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Attentato a Istanbul, il ministro degli Esteri: “Identificato l’attentatore”

Istanbul, 4 Gen 2017 - Prosegue la caccia all'uomo in Turchia, a tre giorni dall'attentato al night club Reina di Istanbul. Il killer è ancora in fuga ma il ministro degli Esteri turco ha annunciato stamane che le autorità locali sono a conoscenza della sua identità. “È stata determinata", ha detto durante un'intervista televisiva, senza aggiungere altro Mevlut Cavusoglu.

Intanto, l'ultimo sospettato, il kirghiso Iahke Mashrapov, interrogato al suo rientro dal Paese, è stato scagionato dalle autorità di Bishkek. Nel quadro dell'indagine aperta dopo l'attacco, che ha fatto 39 vittime, sono state arrestate 16 persone: due di loro - cittadini stranieri - sono state arrestate ieri all'aeroporto Ataturk, poche ore prima che il Parlamento turco votasse a favore della proroga di tre mesi dello stato d'emergenza introdotto nel paese nel luglio 2016, dopo il fallito tentativo di colpo di Stato.

Gli inquirenti stimano ancora che l'autore dell'attentato, rivendicato dal Gruppo dello Stato islamico, sia originario di un Paese dell'Asia centrale, il Kirghizistan o l'Uzbekistan, secondo il quotidiano Hurriyet. In un editoriale, il giornale spiega anche che secondo le autorità locali, l'attentatore avrebbe combattuto per l'Isis in Siria e proprio da questo Paese sarebbe arrivato in Turchia.

La polizia turca ha diffuso le foto del sospettato all'uscita dal Reina dopo la sparatoria, durata sette minuti, in cui l'uomo ha sparato tra i 120 e i 180 proiettili: soltanto 28 di questi non hanno raggiunto il bersaglio. L'uomo ha usato granate stordenti per distrarre e confondere le persone all'interno della discoteca e colpire meglio le vittime, ha spiegato Hurriyet parlando della dinamica dell'attentato. Le autorità stanno inoltre valutando la conoscenza del killer del locale e delle uscite di sicurezza, anche le tre che sono normalmente usate e conosciute soltanto dal personale. Haberturk sottolinea che l'uomo ha scelto bene dove nascondersi per cambiarsi, cioè nella cucina, dove non è entrato sparando ma soltanto in un secondo momento. Gli investigatori, secondo il quotidiano turco, infine, stanno valutando se l'attentatore avesse dei complici all'interno che gli abbiano facilitato la fuga. È stato diffuso anche un altro video del sospettato che si riprende vicino piazza Taksim ma non è chiaro da dove provenga e se sia servito a mandare un messaggio all'Isis per confermare la sua presenza a Istanbul.

Il Parlamento turco ha intanto prorogato di altri tre mesi lo stato d'emergenza proclamato dopo il fallito golpe del luglio 2016 e già esteso una volta. La proroga era stata proposta dal governo. A votare a favore, oltre l'Akp (Partito per la giustizia e lo sviluppo, del presidente Erdogan), anche il Movimento nazionalista (Mhp), quarta forza del Parlamento. Contrarie le principali forze di opposizione: il Partito repubblicano del popolo (Chp) e il Partito democratico del popolo (Hdp), filo-curdo, secondo cui la misura mina la libertà di espressione e i diritti umani.

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