assari, 10 Set 2016 – Questa mattina è stato eseguito dagli agenti della Squadra Mobile di Sassari, un ordine esecuzione per la carcerazione emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Sassari, nei confronti di un pregiudicato sassarese, di 36 anni il quale deve scontare la pena detentiva di 1 anno e 4 mesi a seguito della condanna definitiva per il reato di furto pluriaggravato in abitazione in concorso con persona rimasta ignota.
I fatti risalgono all’estate 2013 quando l’uomo era stato sorpreso durante la notte, da una Volante della Polizia mentre caricava su un’autovettura la refurtiva appena asportata da un appartamento.
Il ladro era stato dunque tratto in arresto in flagranza di reato e la refurtiva, interamente recuperata, era stata restituita ai derubati. Il complice, invece, era però riuscito a sfuggire alla cattura in modo rocambolesco arrampicandosi su un albero e dileguandosi sui tetti delle case circostanti ed in seguito denunciato in stato di libertà per lo stesso reato. Poi noi giorni scorsi, personale della Squadra Mobile ha segnalato all’A.G. un individuo residente nell’hinterland sassarese, resosi responsabile di indebito utilizzo di carta di credito.
Durante la stessa attività di servizio i poliziotti della Mobile, si sono dovuti occupare di una vicenda familiare dove l’irrefrenabile dipendenza dal gioco, nello specifico le slot-machine/videopoker, ha causato la rottura definitiva del rapporto coniugale. La vicenda ebbe inizio allorquando una donna si era recata in Questura per sporgere una denuncia di clonazione della propria carta di credito appoggiata sul conto corrente di cui è l’unica titolare e del quale aveva solo lei i codici di accesso. Infatti, la moglie era venuta a conoscenza di numerosi prelievi di contanti, a lei sconosciuti, dopo che dal bancomat riceveva la segnalazione che non vi era più credito disponibile.
L’attività investigativa svolta dagli uomini della Squadra Mobile sassarese presso l’istituto di credito dove era stato aperto il conto corrente, ha permesso di accertare che non si era trattato di clonazione ma bensì di regolari prelievi effettuati presso lo sportello bancomat da persona fisica che aveva materialmente la disponibilità della carta di credito.
La donna avvisata del fatto che solo una persona a lei vicina poteva aver utilizzato la carta, rientrata presso la sua abitazione comunicava al marito l’esito delle prime indagini seguite alla sua denuncia, provocando così un accesa discussione dalla quale scaturiva la sommessa confessione dell’uomo. Questi ha alla fine ammesso di aver preso di nascosto dal portafogli della donna la carta di credito per poi prelevare dei contanti e utilizzarli per soddisfare la sua incontrollabile dipendenza dal gioco.
L’uomo ora dovrà difendersi dall’accusa di aver indebitamente utilizzato la carta di credito per trarne profitto pur non essendone il titolare, di averlo fatto con continuità, ma soprattutto approfittando dello status familiare e quindi della fiducia incondizionata della moglie nella custodia del portafoglio.