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Dichiarazione su Federalismo fiscale, del presidente del Consiglio Sardegna Ganau in Commissione parlamentare

Roma, 7 Giu 2017 – Un'autonomia finanziaria compiuta che garantisca gli stessi strumenti e l'equilibrio dei parametri applicati nel rispetto della particolarità e della specialità dei territori; un riequilibrio del coordinamento centrale compatibile con un effettivo sistema autonomistico la cui limitazione, in questi anni, ha provocato gravi ricadute per la spesa sociale e per i servizi ai cittadini, e infine il rafforzamento di quel percorso che vede nell'accordo e nelle norme di attuazione lo strumento più idoneo all'adeguamento degli statuti e del principio di specialità.

Sono le proposte che il presidente del Consiglio regionale della Sardegna, Gianfranco Ganau ha illustrato questa mattina durante i lavori della Commissione parlamentare per l’attuazione del federalismo fiscale, presieduta da Giancarlo Giorgietti. Il massimo rappresentante dell’Assemblea sarda è stato ascoltato in qualità di coordinatore delle Speciali, chiarendo la posizione delle assemblee legislative che negli ultimi mesi hanno lavorato insieme per rappresentare i tratti comuni di esperienze, certo in parte diverse nelle previsioni statutarie, nelle condizioni economiche e sociali dei territori e nei tempi di attuazione. Un filo comune però lega le esperienze delle autonomie speciali che oggi, come ribadito nel documento approvato a Cagliari lo scorso 28 aprile, in occasione de Sa die de Sa Sardigna, assume un significato importante per tutto il sistema regionale.

«La legislazione della crisi ha sacrificato l’autonomia, lo Stato ha privilegiato la via del coordinamento finanziario, utilizzando in modo centralistico le norme costituzionali legate al principio di equilibrio di bilancio di derivazione europea – ha sottolineato il presidente Ganau – per questo motivo tutte le regioni, e le autonomie in genere hanno pagato un prezzo troppo alto in termini di risorse e soprattutto in termini di servizi; secondo noi - ha aggiunto - ma lo ha attestato a più riprese anche la Corte dei Conti, si è pagato un prezzo sproporzionato soprattutto se si guarda ai servizi fondamentali che sono venuti meno per i cittadini. Di fatto, colpire la spesa locale ha portato a colpire principalmente la spesa sociale.

Il massimo rappresentante dell'Assemblea sarda ha spiegato come le autonomie speciali hanno provato a percorrere, anche se in modi e fasi diversi, la via segnata dall’articolo 27 della legge 42, cioè quella dell’accordo diretto a calare nei singoli ordinamenti, e secondo le rispettive condizioni ed economie, i principi della legge.

«In tutti i casi un percorso difficile – ha spiegato - contrassegnato da ripensamenti e violazioni da parte statale. Da un lato è parso possibile in alcuni casi arrivare ad una qualche certezza in ordine alle entrate a vantaggio dell’autonomia regionale, estesa a nuove onerose funzioni; dall’altro ritardi, interpretazioni restrittive, mancati versamenti da parte dello Stato fino ai pesanti accantonamenti, che sono in realtà decurtazioni dei trasferimenti, hanno penalizzato le autonomie. Come assemblee legislative, la preoccupazione è legata alla natura di molti degli accordi, che condotti spesso in via esclusivamente interna dagli esecutivi, vengono poi riversati nei bilanci statali e regionali senza che sia possibile effettuare una reale verifica delle decisioni assunte. Il sistema delle norme di attuazione – ha concluso - è invece quello che più di tutti può dar luogo a norme stabili e a discipline compiute, frutto di una vera composizione di normative locali e statali; non a caso è espressamente richiamato dalle leggi statali sia per l'attuazione del federalismo fiscale, sia per l'omogeneizzazione dei sistemi contabili, avendo inoltre il pregio di coinvolgere nella maggior parte dei casi le assemblee legislative delle autonomie speciali». Red

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