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Riforme, Renzi apre ad una mediazione sulla elettività dei senatori

Roma, 18 Set 2015 - All'approdo del Ddl Boschi in Aula al Senato la maggioranza ha tenuto. 171 i voti contrari alla questioni di pregiudizialità presentate dalle opposizioni, otto gli astenuti, che al Senato valgono come voti contrari, 86 i sì.

Il dialogo tra maggioranza e minoranza dem parte da qui. L'intenzione del premier e segretario Matteo Renzi è quella di "blindare" la parte del ddl Boschi approvata in conformità a Montecitorio e concedere un'apertura su alcuni punti già modificati proprio nel passaggio alla Camera, rispetto alla prima lettura a Palazzo Madama.

Negli auspici, la tempistica è comunque chiara: approvazione del Ddl al Senato entro ottobre, secondo passaggio alla Camera a gennaio, referendum entro l'autunno 2016.

Potrebbe essere così rivisto il comma 5 dell'articolo 2. In modo tale che i membri del nuovo Senato siano scelti tra i consiglieri regionali più votati o da un apposito listino. Sarebbe così superata la questione dell'elettività indiretta dei Senatori.

Altre modifiche sarebbero possibili su alcune funzioni della "Camera delle autonomie" e sull'elezione dei giudici della Corte Costituzionale.

La minoranza dem - ieri - con Miguel Gotor ha ribadito di voler mantenere i propri emendamenti all'articolo 2. Il presidente del Senato Pietro Grasso ha scandito: "Non si possono relegare le istituzioni in un museo". Una replica a Matteo Renzi dopo che organi di stampa hanno attribuito alcune dichiarazioni al presidente del Consiglio sull'intenzione di abolire il Senato nel caso venissero ammessi dalla Presidenza gli emendamenti all'articolo 2 del ddl Boschi. Parole poi smentite.

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