Arzachena (SS), 4 Ott 216 - A completamento dell’operazione contro l’abusivismo medico e la connessa evasione fiscale, che lo scorso aprile aveva condotto alla denuncia di un extracomunitario, che dal 2011 si dedicava in modo abusivo all’esercizio della professione di dentista e al contestuale sequestro del proprio studio allestito nel seminterrato di una villa di Arzachena, in questi giorni si sono conclusi i dovuti accertamenti fiscali nei confronti del falso professionista, che operava in totale evasione d’imposta.
In particolare, l’operazione, coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Tempio Pausania, era scaturita da un’accurata attività di osservazione posta in essere dai finanzieri della Tenenza di Palau, che aveva consentito di individuare il luogo d’esercizio del falso professionista, nonché le abitudini dello stesso, quali gli orari e le modalità di ricevimento degli ignari pazienti.
Le successive attività di perquisizione presso l’abitazione e lo studio del sedicente medico - quest’ultima effettuata unitamente a personale specializzato dell’ASL n.2 di Olbia - avevano confermato l’ipotesi accusatoria, appurando che il trentaduenne era sì laureato in odontoiatria nel proprio paese d’origine, ma non era in possesso delle abilitazioni richieste dalla normativa italiana per poter esercitare la professione di dentista, in quanto non iscritto ad alcun albo dei medici chirurghi e degli odontoiatri.
L’indagato, J.B. di 37 anni, era stato pertanto segnalato alla competente Autorità Giudiziaria per il reato di esercizio abusivo della professione, mentre è stato sottoposto a sequestro lo studio odontoiatrico, con all’interno diverse apparecchiature e dispositivi medici.
L’attività tributaria, consistita nell’esame della copiosa documentazione rinvenuta presso lo studio abusivo e nell’audizione dei clienti, che hanno confermato le cifre elargite al sedicente professionista a fronte delle prestazioni rese e che, in alcuni casi, ignoravano il carattere abusivo del proprio odontoiatra, ha consentito di ricostruire il giro d’affari dello stesso.
Quindi sono stati sono stati segnalati alla competente Agenzia delle Entrate per il successivo recupero a tassazione di oltre € 130.000 euro, frutto delle prestazioni odontoiatriche rese, costituenti proventi illeciti frutto del reato di esercizio abusivo della professione.