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Consiglio Regionale Sardegna – Dibattito sul DL n.130 “Norme per la semplificazione e il riordino di disposizioni in materia urbanistica ed edilizia e per il miglioramento del patrimonio edilizio”.

Sotto la presidenza dell’on. Ganau il Consiglio regionale ha ripreso l’esame del Piano Casa con la discussione e gli emendamenti all’art. 20. La commissione e la Giunta hanno espresso il parere di competenza e il presidente ha aperto la discussione.

Efisio Arbau (capogruppo Sardegna Vera) ha annunciato il ritiro degli emendamenti 12 e 13 mentre Oscar Cherchi (Forza Italia) ha detto: «Oggi ci concentriamo sulle volumetrie turistiche e ricettive. Oltre i 300 metri la premialità è pari al 25 per cento salvo che i fabbricati non rientrino in differenti tipi di attività e questo va bene. Il problema è che rimangono senza una definizione chiara le zone F previste dall’articolo 19, a seguito della seduta di ieri. E sono le zona F, a seguito delle indicazioni dell’Aula, che hanno generato un problema e dovranno essere affrontate in qualche modo dalla Giunta».

Fasolino (Forza Italia) ha detto: «Non si capisce come volete incentivare con queste norme l’industria delle vacanze. Tutti aspettiamo questa legge come la manna dal cielo ma poi la manna non c’è perché non c’è un ragionamento sulle strutture turistiche e ricettive».

Sempre per Forza Italia ha preso la parola l’on. Carlo Tedde, che ha toccato ancora il tema delle zone F «non quantificate dall’articolo 19 e per questo si rischia un pasticcio sulle quantità autorizzabili nelle zone F. Per questo, per evitare che l’Aula faccia una brutta figura, è bene che torniamo a definire ciò che ieri abbiamo lasciato a metà. Dobbiamo superare questo moloch della fascia dei 300 metri, perché nei 300 metri ci stanno porcherie orripilanti e cose pregevoli da tutelare».

Per Crisponi (Riformatori) «solo le industrie turistiche sono rimaste in piedi, visto che tutto il resto dell’industria è crollato. Sul sito booking.com risulta che in Sardegna esistono 4111 strutture turistiche aperte; quattro anni fa erano appena 900. E’ un sistema articolato che dà benefici al nostro territorio e che dovrebbe essere premiato da questa legge. Come può presentarsi al mercato un albergo sardo obsoleto, che non può rinnovarsi rispetto a quanto il mercato offre altrove e chiede in termini di standard di ospitalità? Parlo di spa, delle piccole aree congressuali e delle piccole strutture sportive collegate agli alberghi. E’ adesso che si firmano i contratti dei tour operator per il 2016 e non ci sono chiamate d’appello. Ma davvero pensate che qualcuno faccia investimenti, milionari o meno, senza la possibilità concreta di riguadagnare quel denaro?».

L’on. Locci (Forza Italia) ha riferito all’Aula «di una rinnovata fiducia degli artigiani e delle piccole imprese per il nuovo e imminente Piano casa. La stessa attesa c’è da parte degli operatori delle strutture ricettive rispetto alla norma in discussione ora. Non possiamo non tener conto di queste aspettative: dobbiamo liberarci dalle paure di chi pensa che abbellire gli alberghi e le strutture ricettive costituisca un danno per l’ambiente».

Il consigliere di Aps, Gianni Tatti, ha riferito in Aula di un incontro avuto con alcuni sindaci che hanno sollecitato una nota esplicativa sulle norme contenute nel Dl 130 vista la difficile comprensione delle norme in esso contenute. Nel merito dell’articolo 20, l’esponete della minoranza ha rivolto critiche al divieto di utilizzo delle volumetrie per realizzare posti letto nelle strutture ricettive e per le disposizioni che stabiliscono la realizzazione delle strutture con “vista camere”. «Norme - ha concluso Tatti – che danno la misura della scarsa qualità del provvedimento e testimoniano una visione miope dell’Isola e del suo sviluppo».

Antonello Peru (Fi), dopo aver richiamato l’attenzione dell’assessore Erriu, ha ricordato il principio di fondo che sta alla base dell’articolo 20 e cioè “miglioramento delle strutture esistente”. Per tale ragione, a giudizio del vice presidente del Consiglio, serve un’analisi approfondita sulle condizioni delle strutture esistenti nel territorio regionale ed ha ricordato la proposta di legge presentata dalle forze dell’opposizione per la riclassificazione delle attività recettive in Sardegna. Il consigliere Peru ha quindi evidenziato il contenuto del comma 4) dell’articolo 20 ed ha denunciato che la sua formulazione sembra escludere la possibilità di incrementi volumetrici per quelle strutture che abbiano già usufruito degli incrementi previsti dall’articolo 10 bis della legge n. 45

Il consigliere dei Riformatori, Michele Cossa ha definito l’articolo 20 “una follia” ed ha sottolineato che le timide aperture contenute nella formulazione del testo originario del provvedimento sono state cancellate dall’emendamento sostitutivo totale n. 126 (presentato dalla Giunta) che, così come è accaduto anche per i precedenti articoli, è divenato il testo su cui confrontarsi. «Si è così eliminata – ha spiegato Cossa - la possibilità di realizzare interventi utili per rendere l’offerta turistica sarda competitiva al livello mondiale». L’esponente della minoranza ha quindi definito “ridicolo” il contenuto del comma 4) dell’emendamento 126, ed ha ribadito che i commi 7) e 8) renderanno impossibile qualunque forma di intervento nelle strutture ricettive. «Abbiate dunque il coraggio – ha concluso Cossa - di abrogare l’articolo 20».

Il capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni, ha rivolto critiche per alcune interpretazioni di stampa riguardo gli esiti dei lavori dell’Aula nella giornata di ieri. Dedoni ha quindi svolto alcune considerazioni di carattere generale sulla stretgicità del comparto turistico per l’economia della Sardegna ed ha citato l’esempio della Costa Smeralda. «Con le norme che proponete- ha tuonato il consigliere dei Riformatori, rivolto ai banchi della maggioranza -  si impedisce agli alberghi di avere servizi e di migliorare la qualità dell’offerta». Dedoni ha concluso con l’invito alla Giunta e alla maggioranza perché il Dl 130 ritorni all’esame della commissione Urbanistica.

Il capogruppo del Psd’Az, Angelo Carta, ha ricordato in tono critico la nuova riscrittura del testo dell’articolo 20 con un nuovo emendamento della Giunta ed ha sottolineato come anche da parte della maggioranza si stato presentato un emendamento, il n. 12 (Arbau e più, poi ritirato dai presentatori) che proponeva l’abolizione dell’articolo 20. Il capogruppo della minoranza ha ribadito quindi l’invito a “riportare all’esame della commissione il Dl 130” ed ha definito le disposizione contenute nell’articolo 20 e nell’emendamento 126 “come muro e una trincea”. «Il problema – ha concluso l’esponente dei Quattro Mori – è che dall’altra parte della trincea non ci sono nemici ma altri sardi, imprenditori e l’industria turistica sarda che dovrebbe rappresentare la nostra Fiat e non un avversario da combattere».

 Il capogruppo di “Sardegna Vera”, Efisio Arbau, ha svolto alcune precisazioni sugli esiti dell’articolo 19 ed ha tenuto a precisare, che l’articolo, sostituito dall’emendamento 125, modificato a sua volta con un emendamento approvato a voto segreto che allarga alla zona F le premialità edificatorie va considerato insime con le disposizioni contenute al comma 7 del suddetto articolo. Previsioni normative che, a giudizio del capogruppo della maggioranza, consentono incrementi volumetrici soltanto per le residenze che ospitano portatori di handicap.

Nel merito dell’articolo 20, Efisio Arbau, ha spiegato di aver raggiunto un accordo in maggioranza sull’emendamento 126, pur ribadendo la contrarietà al divieto di realizzare nuovi posti letto e definendo un “errore” il tentativo di imporre scelte che sono proprie dell’imprenditore che investe nel comparto turistico ricettivo dell’Isola.

Il capogruppo di Aps, Gianluigi Rubiu, ha affermato che “tutti siamo un po’ ambientalisti” ma ha aggiunto che “tutti insieme con la tutela delle coste e delle bellezze dobbiamo garantire occupazione a nostri giovani”. «Serve trovare il giusto equilibrio», ha aggiunto l’esponente della minoranza, «e insieme dobbiamo consentire alle strutture ricettive di migliorare offerta e servizi». A giudizio di Rubiu però le norme del Dl 130 impediscono il miglioramento della qualità dell’offerta e non tengono conto delle innovazioni e dei mutamenti che caratterizzano il mercato turistico mondiale.  Segue

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