Washinton, 1 Apr - "Siamo in una guerra commerciale", dice il segretario al commercio americano, Wilbur Ross, ammonendo che "gli Stati Uniti non si inchineranno più al resto del mondo sul fronte del commercio". Le parole di Ross - intervistato dalla Cnbc - arrivano nel giorno in cui il presidente Donald Trump vara due decreti per combattere il deficit commerciale Usa nei confronti dei propri partner.
Il presidente americano ha firmato due decreti che hanno l'obiettivo di "combattere gli abusi commerciali" nei confronti degli Stati Uniti. Il primo decreto avvierà un'ampia revisione del deficit commerciale Usa, per identificare eventuali forme di "abusi commerciali" che hanno contribuito a creare tale deficit. Il secondo ordine avrà lo scopo di rafforzare le regole antidumping e la loro applicazione, "per impedire che le aziende straniere facciano concorrenza sleale a quelle americane".
"Il mio messaggio è chiaro: da oggi in poi chi viola le regole deve sapere che subirà le conseguenze". Ha detto Trump in occasione della firma dei due decreti contro gli abusi commerciali.
E nel mirino del tycoon non c'è solo il made in Europe. Ieri, il presidente Usa ha già preannunciato sul suo profilo twitter che l'incontro con il presidente cinese Xi Jinping fissato per la prossima settimana sarà "molto difficile". Quella cinese è la seconda economia del mondo. "Noi - ha continuato the Donald nel tweet - non possiamo più avere enormi deficit commerciali (...) e perdite di posti di lavoro. Le imprese americane devono essere pronte a cercare altre alternative". Quello del 6-7 aprile al Mar-a-Lago, il resort privato del presidente americano, sarà il primo incontro tra i due leader. Trump nella campagna elettorale ha usato spesso l'argomento della Cina, sostenendo di voler aumentare fortemente i dazi doganali e accusando i cinesi di "rubare" milioni di posti di lavoro agli americani.
Mentre la Commissione Ue "segue da vicino" la questione, a Bruxelles nessuno per ora vuole parlare di "conflitto" perché non ci sono stati ancora atti formali da parte dell'amministrazione Trump. Inoltre, sempre da Bruxelles si fa notare che eventuali tariffe sui prodotti Ue imposte dagli Usa come misura di rappresaglia "dovrebbero essere autorizzate dall'Organizzazione Mondiale del Commercio". La polemica intanto rimbalza da una sponda all'altra dell'Atlantico. Dall'Italia replica il presidente del consiglio Paolo Gentiloni, secondo cui "dazi e protezionismi sono chiusure che non devono mettere un freno alla qualità, perché la qualità è crescita e la crescita deve essere per tutti".
Con queste parole, il presidente della Piaggio, Roberto Colaninno, commenta in una intervista al Corriere della Sera la minaccia Usa di imporre forti dazi su diversi prodotti di punta europei, fra cui la Vespa. "Purtroppo ho visto la notizia. Una guerra commerciale? Non lo so. Di certo non è un bacetto. Questa crociata protezionistica ci procura più un danno di immagine che finanziario. Altri marchi europei patiranno molto di più: l`austriaca Ktm, ma anche la tedesca Bmw", spiega il numero uno della Piaggio. "Che cosa dobbiamo fare? Non possiamo fare la guerra all`America. Speriamo che si sgonfi tutto. Comunque non sono sicuro che saremo toccati. Piaggio produce le Vespe anche in Vietnam. E non è ancora chiaro se questi nuovi dazi colpiranno il marchio e i codici che identificano i prodotti o il Paese che li produce. Perché se fosse una misura contro il Paese, noi potremmo aggirarla facilmente vendendo in America le Vespe prodotte in Vietnam", chiosa Colaninno.
Tra i quali la Vespa della Piaggio e l'acqua minerale San Pellegrino. Ma ci sono anche l'acqua minerale Perrier, le moto dell'austriaca Ktm e quelle della svedese Husqvarna, alcuni formaggi francesi tra cui il Roquefort e il foie gras francese.