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Notificate 14 misure cautelare a dirigenti e dipendenti centro Aias di Decimomannu.

Cagliari, 15 Feb 2016 - I carabinieri del comando provinciale di Cagliari e del Nas, questa mattina hanno notificato a 14 operatori dell'Aias di Decimomannu, le misure cautelari di sospensione dal pubblico servizio per sei mesi con le accuse maltrattamenti, percosse, lesioni personali, omissione di referto nei confronti degli ospiti affetti da gravi e croniche forme di disabilità psicofisica. Quindi le persone coinvolte sono Vittorio Randazzo (Cagliari), Sandra Murgia (Dolianova), Pierluigi Mei (Cagliari), Maurizio Girina (Uta), Elsa Giorgi (Aritzo), Roberto Cannavera (Dolianova), Luigi Logina (Iglesias), Eugenio Ena (Cagliari), Tiziana Meloni (Decimomannu), Sonia Piroi (Iglesias), Vanessa Zanda (Cagliari), Carlo Pintus (Iglesias), Sandro Gambicchia (Cagliari), Sabrina Carta (Domusnovas).

Secondo gli investigatori dell’Arma quanto emerso dalle indagini, iniziate nel 2014, i 14 operatori avrebbero maltrattato alcuni ospiti, tutti adulti, della struttura sanitaria dove si trovano a causa delle loro condizioni psicofisiche.

L'inchiesta partita nel 2014 dopo una denuncia fatta da un dipendente Aias è coordinata dal PM Liliana Ledda e i video finiti nel suo fascicolo sono molto espliciti. Infatti non rappresentano solo maltrattamenti fisici ma anche psichici: i militari hanno accertato che nel centro, uomini e donne venivano spogliati completamente e lavati assieme, dentro lo stesso bagno, in totale promiscuità.

Le vittime delle angherie sono tutte persone adulte "con certificate, gravi e croniche forme di disabilità psicofisica, stabilmente alloggiate nella struttura".

"In Italia si sta registrando una vera e propria escalation di violenza all'interno di case di cura e strutture sanitarie che ospitano disabili e anziani". Afferma in una nota il Codacons, dopo l'operazione dei Nas di Cagliari che ha portato alla sospensione di 14 operatori dell'Aias di Decimomannu, con l'accusa di percosse e lesioni personali a danno dei pazienti. "Ancora un grave caso di maltrattamenti a danno di persone deboli e indifese - afferma il presidente Carlo Rienzi - che indigna e pone seri interrogativi su come operano tali strutture e il personale che vi lavora. Il vero problema, tuttavia, è che mancano controlli e verifiche periodiche che accertino la qualità del servizio reso e il rispetto dei diritti dei pazienti. Serve incrementare la vigilanza con ispezioni continue e attente verifiche sul personale - conclude - affinché simili episodi non si ripetano più".

 

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