E' a mezzanotte passata che l'assemblea del gruppo Pd alla Camera, assente la minoranza e con Roberto Speranza dimesso da capogruppo, dà il via libera all'Italicum. 190 su 310 i voti a favore della linea di Matteo Renzi, che all'ennesimo appello alle modifiche avverte che al testo in esame è legato lo stesso destino del governo. Ma invita all'unità e a "guardare avanti".
La linea di Renzi è passata, quindi, ma il partito si è spaccato. Roberto Speranza ha presentato poco prima delle 22 le proprie dimissioni da capogruppo Pd all'Assemblea del deputati perché sulla riforma elettorale "c'è un profondo dissenso". "Non cambiare la legge elettorale - ha spiegato Speranza - è un errore molto grave che renderà molto debole la sfida riformista che il Pd ha lanciato al Paese. C'è una contraddizione evidente tra le mie idee e la funzione che svolgo e che sarei chiamato a svolgere nelle prossime ore". "Sarò leale al mio gruppo e al mio partito ma voglio essere altrettanto leale alle mie convinzioni profonde", ha detto Speranza. Dopo l'annuncio di Speranza, il premier Matteo Renzi ha invitato l'assemblea a discuterne "in una sede più opportuna" e a proseguire con il voto sull'Italicum.
Lo scontro è poi proseguito, l'ex segretario Pier Luigi Bersani ha accusa duramente il premier: "Non sono disponibile ad andare avanti in questo modo, qui parliamo non solo della legge elettorale, ma del nostro sistema democratico". Quindi, "non è una questione di disciplina o di coscienza, se si va avanti così io non ci sto".
La riunione di mercoledì sera del gruppo dei democratici a Montecitorio è stata una tappa cruciale per il cammino dell'Italicum alla Camera e per i rapporti all'interno del Pd. Nonostante la spaccatura interna al suo partito, il premier è deciso ad andare avanti senza modificare l'Italicum. "La legge elettorale va votata così com'è", ha ribadito ai deputati in assemblea Renzi, che vorrebbe evitare il voto di fiducia, guardato con preoccupazione anche dalle opposizioni.
Approvato dalla Camera a marzo 2014, con 365 sì, modificato dal Senato, che ha dato il via libera a gennaio, l'Italicum è tornato alla Camera per il sì definitivo. L'8 aprile scorso è iniziato l'esame del testo nella commissione Affari costituzionali di Montecitorio e il 17 scade il termine per presentare gli emendamenti in Commissione Affari costituzionali della Camera. Questo sarà il primo test. Il secondo, più significativo, sarà il voto sugli stessi emendamenti a partire dal martedì 21 aprile. L'Italicum dovrebbe arrivare in Aula il 27 aprile: ma il voto a favore non è scontato.