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Politiche attive per il lavoro, diffusi report su garanzia giovani, contratto di ricollocazione e Flexicurity

Cagliari, 30 Mag 2017 – Gli effetti delle più rilevanti politiche attive per il Lavoro avviate in Sardegna - Garanzia Giovani, Contratto di ricollocazione e Flexicurity - sono misurabili. I report affidati ad organismi indipendenti (Accenture Analytics per Garanzia Giovani e Flexicurity e all’Asvapp - Associazione per lo Sviluppo della Valutazione e l’Analisi delle Politiche Pubbliche - per il CRiS), basati sull’elaborazione dei dati estratti dal SIL, rivelano che le azioni adottate hanno raggiunto in molti casi risultati buoni e, in certi casi, addirittura sorprendenti, tenuto conto dell’oggettiva difficoltà dei target a cui erano rivolte le misure. In particolare i report mostrano che i destinatari che hanno aderito alle tre politiche del Lavoro esaminate ottengono risultati migliori nel cercare l’impiego, rispetto a chi, nelle stesse condizioni, non ha aderito.

“Le politiche attive per il lavoro e la flexicurity sono punti chiave nel nostro programma di governo e queste cifre mostrano che stiamo andando nella direzione giusta”, spiega il presidente della Regione Francesco Pigliaru. “Siamo andati oltre le politiche passive, cioè il semplice sostegno dato alle persone per rimanere a casa anche per anni, che determina perdita di professionalità e uscita dal mercato del lavoro. Con le politiche attive affianchiamo chi è in difficoltà, e lo aiutiamo ad essere più 'occupabile'. Abbiamo ottenuto molto, e avremmo potuto ottenere di più se fossimo stati accompagnati quanto ci saremmo aspettati dalle politiche nazionali - conclude Francesco Pigliaru -, ma è comunque un cambiamento di contesto importante che ci siamo presi la responsabilità di fare”.

"Diffondiamo questi dati per dare piena e completa informazione sulle misure che abbiamo adottato e sui loro effetti", dice l'assessora del Lavoro Virginia Mura. "Ci sembra utile, oltre che doveroso, anche per smentire i pregiudizi che, in questi anni, abbiamo visto riprodursi acriticamente e che, almeno in alcuni casi, forse hanno indirettamente danneggiato lavoratori che hanno rinunciato all'adesione ai nostri interventi. Naturalmente siamo consapevoli che abbiamo ancora tante risposte da dare ai sardi, e proprio sull'analisi puntuale e critica di questi risultati fonderemo la riprogrammazione delle politiche del Lavoro che presto porteremo all'esame della Giunta, valorizzando i punti positivi e correggendo il tiro laddove serve".

Promosso dall’Ue come risposta alla crisi dell’occupazione giovanile, il Piano Garanzia Giovani è rivolto ai giovani tra i 15 e i 29 anni che non lavorano e non frequentano alcun corso di istruzione o formazione (NEET). L’obiettivo è la loro attivazione, in funzione dell’inserimento nel mercato del lavoro o del ritorno nel percorso scolastico.

In base all’elaborazione fornita da Accenture Analytics, la Sardegna risulta essere la regione che ha la migliore performance (in percentuale rispetto alle adesioni) in quanto a prese in carico ed assunzioni.

In Sardegna gli iscritti al programma sono stati 51.295, di cui il 51% ragazze. A seguito della “presa in carico” dai Centri per l’Impiego, 25.585 ragazzi (circa il 50% degli iscritti totali) sono stati avviati al lavoro e, al 28 aprile scorso, il 59% di questi – pari a 15.044 persone – risultavano ancora occupati, e ben 5.265 con contratti a tempo indeterminato.

I giovani “trattati” con Garanzia Giovani, a cui cioè, oltre alla presa in carico, è stata applicata ulteriormente almeno una delle otto misure che compongono il Programma, sono 14.989: circa la metà (7.228) ha avuto almeno un rapporto di lavoro dopo l’avvio della misura e, allo scorso 28 aprile, 4.323 di questi ragazzi (circa il 60%) risultavano ancora occupati.

Il CRiS si concluderà nel mese di dicembre 2017, ed è destinato a 2.708 lavoratori beneficiari della prima concessione della mobilità in deroga, dunque fuoriusciti dal mercato del lavoro da un periodo relativamente breve. I 1.421 lavoratori che hanno aderito hanno potuto scegliere una delle 47 agenzie private accreditate all'erogazione di servizi per il lavoro (per ricevere orientamento, facilitazione all'incontro domanda-offerta e accompagnamento al lavoro).

Sono stati firmati 1.241 contratti di ricollocazione e 1.137 piani di reinserimento. Dopo sei mesi dalla presa in carico “la probabilità di trovare un lavoro – scrive l’Asvapp nel suo report – è pari al 15,5%, mentre sarebbe stata del 10,3% in assenza di CRiS, mentre dopo nove mesi l’effetto stimato sale a circa il 21,3%”.

Grazie al CRiS sono “sbarcate” in Sardegna agenzie che non erano presenti nell’Isola, mentre altre hanno potenziato la loro presenza sul territorio. La misura, inoltre, ha generato una forte innovazione nell’ambito dei servizi per il lavoro, grazie all’introduzione della remunerazione a risultato (tramite voucher) per le agenzie che riescono a ricollocare il lavoratore preso in carico.

 

Programma regionale destinato al reinserimento dei lavoratori fuoriusciti dal bacino degli ammortizzatori sociali in deroga, la misura ha riguardato una platea di 4.821 lavoratori, 3.082 dei quali hanno aderito: il 52% di loro ha un’età superiore ai 45 anni, e nel 70% dei casi possiede la sola licenza elementare o media. Parliamo dunque di lavoratori molto difficili da reinserire nel mercato del lavoro.

Il buon risultato della misura emerge dal fatto che il 43% degli aderenti a Flexicurity sono stati avviati al lavoro (contro il 28% dei potenziali destinatari che non hanno aderito). Al 28 aprile scorso, 786 lavoratori risultavano ancora occupati, dei quali 298 a tempo indeterminato.

1.260 lavoratori, nel percorso di Flexicurity, hanno partecipato a un tirocinio presso un’azienda: per il 42% di loro è conseguito un avviamento al lavoro e nel 66% di questi casi restano occupati al 28 aprile. Il tirocinio – emerge dal report Accenture Analytics – dà risultati migliori se l’assunzione è effettuata dallo stesso soggetto ospitante: in questo caso i lavoratori restano occupati nell’84% dei casi, e con l’86% di assunzioni a tempo indeterminato.

 

Dall’analisi delle misure emerge anche la funzione svolta dalla rete di Centri per l’Impiego, disegnata dalla legge regionale 9/2016, che sotto la regia unica della Regione, ha garantito una applicazione omogenea delle misure su tutto il territorio della Sardegna: proprio uno degli obiettivi coltivati dalla Riforma. Non solo: i report mostrano che la “presa in carico” da parte dei Cpi garantisce migliori risultati rispetto ad una attivazione “in proprio” da parte dei lavoratori, tanto nella quantità che nella qualità delle occasioni di lavoro che ne conseguono. È solo il primo step di un processo di riforma, ancora in corso di attuazione, che costituisce una infrastruttura immateriale su cui i lavoratori sardi potranno contare ben oltre la stagione politica in corso.

 

I dati raccolti saranno oggetto di una specifica iniziativa di diffusione tecnica, durante la riunione del prossimo Comitato di Monitoraggio sul Fondo Sociale Europeo, in programma a Cagliari a fine giugno, in cui in particolare la Flexicurity verrà presentata come buona pratica. Non solo: le puntuali elaborazioni statistiche realizzate sono la base della riflessione in atto sulla rimodulazione delle Politiche attive del Lavoro, che presto sarà discussa - previo confronto con le parti sociali - dalla Giunta Regionale, fornendo utili strumenti di analisi sia per le misure che hanno dato migliori performance, che da sperimentali diventeranno strutturali, sia per l’adozione di nuovi strumenti e per la revisione degli esistenti.