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Porto canale di Cagliari, Piero Comandini: a rischio le attività e i posti di lavoro.

Cagliari, 29 Giu 2017 - Il consigliere regionale Piero Comandini primo firmatario, insieme agli esponenti del centro sinistra in Consiglio regionale, di una mozione urgente, sulla ventilata ipotesi di cancellazione degli scali al porto di Cagliari nel servizio Epic/Ios da parte della compagnia di navigazione tedesca Hapag – Lloyd, critica la decisione della compagnia di navigazione che rappresenta, nel porto canale di Cagliari, il principale operatore di movimentazione container.

La compagnia Hapag – Lloyd ha comunicato nei giorni scorsi, la cancellazione degli scali al porto di Cagliari nell’ambito dei collegamenti tra il subcontinente indiano e il nord Europa realizzati con le denominazioni Europe Pakistan India Consortium (EPIC) e Indian Ocean Service (IOS). L’ultima partenza programmata dal porto italiano sulla relazione eastbound sarà quella della portacontainer Teno che lascerà il porto di Cagliari il 29 giugno.

Il Porto canale di Cagliari, scrive l’esponente politico in una nota, grazie alla disponibilità di immensi spazi nell’entroterra dedicati alla movimentazione dei container e all’invidiabile posizione geografica nel Mediterraneo, è diventato uno dei principali terminal container del traffico destinato ai principali porti del Mediterraneo e non solo. Nel 2015 ha fatturato, rispetto al 2014, un incremento di circa il 2,46%, e si conferma quarto porto italiano di transhipment con un trend in continua crescita; l’esponente del Partito Democratico mette in evidenza che ad oggi la potenzialità che offre l’intero terminal non è utilizzata al 100%, basti pensare che la movimentazione attuale è di 1.300.000 teus mentre quella potenziale è di 3.600.000 teus e l’attuale area utilizzata è di 400.000 mq contro i 900.000 mq sfruttabili, attorno alle attività è impegnata una forza lavoro di circa 350 addetti; questo significa - prosegue Comandini – che il porto canale di Cagliari offre ancora grandi possibilità di crescita, assolutamente necessaria per assicurare all’Isola tutte le opportunità di sviluppo, capace di cogliere le opportunità che si aprono e accettare la sfida competitiva che arriva dagli altri porti del Mediterraneo.

Dal 2003 ad oggi non è stato fatto nessun concreto investimento né pubblico né privato facendo venir meno la flessibilità e l'efficienza dei processi portuali in cui il porto primeggiava - chiediamo” – conclude Piero Comandini - un’immediata verifica ed eventualmente, attraverso l’apertura di un tavolo tecnico con tutte le parti coinvolte al processo produttivo del terminal, mettere in campo tutte le strategie possibili al fine di individuare le soluzioni che consentano non solo la prosecuzione delle attività ma il rilancio ed il potenziamento delle stesse, così da rendere il terminal altamente competitivo nell’interesse dello sviluppo della Sardegna e, scongiurare la conseguente perdita di un ingente numero di posti di lavoro.  Red