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Alta tensione in Medio Oriente: Arabia Saudita sospende voli con Iran. Iraq attaccate moschee sunnite

Arabia Saudita, 5 Gen 2016 - La tensione tra Iran e Arabia Saudita preoccupa il mondo. Non solo quello economico, dei mercati finanziari, già negativi sulla scia dei listini asiatici, ma anche e soprattutto quello delle grandi potenze e diplomazie mondiali. La guerra diplomatica scoppiata negli ultimi giorni nel mondo arabo tra sunniti e sciiti (l'Arabia saudita e l'Iran si sono erette rispettivamente protettrici dei sunniti e degli sciiti, ndr) presenta infatti conseguenze inaspettate anche per gli Stati Uniti, già in difficoltà nel cercare di combattere le crisi in Medio Oriente. Il timore manifestato da funzionari dell'amministrazione Obama in queste ore, riportato dal Wall Street Journal, è che il conflitto tra Arabia Saudita e Iran che ha già coinvolto altri Paesi lungo la divisione tra sunniti e sciiti, possa far fallire i loro sforzi nella regione, in particolar modo per fermare la guerra in Siria. Il segretario di Stato, John Kerry, ha lavorato per mesi per convincere Teheran e Ryad a stabilire un canale diplomatico diretto proprio per affrontare il conflitto siriano; i due Paesi hanno accettato alla fine dello scorso anno, non senza riluttanza, di unirsi al processo multinazionale che ha portato al piano delle Nazioni Unite per un cessate il fuoco e l'inizio di colloqui di pace tra le parti coinvolte in Siria.

Le relazioni tra Iran e Arabia Saudita - ricordiamo - si sono inasprite dopo l'esecuzione pochi giorni fa, da parte di Ryad, di 46 persone ritenute 'terroristi' e dell'imam sciita Nimr al-Nimr, aperto critico della monarchia saudita e leader religioso e politico di un movimento che reclamava maggiori diritti per la più grande minoranza religiosa del paese. La risposta iraniana è stata l'attacco dei manifestanti alle sedi diplomatiche nelle due città iraniane più popolose di Teheran e Mashhad. Poi la decisione, ieri, dell'Arabia di tagliare i legami con l'Iran, richiamando nel paese i propri diplomatici.

Per tentare di contenere la crisi tra i due Paesi e non far precipitare le trattative in corso in Siria, l'inviato Onu Staffan De Mistura ha fatto sapere attraverso una mail al New York Times che si recherà a Ryad e poi a Teheran per disinnescare la tensione tra le due capitali.

L'Arabia Saudita ha stabilito che bloccherà il traffico aereo con l'Iran, mettendo fine anche alle relazioni commerciali e vietando ai suoi cittadini di viaggiare nella Repubblica islamica. Lo ha annunciato a Reuters il ministro degli Esteri di Ryad, Adel al-Jubeir. Ha precisato che sarà tuttavia consentito ai pellegrini iraniani visitare la Mecca e Medina. Prima che le relazioni tra i due Paesi possano essere ripristinate, ha aggiunto al-Jubeir, Teheran dovrà rispettare il diritto internazionale.

La Lega araba, intanto, ha fatto sapere che terrà una riunione d'emergenza domenica prossima sulla crisi, in particolare sugli attacchi della folla nella Repubblica islamica contro rappresentanze diplomatiche di Ryad. La richiesta è stata avanzata dalla stessa Ryad. Come ha riferito il vice segretario Ahmed Ben Helli, l'incontro verterà anche sulla "condanna dell'interferenza iraniana negli affari arabi". Dopo l'Arabia Saudita, anche Bahrein, Emirati Arabi e Sudan hanno interrotto i rapporti diplomatici con l'Iran.

Kerry chiama i ministri degli Esteri di Iran e Arabia Il nuovo conflitto tra Arabia Saudita e Iran è anche il frutto di un rapporto più difficile, sotto la presidenza Obama, tra Stati Uniti e Arabia Saudita, che da tempo chiede alla Casa Bianca di intraprendere passi più concreti per fermare gli sforzi dell'Iran, secondo Ryad, per destabilizzare la regione. I sauditi hanno criticato l'accordo nucleare tra le grandi potenze e l'Iran, perché rafforzerebbe significativamente l'economia iraniana, in cambio di un indebolimento delle capacità nucleari solo per pochi anni; i nuovi introiti permetteranno a Teheran, secondo i critici dell'accordo, di finanziare guerre per procura in Iraq, Libano, Siria e Yemen. L'Arabia Saudita ha adottato una politica estera più aggressiva sotto il regno di Salman, iniziato lo scorso anno; con il figlio trentenne, il principio Mohammed, nominato ministro della Difesa, il Paese si è scontrato direttamente con l'Iran più che in passato, per esempio con i raid aerei condotti in Yemen contro le milizie sostenute da Teheran e con la creazione di una forza militare panaraba contro le minacce regionali. Nel fine settimana, l'Arabia Saudita ha ignorato le preoccupazioni statunitensi per l'esecuzione dell'imam sciita Al Nimr. "Quando è troppo è troppo. Teheran continua a sponsorizzare il terrorismo e a lanciare missili e nessuno fa nulla" ha detto una fonte saudita al Wall Street Journal. Il timore dell'amministrazione è che gli Stati Uniti, superata una determinata 'linea rossa', non possano fare molto per fermare un conflitto basato su antiche divisioni religiose. Intanto il segretario di stato americano, john kerry, ha parlato tra ieri e oggi con i ministri degli Esteri iraniano e saudita per tentare di riportare la calma nei rapporti tra i due Paesi.

La Russia si è offerta di agire come mediatore tra i due paesi. "Esprimiamo un rammarico sincero per l'escalation delle tensioni tra l'Arabia Saudita e l'Iran, perché crediamo che questi due grandi paesi musulmani siano molto influenti nella regione, sulla scena mondiale e sul mercato del petrolio", ha spiegato una fonte autorevole del ministero degli Esteri russo. Secondo il diplomatico, Mosca ha legami amichevoli sia con Teheran e Riyadh, ed "è disposta a giocare, se necessario, un ruolo di mediazione nella risoluzione delle discordie emergenti tra questi paesi". La fonte ha anche sottolineato che Mosca si aspetta che l'Arabia Saudita e l'Iran continuino a partecipare ai negoziati di Vienna sulla Siria.  La Farnesina, intanto, ha espresso forte preoccupazione per le crescenti tensioni politiche e diplomatiche in Medio Oriente, "che rischiano di esacerbare in maniera insostenibile le divisioni all'interno del mondo islamico e di compromettere gli sforzi diplomatici in corso per la risoluzione delle gravi crisi in corso nell'area".

Almeno due persone, intanto, sono morte negli attacchi in Iraq contro almeno due moschee sunnite, in presunti atti di ritorsione per l'esecuzione in Arabia Saudita del religioso sciita Nimr al-Nimr. Lo hanno fatto sapere la polizia irachena e altre fonti ufficiali del Paese. Il ministero dell'Interno ha confermato gli attacchi a Hilla, a sud di Baghdad, mentre il premier Haider al-Abadi ha puntato il dito contro lo Stato islamico "e quelli simili a loro", ordinando di "dare la caccia alle bande criminali" autrici delle violenze. Nella moschea Ammar bin Yasir di Hilla è stata uccisa una guardia, mentre un religioso sunnita è stato ucciso a Iskandariya, a sud di Baghdad. Gli attacchi alle missioni diplomatiche non possono mai essere mezzi legali di protesta e Mosca è "gravemente preoccupata" per la situazione in deterioramento in Medioriente, in relazione alle tensioni tra Iran e Arabia Saudita. Lo ha dichiarato il ministero degli Esteri russo, chiedendo ai due Paesi di "mostrare moderazione".

Il segretario di Stato americano, John Kerry, ha parlato tra ieri e oggi con i ministri degli Esteri iraniano e saudita per tentare di riportare la calma nei rapporti tra i due Paesi. Lo riferiscono fonti Usa e saudite citate dai media americani. Il segretario di Stato americano, ha lanciato un appello alla calma e a non cedere a "reazioni esagerate".

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