Cagliari, 28 Sett 2016 - La seduta si è aperta sotto la presidenza del vice presidente Eugenio Lai. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha proseguito il dibattito sulle mozioni n. 253 – Cappellacci e più – “sugli sbarchi dei migranti nell’Isola ed il superamento della quota prevista per la Regione” e n. 220 – Agus e più – “sul coordinamento delle attività di prima e seconda accoglienza e della gestione dei servizi per le persone richiedenti asilo e i cittadini stranieri”.
Intervenendo nella discussione generale, il vice capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda ha ribadito che «accoglienza e solidarietà sono da sempre nelle corde del popolo sardo e del popolo italiano ma non possiamo far finta di non vedere ciò che abbiamo di fronte ogni giorno; siamo stati accusati di incitare all’odio ma i fatti confermano le nostre previsioni e le cose andranno sempre peggio senza un radicale cambiamento delle politiche dell’immigrazione».
La Sardegna è ormai sotto stress a cominciare dalle comunità locali, soprattutto le più piccole, ha concluso la Zedda, «sulle quali è stato scaricato il problema, così come è stato a lungo ignorato il malessere dei sardi nei confronti della deriva assunta dal problema dell’immigrazione».
Il consigliere dell’Udc Gianni Tatti ha espresso in apertura il suo apprezzamento per le recenti dichiarazioni del presidente Pigliaru relative al rilancio delle zone interne, peccato però, ha osservato, «che questi buoni propositi vadano in direzione opposta rispetto all’idea di ripopolare l’Isola con i migranti, definiti nuove braccia e cervelli assegnando ben 4000 euro mensili per ogni nucleo familiare formato da migranti, con i fondi destinati al programma di sviluppo della Marmilla, individuata dal Governo come zona svantaggiata». Sarebbe opportuna, ha sollecitato Tatti, «una smentita della Giunta perché a questo punto la misura è colma e si sta portando acqua al sistema di coop dell’accoglienza e dei salotti radical-chic, mentre è necessario ridare fiducia al popolo sardo con un processo di sviluppo sostenibile facendo rientrare i nostri tanti emigranti, creando le condizioni per un vero processo di integrazione».
Il capogruppo di Cps Piefranco Zanchetta ha affermato che «forse è venuta meno un po’ di tensione etica rispetto alla portata universale dell’argomento di cui anche come Regione dobbiamo essere all’altezza, perché siamo nel pieno di fenomeno che mette in discussione i diritti umani fondamentali, quegli stessi diritti che ispirano l’Uganda ad ospitare centinaia di migliaia di migranti pur essendo uscita da poco dalla guerra». l’Italia, ha ricordato Zanchetta, «chiederà alla Ue 3.5 miliardi per l’emergenza migranti e su questo dobbiamo inserirci per creare le condizioni per una migliore accoglienza nell’interesse dei sardi e delle persone che accogliamo; è giusto far sentire la nostra voce nei confronti del Governo ma conquistandoci un ruolo da protagonista, noi non ci vogliamo rinchiudere ma pretendere la nostra specificità anche in tema di accoglienza».
Il consigliere di Sel Luca Pizzuto ha auspicato che dalla discussione arrivi «un contributo di verità anche verso i sardi, il cui malessere non è causato dalla presenza dei migranti ma dalla mancanza di lavoro e di garanzie sociali e non è accettabile la posizione di chi respinge gli immigrati poveri e plaude a quelli che arrivano a bordo di mega yacht».
Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni ha messo l’accento sul fatto che «l’argomento merita una riflessione alta che forse non siamo stati in grado di assicurare, perché il problema tocca da vicino tutta la politica a patto che sia libera da pregiudizi ideologici; è vero che un terzo del mondo rappresenta la totalità degli interessi economici, ma non si può dire stiamo stati colonizzatori come occidente dimenticando altre responsabilità come quelle della Cina e non solo».
Va bene l’accoglienza, ha concluso Dedoni, «ma poi ci vuole una politica per l’Africa, perché così stiamo creando altri disoccupati che potranno essere reclutati dalla malavita».
Il capogruppo del Pd Pietro Cocco ha evidenziato «il dramma di chi fugge dalla fame e spesso trova la morte, una situazione di fronte alla quale il nostro compito è restituire dignità a queste persone senza trasformare il problema in facile consenso elettorale, perché comunque dobbiamo dare risposte con realismo e maturità di fronte ad un problema inarrestabile, sapendo bene che i fenomeni storici non possono mettere in secondo piano le grandi questioni sociali».
A nome della Giunta l’assessore della Sanità Luigi Arru ha ritenuto opportuno chiarire in apertura che «nessuno ha pensato ad una sostituzione dei sardi con i migranti, il ragionamento è un altro e parte dall’invecchiamento della popolazione in crescita che vede la Sardegna al di sotto della media italiana». Arru ha poi invitato il Consiglio «a guardare i fatti in modo costruttivo, tenendo presente che la Regione ha messo in campo una organizzazione efficiente ed gruppo di lavoro inter-assessoriale, ha predisposto un piano per accoglienza per il 2016, fra le poche Regioni d’Italia». Nella nostra Regione, ha aggiunto, «sono arrivati dal giugno 2014 oltre 14000 migranti pari al 2.96% ed oggi sono presenti circa 5000 migranti». Siamo attenti al rispetto delle quote, ha detto ancora Arru, «e proprio nei giorni scorsi abbiamo chiesto al prefetto Morcone, responsabile del Governo per l’immigrazione, più certezze per Comuni ed una accoglienza programmata, più efficienza nel meccanismo di distribuzione presso Regioni con adeguati preavvisi».
Prendendo la parola per la replica il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha registrato con soddisfazione «un dibattito franco anche se con qualche voce stonata come quella del capogruppo del Pd che non ha portato un contributo utile». Non sono soddisfatto invece, ha precisato, «delle dichiarazioni dell’assessore e non per partito reso; ha elencato le cose fatte ma senza una visione di prospettiva diventata ormai realtà, dimenticando che c’è forte preoccupazione nei governi nazionali di tutta Europa rispetto ai 235000 migranti segnalati in arrivo in Italia e in parte anche in Sardegna, perciò non si può dire che tutto va bene tenendosi alla larga da ogni critica al governo nazionale».
Ancora in sede di replica il consigliere di Sel Francesco Agus ha definito «una buona notizia il dibattito in Consiglio con una forte attenzione ad un risultato particolarmente importante, ferme restando le differenze politiche, così come sono importanti gli impegni presi dall’assessore anche per il futuro, con particolare riferimento al superamento del sistema di accoglienza concentrato sui principali centri urbani rivelatosi fallimentare, mentre il modello dell’ospitalità diffusa appare l’unica strada per risolvere il problema».
Agus ha infine auspicato che il dibattito si concluda con un ordine del giorno unitario.
Per dichiarazione di voto, il consigliere di Forza Italia Giuseppe Fasolino ha apprezzato «la discussione positiva finalizzata al raggiungimento di un risultato, anche se con interventi non condivisibili a causa di un approccio eccessivamente politicizzato e simile a quello delle tifoserie contrapposte; lo stesso assessore ha risposto presentando un programma da realizzare, dimenticando che lo stesso Renzi ha detto di aver capito che il vero intervento va fatto nei territori di provenienza, dei migranti».
Il consigliere dell’Udc Gianni Tatti ha ripreso le dichiarazioni del vice presidente della Giunta Paci, smentite solo informalmente, «sui 4000 euro per ogni famiglia di migranti con i fondi per lo sviluppo assegnati alla Marmilla», spiegando che «questo è un progetto della Cgil che su questo organizza incontri sul territorio, rivolgendo alle comunità locali un messaggio molto negativo».
Il consigliere del Pd Franco Sabatini, dichiarandosi a favore della mozione Agus e contro quella Cappellacci ha comunque auspicato un documento unitario, «superando luoghi comuni che gravano sul problema dei migranti». Quanto al ruolo delle Regioni, Sabatini ha ricordato la distinzione fra le strutture pubbliche destinate ai richiedenti asilo (i cosiddetti Sprar) e quelle private per la prima accoglienza. Ebbene, ha concluso, «in Sardegna ci sono solo 8 Spar con 171 ospiti, mentre 5000 migranti sono convogliati dalle prefetture in strutture dove poi può succedere di tutto; sono le prime strutture che vanno potenziate e sviluppate sul territorio».
Il vice capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda ha ribadito che, al di là della posizione sulle mozioni e ferma restando la preferenza per un documento unitario, ha ribadito che il suo gruppo «ha espresso preoccupazione analizzando i fatti di ogni giorno, perché occorre chiedersi che forma di integrazione stiamo garantendo, che salute e che sicurezza; molto meglio intervenire nei paesi di origine come stanno dicendo in molti a posteriori, la maggioranza sta vedendo una realtà della Sardegna diversa da quella che è».
L’altro vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde si è detto «sgomento di fronte ad alcune dichiarazioni, noi stiamo stati molto attenti a trattare il tema con grande garbo mentre la maggioranza ha risposto con argomenti fuori luogo, forse perché si era preparata ad un dibattito dagli accenti viscerali che però non c’è stato». Il problema di fondo resta, ha concluso, «quale l’integrazione si vuole assicurare a chi ne ha diritto, in un quadro di diritti e doveri che non possono essere un optional». Tedde si è dichiarato infine a favore della mozione del suo gruppo pur auspicando un ordine del giorno unitario.
Dopo Tedde ha preso la parola l’on. Pizzuto, che ha detto: “Non diamo agli immigrati 35 euro ma servono per i servizi che paghiamo ai sardi. E’ vero, come ha detto l’on. Pittalis, che non dobbiamo creare ghetti ma esistono altri modelli possibili per l’accoglienza”.
Per Giancarlo Carta (Forza Italia) “sarebbe la fine della nostra cultura se masse senza limiti di persone invadessero il nostro territorio. Non ce lo possiamo permettere e un governo normale deve prima di tutto pensare alla propria popolazione.
Per Tendas (Pd) “il voto è favorevole per la mozione Agus anche se avrei preferito che si andasse a una sintesi con l’opposizione. Il vero problema è però quello della gestione dei minori non accompagnati, assegnati ai sindaci che da quel momento diventano amministratori di sostegno. Solo con il sistema di protezione degli Sprar si può gestire una situazione così grave e sono convinto che anche l’assessore alla Sanità ne sia al corrente. Parecchi comuni non ce la fanno più a gestire quindici, anche venti minori”.
Zanchetta (Upc) ha sollecitato la condivisione di “una sola mozione per tutta l’Aula, visto che l’Italia chiederà all’Europa 3 miliardi e mezzo per l’emergenza migranti e la Sardegna deve fare la sua parte di richieste”. L’on. Daniele Cocco (Sel) ha sollecitato ugualmente un solo documento politico”. +
Anche il Psd’az con il suo segretario Cristian Solinas ha invitato il Consiglio regionale a una posizione unitaria “e in difetto ci asterremo da entrambe le mozioni, visto il rischio di strumentalizzazioni molto forti e avendo ben presente che c’è un processo internazionale che sfrutta il sentimento generale di accoglienza”.
Per il Pd Roberto Deriu ha constatato ironicamente “il nostro stato di invasi. Persino sotto il consiglio regionale ci sono bambini invasori, figli di varie etnie, che giocano tra di loro e conoscono il dialetto cagliaritano. Chi è profugo ha sempre diritto di accoglienza, così come la ebbero i miei genitori e familiari durante la seconda guerra. Non invochiamo mai lo scontro di civiltà: è davvero fuori luogo”.
Anedda (Sinistra Sarda) si è associato alla richiesta di un voto unitario e ha aggiunto: “I centri di accoglienza sono diventati un luogo di speculazione. C’è molto da vigilare su associazioni e cooperative”.
La Giunta è intervenuta col presidente Pigliaru, che ha difeso la mozione 250 (Agus) e sulla mozione Cappellacci ha detto: “Siamo tutti d’accordo sugli interventi diretti in Africa ma questo impiegherà molto tempo. Nel breve periodo dobbiamo lavorare per distribuire i migranti che arrivano in modo controllato e governato. La Sardegna non è Lampedusa perché stiamo rispettando le quote ma ci sono parti della mozione Cappellacci che non sono coerenti tra di loro”.
Per Dedoni (Riformatori) “il parlamento dei sardi deve decidere pensando prima di tutto all’interesse dei sardi. Certo che i bambini che giocano qui sotto sono una cosa bellissima ma devo considerare anche i disoccupati e cassintegrati che suonano le trombe, sempre qua sotto”.
Pittalis (Forza Italia) ha detto in replica al presidente Pigliaru che “gli ordini del giorno unitari si fanno se si è d’accordo sugli obiettivi. Siamo partiti tutti dallo spirito solidaristico e di accoglienza. Prendiamoci anche il tempo, possiamo approvarlo anche lunedì un ordine del giorno unitario e chiediamo al presidente Pigliaru di porre a Roma le questioni e il rischio di un’emergenza ancora più grande”.
Per Luigi Lotto (Pd) “il ragionamento di Pittalis è condivisibile: non è detto che si debba per forza approvare un documento unitario. Se il ragionamento è generale, se parte dal fatto che qui ci sono migliaia di persone che hanno rischiato la vita per arrivare sino a qui, allora ne parliamo”.
Il presidente del Consiglio ha sospeso per cinque minuti la seduta. Al termine, in mancanza di un accordo, l’Aula ha respinto la mozione 253 Cappellacci e più mentre ha invece approvato la mozione 250 di maggioranza a firma di Agus e più. Segue