Borore (Nu), 2 NOv 2016 - Questa mattina, a Borore, i carabinieri della compagnia di Macomer, guidati dal loro comandante, Capitano Giuseppe Pischedda, hanno ricordato in cimitero la tragica morte in servizio del carabiniere medaglia d'oro al valore militare Antonio Fois.
Il militare nacque a Borore il 3 gennaio 1953, si arruolò nell’arma dei carabinieri il 09 luglio 1970 e fu assegnato alla legione allievi carabinieri di Roma per la frequenza del corso al termine del quale, il 18 aprile 1971, fu trasferito alla legione di Genova che lo assegnò alla stazione di Spotorno.
Da circa un mese si trovava presso la stazione di bevera di Ventimiglia (frazione di Ventimiglia) in servizio provvisorio.
Verso le 13: 50 del 26 dicembre 1971 fu richiesto agli uomini della Stazione il loro intervento per sedare una lite tra calabresi.
Il primo ad intervenire fu il carabiniere Antonio Fois, che appena giunto sul posto fu raggiunto da colpi di pistola sparati dal pregiudicato Vaticano Rosario, da poco uscito di carcere, il quale aveva già ucciso tre persone a colpi di arma da fuoco per regolamento di conti ma il carabiniere Fois sebbene ferito gravemente, reagì prontamente al fuoco facendo uso della pistola di ordinanza i cui colpi furono determinanti nell’uccisione dell’omicida.
Il valoroso militare fu subito soccorso e trasportato all’ospedale civile di Ventimiglia dove decedette poco dopo a causa delle ferite riportate. Quindi per suo sacrificio fu concessa la medaglia d’oro al valore militare alla memoria con la seguente motivazione: “di servizio a stazione distaccata, accorso da solo, in assenza di altri militari, in un'abitazione del paese per sedare violenta lite, fatto proditoriamente segno a colpi di pistola da parte di uno dei contendenti - che in un impeto di furia omicida colpiva mortalmente tre rivali - riusciva benché gravemente ferito all'addome ed al braccio destro, a far fuoco contro l'aggressore. Nuovamente colpito al petto, trovava ancora la forza di reagire con la propria pistola prima di abbattersi al suolo. Morente, esprimeva al comandante della tenenza il rammarico di non aver potuto fare di più per evitare la strage. Nobile esempio di eccezionale coraggio, di attaccamento al dovere e di elette virtù militari”.
Alla cerimonia era presenti il capitano Giuseppe Pischedda, un picchetto d'onore capeggiato dal maresciallo Giovanni Dore, comandante della locale Stazione carabinieri e i familiari della vittima.