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Etichette Alimentari – Una circolare del Ministero esclude le microimprese dall’obbligo della “etichetta nutrizionale” ma la deroga non vale per chi vende fuori dall’ambito locale.

Cagliari, 21 Nov 2016 - Le microimprese dell’alimentazione sono state escluse dall’applicazione dell’etichetta nutrizionale sui loro prodotti, obbligo dell’Unione Europea che, in ogni caso, entrerà in vigore il prossimo 13 dicembre per tantissimi produttori del settore che dovranno indicare calorie, grassi, carboidrati, proteine, sale eccetera per 100 grammi di prodotto.

Grazie anche alla pressione di Confartigianato Alimentare, lo ha chiarito una circolare dei Ministeri della Salute e dello Sviluppo Economico, diramata pochi giorni fa, che sottolinea come dal regolamento europeo 1169/2011 vengano escluse dall’obbligo della tabella nutrizionale non solo la produzione e vendita di prodotti sfusi (pane, gelato, pasticceria fresca, gastronomia, pizza da asporto) ma anche la produzione e vendita di piccole quantità di prodotti artigianali confezionati, a patto che sia in un mercato locale (provincia d’origine e limitrofe) per vendita al dettaglio.

La deroga vale soprattutto per certe tipologie di prodotti artigianali, non standardizzati e quindi non lavorati in serie, per i quali è molto difficile realizzare delle precise tabelle nutrizionali, che invece richiedono una matematica precisione sui dosaggi degli ingredienti.

Nell’esclusione dall’obbligo dell’etichetta rientrano, quindi, produttori e fornitori, artigiani e agricoli, che abbiano un legame diretto con i consumatori, con un fatturato inferiore a 2 milioni di euro e con meno di 10 dipendenti.

Al contrario, sono obbligate all’apposizione dell’etichetta tutte le imprese che vorranno proporre i propri prodotti nel mercato extraregionale, nazionale, mondiale e on line, quelle che operano con intermediari (come i grossisti) e con la grande distribuzione, e quelle i cui trasporti prevedano lunghe distanze.

 

“Siamo molto soddisfatti di questa decisione – afferma Stefano Mameli, Segretario Regionale di Confartigianato Imprese Sardegna – perché è impossibile applicare alle piccole imprese le stesse norme della grande industria alimentare”. “Non si può chiedere lo stesso impegno burocratico, ed economico, a chi lavora da solo e per il mercato sotto casa – continua il Segretario - e ugualmente a chi ha migliaia di dipendenti ed esporta in tutto il mondo”.

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