Washington, 28 Gen 2017 - Donald Trump ha firmato un ordine esecutivo "per tenere i terroristi dell'Islam radicale fuori dagli Usa". Si tratta dell'annunciato decreto sui "controlli accurati" per i rifugiati che arrivano da Paesi considerati a rischio. La firma è avvenuta al dipartimento della Difesa, dove si è svolta la cerimonia formale del giuramento del nuovo capo del Pentagono, James Mattis.
"Non vogliamo terroristi nel nostro Paese - ha detto Trump - non dimenticheremo la lezione dell'11 settembre, non solo a parole ma anche con azioni".
L'ordine esecutivo è stato denominato "Protezione della nazione dall'ingresso di terroristi stranieri negli Stati Uniti".
"Vogliamo assicurare che non venga ammessa nel nostro Paese quella stessa minaccia che i nostri soldati stanno combattendo all'estero", ha detto Trump annunciando le nuove misure restrittive. "Vogliamo ammettere nel nostro Paese solo coloro che sosterranno il nostro Paese ed ameranno, profondamente, la nostra gente".
Ingresso negli Stati Uniti sospeso per tre mesi per i cittadini di sette paesi musulmani: Siria, Libia, Iran, Iraq, Somalia, Sudan, Yemen.
Nel suo ordine esecutivo per impedire l'ingresso di terroristi islamici negli stati uniti, il presidente americano Donald Trump ha sospeso per 120 giorni il programma di ammissione di tutti i rifugiati e fino a ulteriore comunicazione l'ingresso di quelli siriani. "L'ingresso di cittadini e rifugiati siriani" è "dannoso per gli interessi del paese".
Dopo i 120 giorni di sospensione dell'ingresso negli stati uniti per tutti i rifugiati, l'ordine esecutivo del presidente americano Donald Trump prevede di dare priorità a quelli appartenenti a minoranze perseguitate per motivi religiosi. Secondo il provvedimento, le autorità locali e statali dovrebbero avere un ruolo nel decidere se i rifugiati si possano insediare.
Nel suo giro di vite per difendere gli stati uniti dall'ingresso di terroristi islamici, il presidente americano Donald Trump ha sospeso con effetto immediato il programma visa interview waiver, che consentiva ai cittadini stranieri titolati di chiedere il rinnovo del visto senza affrontare il colloquio personale con le autorità diplomatiche usa.
Il rapporto con Mosca è stato al centro dell'agenda dell'incontro alla Casa Bianca tra Donald Trump e Theresa May. "Troppo presto per parlare delle sanzioni con la Russia", ha detto il presidente americano nella conferenza stampa congiunta, alla vigilia della prevista telefonata fra Trump e i presidente russo Vladimir Putin. Gli ha fatto eco la premier britannica: "Pensiamo che le sanzioni debbano continuare finché gli accordi di Minsk non saranno stati applicati nella loro interezza, e in seno all'Unione Europea tutti continuiamo a seguire questa linea".
"Le relazioni tra Usa e Gran Bretagna non sono mai state più forti", dice Trump al termine dell'incontro con Theresa May. " È un grande onore la sua visita", osserva, sottolineando che è la prima di un leader straniero dopo il suo insediamento. Trump ricorda anche il "rapporto speciale" che lega i due Paesi. Il Regno Unito "ha diritto all'autodeterminazione. Il popolo britannico indipendente è una cosa buona per il mondo", afferma Trump, che assicura: "Vogliamo rafforzare i legami economici tra i due Paesi". "La Brexit sarà una cosa fantastica per i britannici", aggiunge.
"Dobbiamo ridare prosperità ai nostri popoli", avverte Theresa May, indicando la missione dei governi di Regno Unito e Stati Uniti. E spiega: "Servono economie che funzionino per l'intero Paese, che mettano gli interessi della gente comune davanti a tutto il resto". Poi assicura: il presidente Usa "ha promesso di sostenere la Nato al 100%" e annuncia che Donald Trump visiterà il Regno Unito entro la fine dell'anno. Entrambi i leader hanno espresso la volontà di stringere accordi commerciali bilaterali, che non potranno però essere avviati fino a quando Londra non avrà lasciato l'Unione europea.
Poi Il presidente Usa parla della polemica aperta con il Messico sul muro al confine tra i due Paesi. "Gli Stati Uniti non possono continuare a perdere aziende e posti di lavoro. Vogliamo una relazione paritaria. Rinegozieremo i nostri accordi commerciali e altri aspetti del rapporto con il Messico". E conferma la telefonata con il presidente messicano Enrique Peña Nieto: " È stata molto positiva, adoro il popolo messicano. Ho buoni rapporti con il Messico anche se in passato ci hanno fatto sembrare degli scemi", dice Trump.