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Emergenza migranti, la Macedonia pensa a un muro come in Ungheria

È possibile che l'Ungheria completi la costruzione del muro di frontiera con la Serbia entro i primi giorni di ottobre. Lo ha affermato il vice premier ungherese Janos Lazar secondo cui ha la barriera, fortemente criticata da Francia e Germania e lunga 175 chilometri, "sarà adeguata a proteggere il Paese, specialmente se la polizia pattuglierà l'altro lato". E mentre sono ripresi i collegamenti ferroviari in Danimarca, bloccati ieri dopo l'ondata di migranti diretti in Germania, le ferrovie austriache hanno annunciato lo stop alle tratte con l'Ungheria a causa della massiccia congestione del traffico dovuta ai migliaia di rifugiati che cercano di raggiungere l'Europa occidentale attraverso Budapest. Tutti i treni tra la capitale ungherese e Vienna sarebbero stati infatti sospesi fino a nuovo avviso e al loro posto sarebbe stato attivato un servizio di autobus. L'Austria ha assistito a un nuovo incremento, nel corso della notte, dell'arrivo di migranti provenienti dall'Ungheria, con oltre 3.000 ingressi.

profughi bloccati sotto la pioggia al confine macedoneProfughi sotto la pioggia e nel fango E come l'Ungheria, la Macedonia - ha annunciato il ministro degli Esteri Nikola Poposki - sta valutando la costruzione di una barriera sul confine meridionale per fermare i migranti in arrivo dalla Grecia La Macedonia, ha sottolineato, avrà infatti bisogno di "un qualche tipo di difesa materiale", sebbene ciò non sarebbe una soluzione di lungo termine. "Se prendiamo seriamente ciò che l'Europa ci sta chiedendo, ne avremo bisogno. O i soldati, o una barriera, o una combinazione dei due". Lunedì sono entrati in Macedonia 7mila siriani, registrando il record per una sola giornata. Come riferisce l'agenzia serba FoNet, i migranti sono alle prese con le difficili condizioni meteo, con pioggia battente e temperature autunnali. Il fango ostacola non poco gli spostamenti. Sono decine di migliaia i migranti in territorio greco in attesa di passare in Macedonia e proseguire per Serbia, Ungheria e da lì verso i Paesi del nord Europa.

Situazione non diversa in Finlandia dove il governo di centrodestra ha proposto di alzare le tasse sul reddito da capitale e sui redditi più alti per coprire i costi che deriveranno dall'arrivo di rifugiati. Lo ha dichiarato il ministro delle Finanze, Alexander Stubb, specificando che la più alta fascia di tassa sul reddito da capitale sarà alzata dell'1%, mentre chi guadagna più di 72.300 euro annui dovrà pagare una cosiddetta tassa di solidarietà per due anni. La soglia precedente era di 90mila euro. Secondo Stubb, le entrate ulteriori saranno usate per coprire in parte il costo legato all'immigrazione, che secondo le previsioni quest'anno salirà a 114 milioni di euro.

Il sistema delle quote proposto dalla Commissione Ue per la ripartizione di 160mila rifugiati già presenti sul territorio europeo, incontra anche il 'no' della Romania. Lo ha annunciato il presidente del Paese, Klaus Iohannis secondo cui l'iniziativa non è la soluzione giusta e che non sia opportuno "parlare di quote obbligatorie, calcolate in modo molto burocratico, quasi da contabile direi, senza consultare gli stati membri".

La Commissione europea ieri a Strasburgo ha presentato la nuova proposta per le politiche di immigrazione e asilo, dopo il pacchetto posto all'attenzione degli Stati membri lo scorso maggio. La proposta poggia sullo schema obbligatorio di ricollocazione dei migranti, il fondo per il Sahel e il nord Africa, una lista comune dei Paesi di provenienza "sicuri" i cui rifugiati non hanno motivo per chiedere asilo. E poi ancora, uno schema di rimpatrio. Diverse le misure che finiranno sul tavolo dei rappresentanti dei Ventotto già lunedì, in occasione della riunione straordinaria dei ministri degli Interni. Ecco, di seguito, le principali proposte.

Meccanismo di ricollocazione di 120mila rifugiati. La Commissione Ue propone di distribuire tra i Paesi i profughi arrivati in Grecia (50.400), Italia (15.600) e Ungheria (54.000). Il trasferimento avverrà secondo un criterio di ripartizione obbligatorio che tiene conto dei seguenti criteri: 40% per il volume della popolazione, 40% per il Pil, 10% per la media delle domande di asilo presentate in passato, 10% per il tasso di disoccupazione. Questo meccanismo si somma a quello proposto a maggio per la redistribuzione di 40.000 migranti arrivati in Italia e Grecia, portando a 160.000 il numero complessivo di persone da smistare all'interno dell'Unione. Il bilancio Ue garantirà 780 milioni di euro per finanziare il meccanismo.