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Strage nella discoteca di Istanbul, 39 morti. È ancora caccia al killer. L’Isis rivendica l’attacco

Istanbul (Turchia), 2 Gen 2016 - È arrivata questa mattina la rivendicazione dell'Isis della responsabilità dell'attentato mentre continua in Turchia la caccia all'uomo per scovare il killer che la notte di Capodanno ha assaltato la discoteca Reina di Istanbul, provocando la morte di 39 persone.

Nella rivendicazione dell'attentato di Capodanno a Istanbul, l'Isis minaccia altri attacchi in Turchia. Il gruppo jihadista definisce la Turchia "apostata" e "serva dei crociati". Lo riferisce la tv curda Rudaw.

Secondo il premier turco Binali Yildirim, il terrorista potrebbe essersi mischiato alla folla in fuga dal locale per scappare e far perdere le tracce. Tra le vittime ci sono 24 stranieri: tra questi una donna israeliana, tre libanesi, due indiani e cinque sauditi.

Secondo l'emittente televisiva NTV, nel luogo della strage sono stati esplosi tra i 120 e i 180 colpi in sette minuti, il che alimenta qualche dubbio sul fatto che a compiere la strage in un lasso di tempo così breve sia stata una sola persona. Secondo l'agenzia Anadolu, che cita una fonte del ministero della Giustizia, le vittime straniere sarebbero 27 e non 24, come aveva accertato una deputata dell'opposizione dopo aver visitato ospedali e obitori.

C'è almeno un tedesco tra le vittime dell'attentato. Si tratta di un giovane di 26 anni di Landsberg am Lech, cittadina della Baviera. Lo riferisce la tv pubblica bavarese Br, citando un portavoce della polizia dell'Alta Baviera. Si tratterebbe di un cittadino tedesco con probabili origini turche, ha aggiunto Br. La polizia è stata avvertita dal consolato turco e i genitori del giovane sono già in viaggio per Istanbul, ha riferito il portavoce.

Intanto, nella notte, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha condannato "con forza l'attentato terroristico barbaro e orribile" e hanno ribadito che "ogni atto di terrorismo è criminale e ingiustificabile, indipendentemente dalla motivazione, da dove e da chiunque venga commesso".

C'era anche un gruppo di giovani italiani nel nightclub. Lo riporta la tv locale modenese Trc-Telemodena secondo cui la compagnia italiana, che stava festeggiando il Capodanno, è riuscita a scampare alla strage gettandosi a terra quando i primi spari nel locale hanno fatto scattare il panico. Alcuni di loro, secondo la tv, avrebbero riportato solo lievi escoriazioni nella calca. Si tratta di tre modenesi e altri amici di Brescia e Palermo, in Turchia per lavoro. “È accaduto tutto in un istante, stavamo tutti festeggiando e mangiando a tavola quando sono esplosi i primi colpi ed è scattato il panico nel locale". È quanto hanno affermato a Trc-Telemodena i tre giovani modenesi. Gli italiani che sono riusciti a salvarsi intendono mantenere l'anonimato. Raccontano di aver udito spari arrivare da più direzioni, oltre ad aver visto l'uomo con il mitra che sparava sulla gente. I colpi di mitra, sempre secondo la loro ricostruzione, sarebbero stati sparati dalla scala della pista centrale della discoteca ma anche al piano superiore, dove si trova il ristorante giapponese.

Il killer del nightclub Reina di Istanbul ha urlato 'Allah Akbar' mentre apriva il fuoco dentro il locale. Lo hanno raccontato alcuni testimoni, secondo quanto riferiscono i media internazionali tra cui il Guardian e Times of Israel. Secondo altri testimoni, molte persone si sarebbero gettate nelle acque dello stretto del Bosforo per tentare di sfuggire al killer. Stando a prime ricostruzioni della dinamica dell'assalto, l'uomo è entrato nella discoteca dopo aver neutralizzato i buttafuori e ha quindi iniziato a sparare a raffica sulle persone, cambiando a più riprese il caricatore del kalashnikov. Alcune immagini, infine, lo mostrerebbero mentre si disfa degli abiti utilizzati per mescolarsi alla folla festante per l'arrivo del nuovo anno.

Le autorità turche ritengono che l'attentatore di Istanbul sia legato all'Isis e potrebbe essere originario dell'Asia centrale, Kirghizistan o Uzbekistan. Lo rivela il quotidiano Hurriyet senza citare fonti e spiegando che l'autore della strage potrebbe essere legato alla stessa cellula che a giugno colpì l'aeroporto Ataturk, causando 47 morti. In un articolo di fondo dello stesso quotidiano, Abdulkadir Selvi scrive che la Turchia ha ricevuto il 30 dicembre informazioni di intelligence dagli Usa in merito a possibili attacchi a Istanbul o ad Ankara nella notte di Capodanno, ma senza alcuna segnalazione di particolari obiettivi.

Secondo quanto riferito dalla Cnn Turk, che cita fonti dei servizi segreti, segnalazioni di possibili attacchi Isis a Capodanno in diverse città turche avevano scatenato una serie di blitz della polizia e delle forze speciali, tra il 28 e il 31 dicembre. Nel corso delle operazioni sono stati arrestati 63 presunti affiliati all'Isis e dagli interrogatori è emersa la pista di un possibile coinvolgimento nell'attacco di Istanbul di un cittadino del Kirghizistan o dell'Uzbekistan. In base alle testimonianze raccolte, sembra ormai certo che l'attentatore parlasse arabo.

L'autore della strage ha lasciato l'arma nella discoteca Reina. Lo ha reso noto il premier turco Binali Yildirim, aggiungendo che la polizia "ha alcune ipotesi sull'identità dell'aggressore" e "alcuni dettagli sono emersi ma le autorità stanno lavorando per arrivare a un risultato concreto". Secondo quanto riferito dalla CNNTurk la polizia ha lanciato una operazione in un quartiere vicino vicino a Ortakoy, dove è avvenuta la strage, alla ricerca del sospettato. Inoltre, secondo il premier turco, "non è vero" che l'attentatore era travestito da Babbo Natale".

Il presidente turco Recep Tayyp Erdogan ha detto oggi che il Paese combatterà fino alla fine contro ogni forma di attacco da parte di gruppi terroristici. "Come nazione ci batteremo fino all'ultimo non solo contro gli attentati dei gruppi terroristici e le forze che li sostengono, ma anche contro i loro attacchi economici, politici e sociali", ha detto Erdogan in una dichiarazione scritta. "Stanno cercando di creare il caos, di demoralizzare la nostra gente e di destabilizzare il Paese con attacchi abominevoli che colpiscono i civili. Noi ci manterremo calmi come nazione, stando ancora più vicini e non cederemo ai loro sporchi giochi.

Murat Karayilan, membro del Consiglio Esecutivo del Pkk (Partito dei lavoratori del Kurdistan, al bando in Turchia) esclude il coinvolgimento di forze curde nell'attacco di Istanbul. Le forze curde "non colpirebbero mai civili innocenti", ha affermato l'uomo, citato dall'agenzia filo-Pkk Firat che riporta una sua dichiarazione ad un'emittente radiofonica curda.

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