Vienna, 16 Gen 2016 - "Tutte le oppressive sanzioni imposte contro l'Iran saranno annullate oggi", ha detto alla tv di Teheran il ministro degli Esteri iraniano Mohammad Javad Zarif. "L'accordo con i 5+1 reggerà", ha aggiunto il ministro, "e nessuna delle parti permetterà che il risultato di questi colloqui vada sprecato".
Il ministro degli Esteri Zarif è sbarcato questa mattina all'aeroporto di Vienna e al suo arrivo ha salutato la fine delle sanzioni contro suo paese, a seguito dell'accordo sul programma nucleare di Teheran, concluso il 14 luglio 2015 con il Gruppo 5+1, destinato a risolvere una controversia durata oltre tredici anni.
Zarif a Vienna ha in programma un incontro con il segretario di Stato americano John Kerry e con l'Alto rappresentante Ue per la politica estera, Federica Mogherini. "Oggi - ha detto - è un bel giorno per il popolo iraniano, per la regione e il mondo. Le sanzioni saranno revocate".
Non appena vi sarà il via libera dell'Aiea, l'agenzia dell’Onu per l'energia atomica, scatterà il cosiddetto 'Implementation Day' e le sanzioni inizieranno a essere rimosse. All'incontro a Vienna presenzia anche il capo dell'Agenzia atomica iraniana insieme a Kerry e Mogherini. Una foto è stata postata su twitter proprio dall'Alto rappresentante dell'Unione europea per gli Affari Esteri. Anche gli Usa ed i Paesi Ue rimuoveranno le sanzioni.
In contemporanea con l'incontro a Vienna, l''Iran ha annunciato che quattro cittadini iraniani con la doppia nazionalità sono stati scarcerati nell'ambito di uno scambio di prigionieri. Diversi irano-americani e irano-britannici sono detenuti nel Paese. France 24 fa sapere che tra i prigionieri liberati c'è il giornalista irano-americano del Washington Post, Jason Rezaian. Gli altri sono Amir Hekmati, Marine Usa, Saeed Abedini, pastore cristiano e il businessman Siamak Namazi.
Con la prospettiva imminente della revoca delle sanzioni internazionali, l'Iran ha schierato sulle sue coste 22 petroliere, 13 delle quali sono già cariche di greggio da piazzare sui mercati internazionali. È quanto sostiene Euronews, che cita rapporti secondo i quali il primo destinatario di questi carichi sarebbe l'India, uno dei mercati asiatici a cui Teheran è più interessata. Ma anche quello europeo, riporta Euronews, è un mercato su cui la Repubblica Islamica, quarto paese al mondo per riserve di petrolio, scommette per l'immediato rilancio del suo export di greggio.
Già ieri, la possibile revoca delle sanzioni ha contribuito a un calo del costo del petrolio sotto i 30 dollari al barile, incidendo pesantemente su un crollo dei prezzi che in 18 mesi ha raggiunto il 70%. Anche in Italia c'è attesa per la revoca delle sanzioni: dal petrolio alle autostrade, gli sbocchi italiani in Iran sono molteplici. L'Eni resta attenta ma aspetta nuovi contratti, mentre si prospettano porte aperte alle piccole e medie imprese.
Nel novembre 2013 Iran e il gruppo 5+1 raggiungono a Ginevra un accordo provvisorio, noto come 'Piano d'azione comune'. L'accordo limita il programma nucleare iraniano. Cessa la produzione del reattore ad acqua pesante di Arak e l'Iran rinuncia a gran parte delle sue scorte di uranio arricchito. Prima parziale revoca delle sanzioni contro la Repubblica islamica.
Nel luglio 2014 scadono i termini per trasformare in definitiva l'intesa maturata a novembre. L'accordo tra Iran e 5+1 non viene raggiunto. I negoziati vengono prorogati fino a novembre 2014 ma anche questa scadenza non viene rispettata. Vengono prorogati i negoziati fino al 30 giugno, con l'obiettivo di raggiungere un accordo quadro entro marzo. Finalmente, il 2 aprile 2015 Iran e le potenze mondiali annunciano di aver trovato l'intesa per un accordo quadro che limita il programma nucleare iraniano, in cambio di parziale revoca delle sanzioni. A giugno a Vienna riprendono i colloqui per arrivare a un accordo definitivo sul nucleare iraniano. La scadenza del negoziato viene fissata al 30 giugno e poi prorogata.
Il 14 luglio infine lo storico accordo, che prevede la sospensione della sanzioni contro Teheran in cambio dell'imposizione di limiti e controlli internazionali sul programma nucleare iraniano. L'effettiva sospensione delle sanzioni viene legata ai passi avanti dell'Iran nella limitazione del suo programma nucleare.
È stato il Consiglio nazionale della resistenza, gruppo iraniano di opposizione con sede a Parigi, a diffondere nel 2002 dettagli sull'impianto nucleare di Arak e su un sito per la produzione di combustibile nucleare in costruzione a Natanz, facendo temere alla comunità internazionale che l'Iran volesse sviluppare armi atomiche.
Il presidente Khatami nel febbraio 2003 riconosceva l'esistenza dell'impianto di Natanz e accettava la richiesta dell'Agenzia internazionale per l'Energia Atomica (Aiea) di visitare il sito. Nel suo rapporto sulle ispezioni stilato nel mese di giugno 2003, l'Aiea giungeva alla conclusione che l'Iran non ha rispettato gli obblighi stabiliti dai trattati internazionali. Gran Bretagna, Germania e Francia lanciavano un'iniziativa diplomatica per arginare lo sviluppo del programma nucleare iraniano.