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La denuncia di Confesercenti Sardegna – Aiuti alle imprese sarde per la competitività: fuori il settore commercio

Cagliari, 15 Giu 2017 - Non sono previsti aiuti alle imprese del commercio nel bando della Regione Sardegna pubblicato in questi giorni.

Gli “Aiuti alle imprese per la competitività – T2” destinati a imprese micro, piccole e medie operanti da almeno 2 anni, al fine di creare opportunità di lavoro favorendo la competitività delle imprese, ha tagliato fuori di fatto oltre 42 mila imprese sarde, iscritte alla camera di commercio, che avrebbero potuto ambire ad una piccola fetta dei 10 milioni di euro stanziati per rilanciare la propria attività, ma soprattutto non potranno usufruire della grande opportunità che il bando per la prima volta offre: la realizzazione o l’acquisto di immobili e/o altre di opere.

“Una vera e propria novità di cui da tempo si sente la necessità, soprattutto nel nostro settore così fortemente provato da affitti esorbitanti – interviene Roberto Bolognese, presidente Confesercenti Sardegna – ci viene sempre detto che siamo il settore trainante dell’economia sarda, eppure quando si mettono sul tavolo le opportunità veniamo tagliati fuori. Avere la possibilità di comprare l’immobile significa capitalizzare nella propria attività, fare investimenti utili per lo sviluppo.”

E in effetti 1 impresa su 4 in Sardegna è del settore commercio. Eppure nulla. In questo giro i commercianti devono stare al palo in attesa della nuova misura T1-T2 che dovrebbe essere in pubblicazione i prossimi giorni, ma destinato però solo ad attività nuove o fino ai due anni. Slitterà invece a settembre la pubblicazione del bando T1 per imprese con più di due anni.

“Ci chiediamo se in questo bando verrà inserita la possibilità di acquistare gli immobili, - dice Gian Battista Piana, direttore Confesercenti Sardegna- e se il settore commercio verrà preso in considerazione almeno in questo frangente; già in passato nel bando T1 il principio secondo il quale era vietata la mera sostituzione di attrezzature vecchie con attrezzature nuove aveva penalizzato oltremodo il commercio. Per un bar e soprattutto per gli esercizi di vicinato dei vari settori diventa veramente difficile dimostrare l’innovazione come pretesa dagli istruttori delle pratiche. Se ancora una volta il commercio venisse tagliato fuori dagli aiuti sarebbe un’autentica ingiustizia: insomma ci dicano quale è il peccato originale di questa categoria, che pena dobbiamo scontare ancora e quale la motivazione”.

E poi il rilancio: “Se davvero si vuol fare qualcosa di importante e finalmente dare sostanza alle parole - conclude Bolognese - questo settore traino dell’economia chiede che nei prossimi bandi venga messo un disclaimer in cui venga garantita una riserva per il commercio e soprattutto per chi opera nei centri storici, solo così si potrà dare un vero e proprio impulso alla crescita e allo sviluppo dei centri commerciali naturali e della vita delle città”. Com