Cagliari, 10 Set 2015 - Prosegue senza sosta nella provincia di Cagliari, le operazioni di vigilanza congiunta del Comando Provinciale Carabinieri di Cagliari, del Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro (NIL) e Direzione Territoriale del Lavoro di Cagliari-Oristano (DTL).
Le operazioni si inseriscono, come noto, nel quadro delle attività programmate sul piano nazionale dal Comando Carabinieri Tutela del Lavoro e dalla Direzione Generale della attività ispettiva del Ministero del Lavoro al fine di contrastare e prevenire il fenomeno del caporalato ed in generale dello sfruttamento della manodopera clandestina ed irregolare nel settore agricolo.
I Carabinieri del NIL e gli Ispettori della DTL di Cagliari, coadiuvati dai Comandi Stazione Carabinieri competenti, hanno eseguito controlli nel corso della settimana anche nei territori di Barrali Donori e Giba, particolarmente nel settore della raccolta della frutta (pesche e uva).
Sono state ispezionate sei Aziende operanti nel settore ed esaminata la posizione di circa venti lavoratori.
Due aziende sono risultate versare in condizioni di irregolarità ed all’interno di esse è stata accertata la presenza di otto lavoratori occupati completamente “al nero”, di cui uno di nazionalità rumena.
Alle Aziende agricole trovate in condizioni di irregolarità saranno sanzionate amministrativamente per complessivi 34.550 Euro, oltre al recupero dei contributi previdenziali e dei premi assicurativi.
A margine della nota di servizio il direttore territoriale del lavoro di Cagliari-Oristano dott. Antonio Zoina ha dichiara: “Permane nel settore agricolo la presenza di una diffusa irregolarità lavorativa, relativa per lo più al ricorso al lavoro nero per una parte, circa un terzo, del personale occupato. I controlli, frutto di una sinergia territoriale esemplare tra Comando Provinciale Carabinieri, Direzione territoriale del lavoro e Comando Nucleo Carabinieri Ispettorato del lavoro diretto dal Maresciallo Capo Alessio Sansoni, sono eseguiti anche in funzione preventiva verso ogni possibile infiltrazione da altre realtà del deprecabile fenomeno del caporalato e dello sfruttamento lavorativo in agricoltura”.
