Sassari, 20 Feb 2016 - Nei giorni scorsi, personale della Squadra Mobile della Questura di Sassari, al termine di una lunga e complessa attività investigativa, ha notificato alcuni avvisi di conclusione delle indagini preliminari nei confronti di M. A., di 31 anni, M. M., di 24, V.S., di 30, P. L. M., di 36 e A. M., di 60 anni, tutti sassaresi, con precedenti penali e di polizia.
Gli avvisi di conclusione delle indagini preliminari notificati agli indagati, si riferiscono a fatti accertati nell’ambito delle indagini avviate dopo la rapina a mano armata ai danni della gioielleria Bartoletti di Sassari, avvenuta il 26 agosto 2013, a seguito delle quali vennero tratte in arresto diverse persone, fra le quali M. A. e M. M.
L’attività investigativa ha consentito di accertare che le persone sottoposte ad indagini, in concorso fra loro e con ruoli diversi, erano dedite alla pratica del bracconaggio, attività che, dal punto di vista penalistico, concretizza il reato di “furto venatorio”.
I bracconieri prediligevano la cattura di cinghiali, lepri e conigli che poi vendevano, nonostante l’assoluta mancanza di controlli sanitari.
Durante la dissennata attività venatoria, gli indagati hanno abbattuto diversi esemplari appartenenti a specie protette, in particolare rapaci notturni destinati ad essere impagliati.
La cattura delle prede è stata attuata utilizzando armi da fuoco che, peraltro, venivano usate lungo strade pubbliche, spesso sparando dall’interno della macchina che gli indagati utilizzavano per raggiungere le zone di caccia.
I bracconieri, oltre alle campagne ed alle immediate periferie della città di Sassari, battevano assiduamente le strade della Gallura.
Per tali ragioni il Pubblico Ministero che ha coordinato le indagini, il Sostituto Procuratore della Repubblica Carlo Scalas, ha contestato ad alcuni degli indagati anche il reato di porto illegale di armi da fuoco.