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Tre maestre della scuola d’infanzia di Quartu Sant’Elena sospese per sei mesi dal lavoro perché accusate di maltrattamenti in famiglia o su conviventi e abbandono di persone minori o incapaci.

Quartu Sant’Elena (Ca), 10 Nov 2016 - Quest’oggi, i carabinieri del Nucleo Operativo del Comando Compagnia CC di Quartu S. Elena hanno notificato, per l’esecuzione, la misura interdittiva della sospensione dall’esercizio della professione di insegnante e maestra per la durata di sei mesi, a Elvira Maiorano, di 56 anni, Ignazia Campus, di 62 e Patrizia Demontis, di 49 anni, tutte residenti in città  e tutte insegnanti presso la scuola per l’infanzia di Quartu Sant’Elena (CA), via Sant’Antonio (dipendente dall’Istituto Comprensivo Statale n° 3).

Per le donne i reati contestati sono di maltrattamenti in famiglia o su conviventi (art 572. C.P.: “Chiunque, fuori dei casi indicati nell'articolo precedente, maltratta una persona della famiglia o comunque convivente, o una persona sottoposta alla sua autorità o a lui affidata per ragioni di educazione, istruzione, cura, vigilanza o custodia, o per l'esercizio di una professione o di un'arte, è punito con la reclusione da due a sei anni) e abbandono di persone minori o incapaci (art. 591 C.P.: “Chiunque abbandona una persona minore degli anni quattordici……”).

La misura, richiesta dalla Dott. Liliana Ledda (Sostituto Procuratore della repubblica presso il tribunale di Cagliari) ed emessa dal         G.I.P. presso il Tribunale di Cagliari (Dott.ssa Lucia Perra), è l’esito delle risultanze investigative degli uomini dell’Arma, condotte dal febbraio 2015 al successivo mese di aprile.

Di fatto, a seguito di presentazione di alcune denunce di genitori di minori frequentanti detta scuola, presentate nel febbraio 2015, sono state raccolte numerose testimonianze di altri genitori di bambini che frequentavano (o che hanno frequentato in passato) l’istituto in questione. Quindi si reso necessario, d’intesa e sotto la direzione della Dott. Liliana Ledda, a procedere ad intercettazioni ambientali con ausilio di riprese video di ciò che avveniva all’interno delle classi e dei corridoi.

L’esito delle indagini, ha da subito evidenziato come vi fossero inadeguatezze educative e maltrattamenti sul piano psicologico, solo talvolta sfociati in maltrattamenti di tipo fisico. Infatti i bambini venivano vessati, costretti a rimanere seduti, spesso senza poter parlare, senza poter giocare e rimproverati per ogni minima “mancanza”; in alcune circostanze i bambini sono stati rinchiusi per qualche tempo in bagno a titolo punitivo.

Inoltre, è apparso subito notevole il disagio psicologico dei minori rimproverati in aderenza a quanto denunciato dai genitori.

È risultata essere quasi completamente assente la parte didattica: infatti le insegnanti passavano il tempo nella loro postazione a confezionare i “lavoretti” dei bambini (i quali raramente vengono coinvolti in attività creative), senza che si dedicassero veramente all’insegnamento.

In più occasioni si sono rivolti ai bambini con toni e modi aggressivi e intimidatori ricorrendo a termini come “testardi” o “testardi come muli”, oppure con frasi del tenore: “Allora adesso cominciamo con la tecnica a urla. Ti prendo tutti i giorni a urla!! Asa biri (vedrai). Porca miseria. Adesso…….la metto nell'armadio, vero?!”.