Roma, 31 Mag 2017 - La direzione nazionale del Partito Democratico ha approvato, con 33 astenuti, la relazione del segretario Matteo Renzi, che ha proposto la legge elettorale sul modello tedesco. Orlando: annunciamo l'astensione Ad astenersi sono stati i delegati che fanno capo ad Andrea Orlando. "Noi volevamo marcare il fatto che riteniamo vincolante il deliberato della direzione ma vogliamo che ci sia il coinvolgimento dei gruppi parlamentari che approfondisca la discussione. Non mi pare che questo confligga con la Costituzione", ha detto il ministro della Giustizia presentando un ordine del giorno alla direzione del Pd, dopo la replica del segretario, Matteo Renzi, sulla proposta di legge elettorale mutuata dal sistema tedesco. "Annunciamo il voto di astensione" sulla relazione del segretario, ha detto.
Matteo Renzi, nella sua relazione, aveva chiesto il sì della direzione Pd al sistema tedesco, con l'impegno a chiudere entro la prima settimana di luglio perché "sennò poi non si fa più". Il segretario Pd lo ha detto parlando alla direzione del partito: "Non sono un entusiasta del sistema proporzionale con sbarramento al 5% ma sento la responsabilità di parlare alle prossime generazioni. E vi chiedo - con un ringraziamento a Ettore Rosato - di votare la relazione con il consenso del Pd per andare a accettare il sistema tedesco, con quella indicazione sulla data, vale a dire entro la prima settimana di luglio. Perché se non si fa entro la prima settimana di luglio poi non si fa più".
Infatti, sembra delinearsi un percorso parlamentare per l'iter della riforma. "Durante l'incontro tra il Partito democratico e Forza Italia in merito alla riforma della legge elettorale, i capigruppo Dem e 'azzurri', Rosato, Zanda, Brunetta e Romani, hanno concordato - certifica una nota del gruppo FI alla Camera - un calendario dei lavori per le prossime settimane". Dunque "domani, mercoledì 31 maggio, verrà presentato in commissione Affari costituzionali a Montecitorio il maxiemendamento Fiano al testo base; giovedì 1 giugno inizieranno le votazioni in Commissione; il nuovo testo base arriverà in Aula alla Camera lunedì 5 giugno, e qui verrà approvato nel più breve tempo possibile; il testo licenziato dalla Camera arriverà al Senato, dove la nuova legge elettorale verrà approvata in modo definitivo entro la prima settimana di luglio".
"Ribadisco che il governo si augura un'intesa sulla legge elettorale, ma che non abbiamo un ruolo da protagonisti. Confermo che il governo è nella pienezza dei suoi poteri e ha degli impegni che intende mantenere". Lo ha detto il premier Paolo Gentiloni in un incontro stampa con il primo ministro canadese Justin Trudeau.
31 senatori di area ‘Orlandiana’ avevano invitato il Partito democratico ad evitare "un salto nel buio con il voto in autunno". Si rischia l’esercizio provvisorio di bilancio, sarebbe una grave responsabilità, hanno spiegato. Inoltre, nel merito della riforma elettorale, gli orlandiani del Pd ritengono che occorra scongiurare il proporzionale che produrrebbe instabilità e ingovernabilità.
Il sistema proporzionale sul quale si sta delineando un accordo rischia di cancellare il centrosinistra, secondo il ministro della Giustizia Andrea Orlando. "Mi auguro di essere cattivo profeta, ma con la scelta che stiamo per compiere rischiamo di mettere un tratto definitivo su una parola che è stata il frutto della conquista di questo ventennio, la parola centrosinistra. Penso che dovremo evitare questo rischio". Peraltro, "sarà un nostro problema spiegare come un esito probabile di questa campagna elettorale, cioè la costruzione di un'alleanza con Fi, sia compatibile con un disegno riformista del Paese. Può darsi che riusciremo a spiegare che con un risultato eccezionale noi eviteremo questo rischio. Faremo questo? Io lo farò, non so se sarà sufficiente".
"Il Pd non può scimmiottare le destre e non può neppure allearsi con le destre. Su questo il Pd deve prendere una decisione e lo deve fare attraverso un programma di governo. La conferenza programmatica che non siamo riusciti a fare, bisogna farla e davvero in fretta, data la situazione. Altrimenti rischiamo di non farla", dice Michele Emiliano.
Preoccupazione - non per la possibile nuova legge elettorale, ma per un eventuale anticipo dell'appuntamento alle urne - è stata espressa dal Ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan. "Sotto cicli elettorali in Italia ma anche negli altri paesi è molto difficile fare cambiamenti" - spiega - parlando di riforme e di Europa ad un convegno a Roma. Il ministro, senza fare riferimento specifico alla situazione attuale dell'Italia, ha osservato come sia opportuno "pensare a meccanismi politici che permettano transizioni verso istituzioni più forti al netto dei cicli elettorali dove è difficile fare cambiamenti". "Abbiamo avuto dimostrazione che le crisi accelerino i cambiamenti, ma quindi - si è chiesto il ministro - dobbiamo sperare in un'altra crisi? No, dobbiamo avere l'impulso politico per portare avanti il cambiamento".
Il ministro degli esteri Angelino Alfano spiega che "il problema non è la soglia" e annuncia: "ci uniremo a altre forze". Poi l'affondo alla maggiore forza politica del Paese: "Non capisco la fretta del Pd di portare l'Italia al voto tre o quattro mesi prima in piena legge di stabilità - tuona il ministro degli esteri Angelino Alfano - rivolgo un appello al Pd pensino all'Italia e al danno che questa impazienza di rientrare al palazzo può fare all'economia".