Cagliari, 26 Mag 2017 - "La spesa sanitaria in Sardegna nel 2015 non è cresciuta, ma - al contrario - ha registrato un decremento rispetto agli anni precedenti". Lo afferma l'assessore della Sanità, Luigi Arru, commentando il Rapporto Crenos sui costi sanitari.
"Lo dice la Corte dei Conti nella verifica del rendiconto della Regione" prosegue l'esponente della Giunta. "I giudici contabili hanno riconosciuto che gli stanziamenti finali della spesa sanitaria per il 2015 costituiscono il 34,17% degli stanziamenti complessivi della Regione, con una diminuzione del 10% rispetto alla percentuale di incidenza del 2014. Va ricordato, peraltro, che senza la spesa per i farmaci innovativi (pari a 60 milioni) il decremento sarebbe stato ancor più notevole.
Se è vero che il costo per il personale è aumentato, altrettanto vero è che negli ultimi tre anni sono state ridotte le spese per le consulenze, le collaborazioni, i rapporti interinali (-10,39%)". Quanto al raffronto tra il Prodotto Interno Lordo della Sardegna e quello medio italiano, per Arru "non si può utilizzare tale indicatore senza considerare la grande differenza nella ricchezza tra le Regioni italiane; simili raffronti, laddove eccessivamente semplificati, rischiano di essere decisamente fuorvianti.
E' corretto, infine, affermare che la spesa pubblica pro capite è lievemente più alta rispetto alla media nazionale, ma in Sardegna la spesa privata sanitaria pro capite è decisamente molto più bassa (480€ verso 553€) e questo dimostra che la salute non è un diritto riservato ai sardi che se lo possono permettere".