per ore in caserma ma per tutto il tempo ha negato di averla uccisa. È stato fermato con l'accusa di omicidio volontario.
Aveva deciso di lasciarlo e lui per questo l'avrebbe uccisa in piazza. E' successo a Dragoni, nel Casertano. Un uomo di 61 anni ha sparato alla compagna di 49 anni mentre si trovava in una piazza del paese. Da una prima ricostruzione, sembra appunto che la donna avesse deciso di lasciarlo. Il 61enne è stato arrestato dai carabinieri di Piedimonte Matese.
La donna si chiamava Maria Tino. L'uomo, Massimo Bianchi, ha esploso i colpi di pistola nella piazzetta adiacente l'abitazione della vittima. La vittima - secondo una prima ricostruzione - era seduta su una panchina nei pressi della chiesa. L'assassino è arrivato in auto dopo aver fissato un appuntamento con lei, è sceso, ha estratto la pistola e ha sparato a bruciapelo. Poi ne ha vegliato il corpo in attesa dei carabinieri e impedendo a chiunque di avvicinarsi.
In passato, secondo quanto si è appreso, Maria Tino era stata aggredita con un coltello anche dal suo ex marito, tutt'ora detenuto con l'accusa di tentato omicidio. Lei era casalinga, lui operaio. Non risultano denunce nei confronti del 61enne da parte della donna.