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Ieri al Teatro lirico di Cagliari la Lucia Di Lammermoor: Il confine tra amore e follia

Cagliari, 6 Mag 2017 - Due famiglie in conflitto, due giovani innamorati, un atroce inganno, una tragica fine. Si tratta forse di Romeo e Giulietta? No, bensì di Lucia di Lammermoor il melodramma di Donizetti, in scena al Teatro Lirico di Cagliari fino al 14 maggio.

L'opera, ambientata in Scozia, narra la triste vicenda di Lucia membro della famiglia di Ashton, storica rivale dei Ravenswood, il cui "ultimo avanzo di una stirpe infelice" è Edgardo. Quando si dice che la sorte gioca dei brutti scherzi, ecco che Lucia si innamora proprio di Edgardo e si promette in sposa al suo amato. Ed è qui che interviene l'inganno. Enrico, fratello di Lucia e nemico di sangue di Edgardo, organizza un tranello con cui riesce a far separare i due nubendi e far sposare Lucia con Arturo Bucklaw, un nobile in grado di riportare gli Ashton all'antico fasto. Come si suol dire due piccioni con una fava. Tuttavia, il suo piano gli si ritorce contro in quanto la sorella, dopo le nozze, presa da un raptus di follia uccide Arturo ed in seguito muore a causa del "mal di cuore" per la perdita di Edgardo. Costui, appresa la notizia, decide di porre fine alla sua vita, uccidendosi stoicamente con un pugnale non potendo vivere ancor di più in un giorno che la sua Lucia non potrà vedere tramontare ("Questo dì che sta sorgendo tramontar più non vedrà la mia Lucia?).

Tale melodramma viene posto in scena al Teatro Lirico di Cagliari tramite un allestimento assai minimalista. Aspetto peculiare è la persistente presenza di una panchina, rivolta di spalle al pubblico. Nel corso dello spettacolo questo elemento scenografico dà la sensazione di uno spettatore speciale che assiste allo sviluppo della vicenda da una posizione privilegiata. Si tratta forse del fantasma della donna uccisa da un avo di Edgardo a cui Lucia fa più volte riferimento quasi ad evidenziare il parallelismo con la sua sorte? oppure della stessa Lucia nel momento in cui muore ed Edgardo rivolgendosi a lei in quella posizione decide il suo fato? Non è dato sapersi, ad ognuno la sua interpretazione.

Il regista Denis Krief ed il maestro Salvatore Percacciolo riescono a dare vita ad uno spettacolo affascinante connotato da belle musiche, da giochi di luce ed effetti suggestivi, come l'uso di una tenda nera trasparente per attestare la separazione tra Lucia e la realtà al momento della follia. Per quanto riguarda gli interpreti, Gilda Fiume, nei panni di Lucia è riuscita a pieno con la sua performance canora e recitativa ed esprimere i sentimenti di Lucia. Specialmente in occasione della scena della pazzia ha dato prova di un talento innato, continuando a cantare in modo incessante con poche pause, senza perdere ritmo e tono della voce. Il pubblico è stata talmente colpito dalla sua prestazione da tributarle un applauso a scena aperta, come non se ne vedevano da parecchio al Teatro Lirico di Cagliari. Non è stato però da meno il tenore Matteo Desole (intervenuto in sostituzione di Roberto De Biasio), dotato di una voce potente e suggestiva, capace di calamitare e al contempo affascinare gli spettatori.

Alla luce di tali elementi e soprattutto di queste musiche e questi interpreti, lo spettacolo merita senza dubbio l'attenzione degli amanti della lirica. Non sarà la Turandot, non sarà la Bohème, o le Nozze di Figaro, ma senza dubbio non sfigura rispetto a tali opere in quanto colma di passione, sentimenti ed in grado di emozionare nei suoi passaggi chiave, grazie anche a Gilda Fiume e Matteo Desole, oltre all'orchestra e al coro del Teatro Lirico di Cagliari, una delle eccellenze italiane.