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Migranti, Renzi: “sì a rimpatri per evitare nuovi muri”. E sulla grexit greca afferma: “molti la vogliono”

Il vero 'fondo Salva stati' per l'Italia sono state le riforme strutturali. A dirlo è il presidente del Consiglio nell'Aula del Senato in vista del vertice Ue di giovedì 25 e venerdì 26 giugno. "Se di esami si trattava - aggiunge Matteo Renzi - l'Italia si presentava in ruolo di studente: oggi non è così". Parla anche di un passo avanti definendolo "positivo ma non sufficiente".

Ma anche di segnali di ripresa timidi e del valore delle opere pubbliche bloccate per ritardi tra enti è di 1% del Pil. E se oggi l'Italia non è più sul banco degli imputati - aggiunge Renzi - non si deve a fenomeni magici provenienti dall'esterno ma all'attività parlamentare", alle riforme fatte che hanno aumentato la "credibilità" del nostro Paese.  Il premier Matteo Renzi pranza al Quirinale con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in compagnia di una delegazione di ministri, in vista del vertice Ue di domani.

Discorso a tutto campo, quindi, quello di Matteo Renzi, che parla anche e soprattutto di immigrazione. "Lo scorso 24 giugno 59.600 cittadini - dice - erano sbarcati sulle coste italiane oggi il numero è sostanzialmente analogo ma c'è una novità profonda. E' finalmente una priorità nell'agenda politica europea". Ma bisogna capire - dice - come gestire questa priorità. O attraverso lo scontro politico, costantemente in campagna elettorale, o "in modo solido" come fa un "grande Paese". In Europa - conclude poi - non c'è consenso sulla necessità di riformare Dublino non solo non c'è oggi, ma non ci sarà probabilmente neanche domani. Perché la paura non ha residenza solo da noi".

Poi il ruolo del nostro Paese nella gestione dell'emergenza. "L'Italia - dice - non è un paese dei balocchi, ma un grande Paese che può farcela da solo. È l'Europa che non può pensare di fare da sola. Non può pensare di avere una politica estera affidata ai singoli Stati". "Sui rimpatri ci dobbiamo tenacemente aggrappare per evitare il rischio di un'ondata che metta in discussione l'Europa. Noi siamo cresciuti con l'abbattimento del muro di Berlino, le generazioni di oggi rischiano di crescere con la costruzione del muro ungherese".

"Il dibattito in corso in Italia mostra che è necessaria una risposta europea più solida", riferisce una fonte interna alle istituzioni europee, riferendosi alle dichiarazioni del presidente del Consiglio, Matteo Renzi "Non possiamo rischiare che vengano decise altre misure unilaterali come quelle che in questi giorni ha annunciato l'Ungheria", ha aggiunto la fonte. Per questo, è probabile chele conclusioni del Consiglio di domani includano un richiamo al rispetto del regolamento di Dublino e di quello di Schengen. "Il rischio è che, dopo aver messo in discussione Dublino, si passi a Schengen e questo è un problema per il complessivo impianto di integrazione europea".

Il premier, poi, nel giorno dell'Eurogruppo che discuterà la crisi greca, avvisa il popolo ellenico. I greci - avverte - "devono sapere che esiste una fortissima pressione per usare questa finestra che si apre per chiudere i conti con la Grecia ed eliminare Grecia dalla zona euro". Ma la Grecia deve anche sapere anche - insiste Renzi - che esiste una larga parte di dirigenti in Ue che faranno di tutto per aiutarla perché c'è un obbligo storico e morale, ma anche nel caso del governo greco lo sforzo deve essere reciproco". 

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