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Washington sospende i negoziati con Mosca sulla Siria

Washington, 4 Ott 2016 - Gli Stati Uniti hanno sospeso i negoziati con la Russia per il rilancio del cessate-il-fuoco in Siria e sulla creazione di una taskforce militare congiunta per colpire i jihadisti. "Questa non è una decisione presa con leggerezza", ha dichiarato il portavoce del Dipartimento di Stato, John Kirby, che ha accusato la Russia e il suo alleato siriano di intensificare gli attacchi sulle zone civili.
La Russia "non è riuscita a rispettare i propri impegni", in particolare nel campo umanitario, ed è stata "incapace" di fermare i bombardamenti del regime siriano. "Al contrario, la Russia e il regime siriano hanno scelto di perseguire una via militare", ha riferito il Dipartimento di Stato Usa in un comunicato.

E la Casa Bianca va oltre: il presidente Barack Obama "valuterà una serie di opzioni" nei prossimi giorni, compresa la possibilità di sanzioni contro la Russia alla luce degli ultimi sviluppi circa gli sforzi diplomatici sulla Siria. Lo riferisce il portavoce. ''Siamo molto preoccupati per la situazione politica in Siria'': la ''pazienza di tutti'' con la Russia in Siria ''è finita'', afferma Josh Earnest, sottolineando che serve una transizione politica.

Washington non ha rispettato gli accordi sulla Siria e ora sta cercando di scaricare la colpa su qualcun altro. E' la prima reazione di Mosca, attraverso la portavoce del ministero degli Esteri, citata dalla Tass, alla decisione annunciata dagli Usa di aver sospeso i contatti bilaterali con la Russia sulla Siria. "Ci rammarichiamo per questa decisione di Washington", ha detto la portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova, che ha ribadito che gli Stati Uniti "dopo aver mancato di rispettare gli accordi su cui loro stessi hanno lavorato, stanno cercando di far ricadere su qualcun altro la responsabilità".

Sul terreno intanto non si fermano le stragi. Un kamikaze si è fatto esplodere durante una festa di nozze ad Hassakeh, nel nordest della Siria, secondo l'Osservatorio per il diritti umani e un'agenzia di stampa curda, Hawar. Secondo queste fonti i morti sarebbero almeno 14, un bilancio che però potrebbe aggravarsi. Le forze curde controllano gran parte della provincia di Hassakeh, ma sono frequenti nella zona attentati dell'Isis.

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