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La quinta notte dell’Hotel Rigopiano. Spunta la mail ignorata dalle autorità: “Siamo terrorizzati”

Rigopiano, 23 Gen 2017 - Si continua a scavare quando ormai per la quinta notte l'Hotel Rigopiano è sepolto da una massa di neve e di detriti. Ma mentre i soccorritori continuano con determinazione nella loro opera prendono corpo anche le polemiche per un allarme che - se fosse stato recepito in tempo - forse avrebbe potuto scongiurare la tragedia.

I 9 sopravvissuti presto potrebbero lasciare l'ospedale I vigili del fuoco hanno individuato il corpo di un uomo all'interno dell'hotel. Si tratta quindi della sesta vittima ufficiale della slavina che ha investito l'albergo. Sono in corso le operazioni di recupero. Il bilancio delle persone tratte in salvo rimane invariato: sono nove fino a questo momento i superstiti e le persone disperse sono 23.

"Risulta immodificata" la situazione sanitaria dei nove sopravvissuti alla valanga sull'hotel Rigopiano ricoverati all'ospedale di Pescara. È quanto si legge nel bollettino medico del nosocomio. "I quattro bambini - spiega l'ospedale - sono stati trasferiti presso il reparto di Pediatria; quattro degli adulti nel corso del pomeriggio, eccetto il paziente operato, saranno trasferiti nei reparti di degenza". "Le condizioni del paziente operato ieri sono stazionarie. Il decorso post-operatorio regolare. Nei prossimi giorni potrà essere valutata la funzionalità dell'arto. Da lunedì, eccetto che per il paziente operato, verranno valutate le possibilità di dimissioni".

In tarda mattinata, i bambini estratti vivi dall'Hotel Rigopiano potrebbero essere dimessi dall'ospedale civile di Pescara. Lo riferisce l'ultimo bollettino medico diffuso dal nosocomio abruzzese. Anche gli adulti, tranne uno che è stato operato, potrebbero essere dimessi.

Il 18 gennaio scorso, dopo il succedersi di scosse sismiche e di intense nevicate, l'amministratore unico dell'hotel Rigopiano, Bruno Di Tommaso, ha mandato una mail al Prefetto di Pescara, al presidente della Provincia, alla polizia provinciale e al sindaco di Farindola, segnalando che "la situazione" stava diventando "preoccupante" e chiedeva di "predisporre un intervento". "I clienti sono terrorizzati dalle scosse sismiche e hanno deciso di restare all'aperto", scriveva il direttore, "non potendo ripartire a causa delle strade bloccate".

Questo il testo completo del messaggio spedito via e-mail da Di Tommaso: "Vi comunichiamo che a causa degli ultimi eventi la situazione è diventata preoccupante. In contrada Rigopiano ci sono circa 2 metri di neve e nella nostra struttura al momento 12 camere occupate (oltre al personale). Il gasolio per alimentare il gruppo elettrogeno dovrebbe bastare fino a domani, data in cui ci auguriamo che il fornitore possa effettuare la consegna. I telefoni invece sono fuori servizio. I clienti sono terrorizzati dalle scosse sismiche e hanno deciso di restare all'aperto. Abbiamo cercato di fare il possibile per tranquillizzarli ma, non potendo ripartire a causa delle strade bloccate, sono disposti a trascorrere la notte in macchina. Con le pale e il nostro mezzo siamo riusciti a pulire il viale d'accesso, dal cancello fino alla Ss42. Consapevoli delle difficoltà generali, chiediamo di predisporre un intervento al riguardo. Certi della vostra comprensione, restiamo in attesa di un cenno di riscontro".

L'allarme sarebbe stato ignorato, scambiato per una "bufala". Al telefono la voce di una donna che alle parole accorate che giungono dall'albergo risponde con malcelato scetticismo. Secondo il quotidiano il Messaggero oggi in edicola la donna sarebbe stata identificata dagli inquirenti: si tratterebbe di una dirigente della Prefettura di Pescara.

Alle ore 7,00 di mercoledì 18 gennaio la Provincia di Pescara era stata informata del fatto che per raggiungere l'hotel Rigopiano era necessaria una turbina. "A Rigopiano non si va", viene riferito da un dirigente nella Sala Operativa. Gli spazzaneve erano al lavoro dalle 3,00 e si erano dovuti fermare ad un bivio che porta all'hotel. A quel punto scatta la ricerca della turbina. All'una ne viene rintracciata nell'aquilano verso Rieti, ma sarebbero occorse ore per portarla nel pescarese.

C'è un nuovo varco Sul campo intanto i soccorritori lavorano per praticare una nuova apertura nell'albergo di Rigopiano, dal lato opposto a quello dove finora si è operato. Si amplia così il fronte della ricerca dei dispersi, il cui numero è salito a 24. Mancano notizie, infatti, un giovane senegalese la cui presenza in albergo è stata segnalata da una delle persone superstiti che lo aveva incontrato durante il soggiorno. Al momento, però, nessun familiare o conoscente dell'immigrato ne aveva segnalato la scomparsa.

I soccorritori hanno sottoposto il campo di operazione ad una nuova tipologia di intervento, nel tentativo di individuare nuovi locali rimasti intatti. Matteo Gasparini, delegato del Soccorso alpino e speleologico dell'Ossola e nuovo referente del gruppo piemontese in Abruzzo, spiega che "stiamo cercando di 'attaccare' i muri perimetrali dell`albergo, nel tentativo di penetrare le spesse pareti di cemento armato dietro cui potrebbero celarsi eventuali superstiti. Con la dotazione di speleologi del CNSAS, basterebbe trovare dei varchi anche ridotti per consentire l`esplorazione di nuove porzioni dell`hotel. Si tratta di un lavoro di strategia reso anche necessario dal peggioramento delle condizioni meteorologiche, visto che dopo le nevicate della notte, ha continuato a cadere neve mista a pioggia per tutto il giorno". Domani partirà da Torino il terzo contingente di volontari del CNSAS Piemonte che giungerà in Abruzzo verso sera, per dare il cambio alla seconda tornata di operatori. Sono 20 uomini provenienti dalle Delegazioni Biella, Canavesana, Mondovì, Pinerolese, Valle di Susa e Val Sangone, Valli di Lanzo e 1° Gruppo Speleologico comprensivi anche di un sanitario.

"La speranza" di trovare persone vive sotto le macerie dell'hotel Rigopiano "c'è sempre". Lo ha detto a In mezz'ora su Rai 3 il capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio. "Chi lavora in quelle condizioni - ha spiegato - lavora come se fossero da recuperare persone ancora vive: la speranza c'è sempre, quelle condizioni tecniche difficilissime possono aver dato luogo a situazioni molto particolari, quindi la speranza c'è sempre", ha concluso Curcio.

"Abbiamo altri segnali da sotto la neve e le macerie - ha detto il funzionario dei vigili del fuoco Alberto Maiolo - stiamo verificando. Potrebbero essere persone vive, ma anche le strutture dell'albergo che si muovono sotto il peso della neve. Ieri sono state riconosciute altre tre vittime: si tratta di Sebastiano Di Carlo, 49 anni, di Loreto Aprutino (Pescara), della moglie Nadia Acconciamessa, padre e madre di Edoardo, e di Barbara Nobilio, di 51 anni, anch'essa di Loreto Aprutino. La tragedia ha per ora lasciato soli due bimbi: oltre ad Edoardo Di Carlo, anche per Samuel Di Michelangelo non si hanno notizie dei genitori, il poliziotto, Domenico, 41 anni, di Chieti, e Marina Serraiocco, che vivono a Osimo (Ancona). Le altre due vittime della tragedia sono il maitre dell'hotel Alessandro Giancaterino e il cameriere Gabriele D'Angelo. I soccorritori continuano la loro opera incessante di scavo a 1.200 metri d'altezza, stanno lavorando in condizioni estreme: la pioggia mista a neve ha reso ancora più pesante l'ammasso che ha sommerso l'hotel ed il rischio valanghe è salito a 4 su una scala di cinque.

Non si attenua la speranza di salvare altre vite umane. Entusiasmo, determinazione, efficienza: queste le caratteristiche comuni dei soccorritori. Una battuta di uno spettatore del luogo rende bene l'idea: "Questi - ha detto guardando i Vigili del Fuoco che salivano su un elicottero - sono geneticamente modificati!". "Le speranze ci sono - dice Giuseppe Romano, direttore Emergenze dei Vigili del Fuoco - abbiamo già visto tanti casi di persone che sono sopravvissute anche per periodi ben più lunghi". Sulla stessa linea, il suo collega Fabio Jerman del comando di Belluno, spiega che le squadre all'opera lavorano con entusiasmo e determinazione e non c'è traccia di rassegnazione. "Abbiamo predisposto un avvicendamento delle squadre ogni quattro o cinque giorni a seconda delle mansioni".

Una valanga da 120.000 tonnellate che ha investito l'hotel a una velocità di 100 chilometri l'ora. Il calcolo è del servizio Meteomont dei Carabinieri. Si tratta di dati provvisori sulla dimensione e la forza d'impatto della valanga, stimati in base ai rilievi effettuati sul posto. Il fronte di distacco della massa nevosa ha una larghezza di 500 metri e una lunghezza di 250 metri, con uno spessore di 2,5 metri. Con una simile altezza, il peso della neve è pari a a 200 chili per metro cubo. E di metri cubi di neve ne sono scesi sull'albero tra 200 e i 300 mila. Una bomba gelata che è scivolata su un pendio con 35 gradi di inclinazione. Alla partenza la valanga pesava 40-60 mila tonnellate, ma precipitando a una velocità che ha raggiunto i 100 chilometri l'ora con una pressione di 50-270 Newton, ovvero come 4.000 tir a pieno carico, nei suoi due chilometri di corsa si è ingrossata fino a 120.000 tonnellate e all'arrivo, nella zona di accumulo, ha coperto un'area di 800 metri per 100 di larghezza con 300.000 metri cubi di neve: uno spesso di 4 metri, che esercita un peso di 400 chili per metro cubo.

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