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Lavori Consiglio Regione Sardegna: Via libera alla copertura del deficit della Sanità (2).

Cagliari, 2 Dic 2015 - Forti perplessità sulla situazione della sanità sarda sono state espresse Emilio Usula, capogruppo di Soberania e Indipendentzia: «Dopo aver sentito parlare di miglioramento della spesa ed efficientamento dei servizi oggi ci troviamo a fare i conti, banalmente e miseramente, con un deficit della sanità che si allarga mentre i servizi non migliorano. Dobbiamo approvare il provvedimento di ripiano con urgenza ma questo non può essere il modo di operare all’infinito».

Usula ha poi espresso apprezzamento per lo “sforzo formidabile” dell’assessore Arru, “che purtroppo si scontra con logiche di potere e resistenze che impediscono di raggiungere i risultati sperati”.

Il capogruppo sovranista ha rimarcato l’abbassamento della qualità delle prestazioni sanitarie in molte realtà dell’Isola. «A Nuoro – ha affermato Usula – stiamo assistendo a un netto peggioramento dei servizi, cresce il disagio degli operatori e c’è una forte preoccupazione per il futuro. E’ necessario un cambio di passo con una governance che assicuri controlli più puntuali sulla gestione personalistica di alcune Asl. Basta con le spese fuori controllo, auspico una gestione più onesta del denaro pubblico».

Secondo Attilio Dedoni, capogruppo dei Riformatori, il livello raggiunto dalla spesa sanitaria “fa rizzare i capelli”.

L’esponente della minoranza ha criticato duramente la gestione della Sanità in Sardegna. «Mi pare che tutto si faccia eccetto mettere al centro il malato – ha detto Dedoni – le Asl dovrebbero essere strutture funzionali a dare servizi di medicina e di igiene pubblica. Chi è malato deve trovare risposte e assistenza. Questo non avviene, anziché dare un sorriso ai pazienti si pensa spesso a monetizzare la prestazione».

Dedoni ha stigmatizzato il modus operandi adottato dalla politica negli ultimi decenni: “Il superamento dei limiti di spesa è dovuto anche al fatto che si inventano strutture complesse pur di dare incarichi dirigenziali – ha attaccato il consigliere dei Riformatori – la Commissione d’inchiesta non può risolvere nulla se non c’è disponibilità da parte di tutti. Basta vedere cosa succede a Sassari dove il Commissario della Asl 1 ha indetto una gara d’appalto per gli interinali e lo stesso si appresta a fare quello di Olbia».

Il capogruppo di “Sovranità Democrazia e Lavoro” Roberto Desini, in apertura del suo intervento, ha ricordato che uno dei capisaldi del mandato elettorale del centrosinistra era quello di cambiare la sanità in Sardegna. «Con grande rammarico debbo dire che purtroppo non sono stati raggiunti i risultati auspicati. Questo è avvenuto perché non è cambiato nulla rispetto a prima».

Desini ha criticato duramente le gestione delle Asl da parte di alcuni commissari. «A Sassari – ha detto il capogruppo di SDL – nonostante la richiesta di bloccare l’assunzione di personale interinale, la Asl 1 ha fatto una gara da 9 milioni di euro fino al 2020. Non c’è differenza tra la gestione del centrodestra e del centrosinistra.  Con questo impegno di spesa stiamo sottraendo risorse al bilancio del 2016. Tutto questo nonostante la qualità dei servizi non sia migliorata».

Il consigliere della maggioranza ha poi ricordato l’interpellanza presentata sull’acquisto di una risonanza magnetica obsoleta da parte della Asl di Sassari e denunciato che si prendano 56 milioni di euro dal Fondo unico per ripianare il debito. «La sanità è un tumore in metastasi che sta mangiando il corpo della Regione. Se si va avanti così bisognerà aumentare le tasse e introdurre i ticket. Serviva un effetto shock che non c’è stato. Ciò che mi addolora è che manca la volontà politica per cambiare le cose. Lo dico con convinzione e grande delusione. Quali sono le politiche per invertire la rotta? Stiamo vivendo alla giornata. Il 31 dicembre – ha concluso Desini – scadranno i mandati dei Commissari, servirà un’ulteriore proroga. Non condivido questa impostazione, non posso fare lo struzzo e mettere la testa sotto la sabbia».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha esordito sottolineando l’importanza politica dell’intervento del capogruppo di SDL Roberto Desini: «Ha svolto  in maniera egregia l’intervento dell’opposizione  –ha detto Pittalis – le sue dichiarazioni sono una sfiducia politica nei confronti dell’assessore della Sanità. Lo rimarco non perché voglia buttare benzina sul fuoco ma perché, quando si pongono questioni in modo aperto e chiaro, non possiamo rimanere spettatori davanti a qualcosa che si sta consumando all’interno della maggioranza».

Pittalis è poi passato al contenuto del provvedimento in esame. «Come si affronta il nodo della spesa sanitaria? Avete avuto buon gioco nel denunciare, in avvio di legislatura, il disavanzo. Oggi toccate con mano qual è il vero problema: il deficit non dipende dall’assessore di turno, ci sono questioni di natura strutturale da affrontare. Se non si toccano questi problemi il disavanzo rimarrà tale».

Il capogruppo azzurro, rivolto all’assessore Arru, ha poi chiesto lumi sulle iniziative della Giunta. «Quali sono le reali azioni che si stanno ponendo in essere per governare il disavanzo? Vediamo tagli indiscriminati, un’aggressione della sanità nelle periferie, il ridimensionamento dei presidi sanitari nei piccoli centri e nelle aree disagiate. Vorremmo capire se ci sono le condizioni per avviare una seria ristrutturazione del sistema sanitario».

Il capogruppo di Forza Italia ha quindi sollecitato un cambio di rotta alla Giunta e alla maggioranza: «Non bastano i miglioramenti sulla spesa farmaceutica, serve ben altro – ha concluso Pittalis – il provvedimento in esame non è assolutamente sostenibile».

A nome della Giunta l’assessore Raffaele Paci, che ha tenuto a chiarire che il suo intervento sarà formulato d’intesa con l’assessore della Sanità Luigi, ha in prima battuta rinnovato piena fiducia nell’operato di Arru «e del lavoro che sta facendo assieme alla Giunta per riportare in equilibrio il sistema sanitario regionale». Sarebbe facile, ha aggiunto Paci, «dire chi ha generato il disequilibrio ma non è questo il punto, c’era piuttosto accordo fra i capigruppo per qualificare il Disegno di legge in esame come provvedimento di emergenza perché è evidente che c’è un problema della sanità, come ha detto il consigliere Desini, che si trascina da anni con mille elementi intrecciati fra loro». Ci dobbiamo mettere le mani, ha assicurato il vice presidente della Regione, «ci stiamo lavorando ed occupo gran parte del mio tempo per ragionare con Arru sui contenuti del piano di rientro che analizzeremo nelle sedi opportune a breve scadenza». Il tema riguarda tutti noi, secondo Paci, «perché tutti noi e tutta la società sarda vi abbiamo in qualche modo contribuito e non abbiamo altra scelta che quella di arrivare alla sostenibilità del sistema, perché i costi è facile farli aumentare ma difficile farli diminuire perché ci sono molte rigidità e nessuno ha la bacchetta magica, ma dobbiamo intervenire per evitare il rischio che la sanità si mangi tutto il bilancio della Regione». Soffermandosi poi sullo specifico del Disegno di legge in discussione, l’assessore Paci ha difeso la scelta di attribuire al fabbisogno sanitario i parametri Cipe ma sapendo che sarebbe stato insufficiente». Avevamo di fronte due strade, ha spiegato: «o intervenire in sede di assestamento con tagli lineari sulle altre voci, oppure fare quello che stiamo proponendo, un semplice anticipo di liquidità e tesoreria per garantire il pagamento degli stipendi e dei debiti commerciali (a parità di entrate), avviando contemporaneamente un piano di rientro da portare avanti nel tempo». Questo è quindi un provvedimento-ponte, ha concluso, «in attesa della manovra finanziaria, poi vedremo come affrontare nel 2016 il piano di rientro della sanità».

Il consigliere di Forza Italia Ignazio Locci ha definito l’intervento dell’assessore Paci «illuminante». È chiaro, ha sostenuto, «che si vuole mettere ordine nel triennale per evitare le sanzioni di bilancio armonizzato e va da se che ci sarà nuovo indebitamento; noi pensiamo che queste modalità non portino chiarezza e non possiamo dare un voto favorevole».

Il consigliere Marco Tedde, anch’egli di Forza Italia, ha affermato che «da Paci è arrivata la conferma la fiducia nei confronti di Arru e ciò contraddice in modo chiaro buona parte della maggioranza che invece non la concede ed anzi ne ha chiesto le dimissioni». Oggi, ha detto ancora Tedde, «con meraviglia abbiamo ascoltato l’intervento demolitorio del consigliere Desini, che fa a pezzi non solo Arru ma tutte le politiche della Giunta sulla sanità e, in effetti, oggi è l’anniversario della legge 23 con cui si era annunciata una grande riforma della sanità sarda che doveva ridurre il disavanzo e migliorare efficienza, affidando questo compito ai commissari; dei tre obiettivi in programma, è stato raggiunto solo quello di nominare i commissari, poi prorogati addirittura con una legge».

Il consigliere Paolo Truzzu (Misto-Fid) ha ricordato che «dopo tante comprese fatte a partire dalla campagna elettorale di correggere lo squilibrio del bilancio regionale e favore del sanità per impostare nuove politiche di sviluppo, la realtà dice il contrario: avete fatto un abbozzo di riforma che non ha prodotto nessun risultato e ci si poteva accorgere prima della situazione, perché non è credibile scoprire dopo due anni che i conti della sanità sono un problema».

Il consigliere Augusto Cherchi (Sdl) ha messo in luce che discutere di sanità «genera naturalmente passioni e contrasti forti, e se è sbagliato dire che tutto va bene rispetto a problemi che vengono da molto lontano, sono condivisibili solo in parte le affermazioni che Desini ha fatto, a titolo personale». Sul merito del provvedimento, Cherchi si è detto convinto che «tende a risanare i debiti avviando una azione di governo molto forte che porterà ad un piano di rientro che sarà presentato fra breve; è chiaro che il debito non può essere risolto nell’immediato ma richiede impegno e coesione da parte di tutti, mostrando serietà e buon senso».

Non essendoci altri iscritti a parlare il presidente ha messo in votazione il passaggio agli articoli del Disegno di legge, che il Consiglio ha approvato con 31 voti favorevoli e 21 contrari.

Al termine dello scrutinio, il presidente ha sospeso la seduta e convocato la conferenza dei capigruppo.

Alla ripresa dei lavori, il presidente ha aperto la discussione sull’art.1 che il Consiglio ha approvato e a seguire l’Aula ha espresso anche il voto favorevole sull’art,2.

Sull’articolo 3 è stato presentato emendamento di sintesi che unifica altre tre proposte ed ha ottenuto il parere favorevole della commissione della Giunta. Si tratta del futuro delle Istituzioni pubbliche di assistenza e beneficienza (Ipab) e prevede fra l’altro che «le strutture che svolgono prevalentemente attività di erogazione di servizi socio-sanitari che non sono più in grado di funzionare, hanno espresso la volontà di sussistere e non hanno ancora completato il processo di trasformazione, sono soppresse. I beni e le funzioni delle stesse sono trasferiti all’azienda sanitaria locale nel cui ambito territoriale hanno la sede legale».

Sullo stesso articolo è stato presentato anche un emendamento aggiuntivo riguardante la struttura di riabilitazione “Santa Maria Bambina” di Guspini, di cui è prima firmataria la consigliera del Pd Rossella Pinna.

La consigliera Rossella Pinna, del Pd, ha ribadito in primo luogo la fiducia nell’assessore Arru, sostenendo che «la terapia d’urto è necessaria ma non si può buttare la croce solo su una persona chiunque sia, deve invece prevalere il senso di responsabilità condividendo anche le scelte più dolorose». Il problema oggetto dell’emendamento, l’acquisizione al patrimonio della Regione del centro di riabilitazione “Santa Maria Bambina” di Guspini, arriva da lontano dopo alcuni tentativi della Giunta Cappellacci, in particolare con riferimento alla perizia sul valore della struttura, chiusa dal 2012 ed ora abbandonata al degrado». Ma la cosa più importante, ha affermato la Pinna, è che gli sforzi fatti fino a questo punto siano ancora aumentati; sono disponibile al ritiro dell’emendamento in cambio di assicurazioni, non è una questione territoriale ma il frutto della consapevolezza del valore della struttura e di quanto può dare a tutti i cittadini della Sardegna con evidenti ricadute positive in termini di qualità dell’assistenza e di risparmio di risorse pubbliche».

Il consigliere Gianni Lampis (Misto-Fdi) ha condiviso le considerazioni della collega Pinna, ribadendo che «si tratta non di piante bandierine ma di dare risposte in un’area dove la crisi concentra maggiormente i suoi effetti negativi». La proposta di riforma sanitaria in quel territorio, ha ricordato Lampis, «è condivisa in parte dalle amministrazioni locali ma il giudizio positivo non può prescindere dalla corretta dislocazione dei servizi, traguardo da cui siamo ben lontani; l’esperienza di Guspini deve trovare il giusto riconoscimento, quindi accogliamo l’invito di ritirare l’emendamento perché preferiamo concentrarci sul risultato, a condizione che la Giunta assuma impegni precisi davanti alla comunità».

L’assessore della Sanità Luigi Arru ha accolto l’invito della consigliera Pinna relativo alla struttura di Guspini, affermando che «è un problema che si è cercato di affrontare nell’ottica della rete che sta caratterizzando l’azione complessiva della Giunta, con lo scopo cioè di creare valore convivendo esperienze». La struttura, ha osservato, «ha senso se dà risposte anche al di fuori dell’ambito locale ed anche sulla lungo-degenza dove il nostro sistema ha ancora eccedenze». Il nostro impegno, ha concluso, «è quello di lavorare per il suo inserimento nella casa della salute, punto cardine della riforma come strumento di integrazione per ospedale; su queste basi ritenendo che si possa arrivare ad una soluzione positiva in tempi brevi».

L’emendamento è stato ritirato.

Successivamente è stato approvato l’art 3 comprensivo dell’emendamento di sintesi e, a seguire, anche gli articoli 4 e 5.

Il presidente ha quindi messo in votazione il testo finale del Disegno di legge, che il Consiglio ha approvato con 29 voti favorevoli e 19 contrari. Segue

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