Cagliari, 10 Mar 2017 - L’aggiornamento ai primissimi mesi del 2017 dei principali indicatori economici per il settore delle costruzioni, mostra un quadro ancora ambivalente. Da un lato il segmento privato: nel 2016 tutte le destinazioni delle nuove aperture di finanziamento legate al settore delle costruzioni mostrano un segno positivo, che corrisponde ad un consolidamento di una inversione di tendenza avviatasi, in alcuni casi, già nel 2014, o all’avvio di una nuova fase espansiva, come nel caso dei finanziamenti di investimenti residenziali. Alle nuove aperture di credito è corrisposto, con uno slittamento temporale di circa 1 anno, la ripresa del mercato immobiliare, in atto dal 2015 per quello residenziale, più instabile invece con riferimento al patrimonio non residenziale. Al contempo assai più volatile il mercato pubblico, ma anche l’impatto che lo scenario ancora molto incerto esercita sul fronte dell’offerta.
Per le opere pubbliche, il livello della spesa in gara nel 2016 risulta inferiore del 52% rispetto al 2015, in corrispondenza di un numero di interventi che perde più di ¼ delle opportunità.
Sul fronte dell’offerta gli indicatori registrano ancora la debolezza del settore, in un contesto economico altrettanto fragile: le imprese di costruzioni attive alla fine del 2016 si sono ridotte dell’1,3%, registrando la settima flessione consecutiva dal 2010. Allo stesso tempo gli occupati del settore perdono l’8%.
La combinazione di questi indicatori contrastanti, insieme alla considerazione dei bassissimi livelli raggiunti dalla produzione settoriale, ha portato ad una posticipazione della prima, modesta ripresa settoriale al 2017.
In base alle nuove stime, il valore della produzione delle costruzioni in Sardegna nel 2016 si è ridotto dell’1%, stimato in 4,6 miliardi di euro di cui 3,3 miliardi relativi ad investimenti, 952 milioni destinati alla manutenzione ordinaria e 123 milioni del settore degli impianti per fonti energetiche rinnovabili. Quest’ultimo segmento vale il 2,5% del mercato regionale delle costruzioni, ma nel 2011, nel pieno della fase speculativa, era pari al 22% grazie in particolare al contributo eccezionale della componente energetica solare.
Risultato, quello descritto, frutto della stagnazione della nuova produzione (-0,6%) e di una contrazione degli interventi di manutenzione straordinaria del patrimonio esistente, dell’ordine del 2,1%. Sostanzialmente stabile il grande mercato della manutenzione ordinaria, che riduce l’entità della flessione del recupero all’1,2%.
Le previsioni per il 2017 - Le primissime indicazioni per il 2017 affidano l’avvio di una ripresa settoriale, stimata nel +1,5%, trainata dal segmento del rinnovo, +2,4%, da alcuni segmenti della nuova produzione che nel complesso dovrebbe crescere dell’1%, dalle opere pubbliche (+2,5% nel nuovo e +2,4% nel rinnovo).
L’analisi della Cna - “La crisi devastante di questi anni – dichiarano Porcu e Sarais – è il frutto in primo luogo della caduta degli investimenti pubblici, delle restrizioni di bilancio e dai vincoli di spesa, ma anche di una seria irrisolta di questioni, sulla quale il Governo regionale è chiamato ad agire con urgenza: riordino e semplificazione del quadro normativo; approvazione della nuova legge urbanistica e dell’adeguamento del P.P.R.; Maggiore capacità della macchina pubblica di far correre la spesa.
Ininfluente fin qui il contributo offerto dal Piano regionale delle opere pubbliche e infrastrutturali, di cui in questi anni la capacità di spesa è stata pari a 1/3 delle risorse disponibili”.
I mercati provinciali - Gli unici territori in crescita nel 2016 sono la Gallura +1,1%, trainata dalle nuove produzioni sia edilizia che infrastrutturale, e l’Iglesiente +1,7% grazie al rinnovo edilizio. Ogliastra -11,9% e Nuoro -3,1% i territori più penalizzati in forza delle riduzioni della spesa nelle opere pubbliche. Male anche Sassari -2%, con Cagliari stabile a -0,3%.
Nel 2017, sono Cagliari +5,6%, trainata da una crescita generalizzata, e l’Ogliastra +6,3%, grazie al rinnovo. Stabili Oristano e Nuoro. Produzione in calo a Olbia-Tempio -3,1% e nel Sulcis -2,1%, con Sassari che cresce del 1,3%.
Cagliari è sempre il territorio che assorbe la quantità maggiore di risorse pari al 30%. Al secondo posto la provincia di Sassari con il 16%, valore vicino anche ad Oristano. Seguono Olbia-Tempio con il 14% e Nuoro con il 10%. Red