Press "Enter" to skip to content

Confindustria Sardegna – La legge sul piano casa si deve correggere, confermiamo il nostro giudizio negativo, ma non perdiamo altro tempo

Confindustria e Ance Sardegna, ritengono opportuno intervenire ancora una volta per riproporre all’attenzione del dibattito in corso, alcune modifiche o integrazioni che andrebbero apportate al disegno di legge attualmente in discussione in Consiglio Regionale.

In particolare andrebbe perseguita una maggiore semplificazione delle procedure per le manutenzioni straordinarie, per la revisione o l’installazione di impianti tecnologici, per le varianti e le opere precarie. Le norme del disegno di legge infatti assoggettano alcuni di tali interventi a segnalazione certificata di inizio attività mentre le norme statali, salvo casi particolari, le considerano eseguibili tramite comunicazione di inizio lavori asseverata.

Come regola generale quindi, sarebbe opportuno allinearsi a quanto previsto dalla normativa statale, prevedendo la comunicazione di inizio lavori asseverata per la manutenzione straordinaria (tra cui anche il frazionamento ed accorpamento delle unità immobiliari) e per le modifiche interne sulla superficie coperta dei fabbricati adibiti ad esercizio d’impresa ovvero le modifiche di destinazione d’uso dei locali adibiti ad esercizio d’impresa.

Per quanto riguarda le norme per il miglioramento del patrimonio esistente, in particolare gli interventi di incremento volumetrici, si ritiene fortemente limitativa quella che, per le zone B e C, stabilisce il limite dei 70 e dei 90 mc, a seconda che il PUC sia stato adeguato al PPR o meno, e pertanto si suggerisce la sua eliminazione.

In relazione ai centri storici si ritiene che, come già previsto dalla precedente legge regionale, così come da quelle di altre regioni, debbano essere sempre ammissibili gli aumenti volumetrici riguardanti edifici aventi meno di 50 anni in contrasto con i caratteri architettonici e tipologici del contesto.

Dovrebbe inoltre essere modificata la norma che stabilisce condizioni per l'avvio dei lavori di incremento volumetrico in contrasto con le disposizioni nazionali relative alla SCIA, così come, ugualmente in linea con la disciplina nazionale, dovrebbero essere apportate disposizioni migliorative alle norme relative al frazionamento delle unità immobiliari.

Nel caso di rinnovo del patrimonio edilizio con interventi di demolizione e ricostruzione si propone di prevedere, come già disposto in precedenza, un bonus volumetrico di almeno il 30% senza alcuna distinzione in merito alla superficie dei lotti, in tutte le zone A-B-C-D-E-F-G, senza il quale la fattibilità economica degli investimenti altrimenti non si sostiene.
Andrebbero infine ripristinate sia la norma che consente la possibilità di incrementare le volumetrie delle attività ricettive, indipendentemente dalla zona in cui si trovano (e quindi anche in area agricola), al fine di adeguare l’offerta turistica regionale alle esigenze del mercato moderno e consentendo ad un settore unanimemente ritenuto strategico per l’economia regionale di essere competitivo nei confronti delle realtà concorrenti, che la norma relativa ai piani attuativi approvati entro il 2006, con l’eventuale introduzione di un limite temporale entro il quale i privati dovrebbero avanzare le istanze di completamento. Sarebbe inoltre interessante che gli incrementi volumetrici e di superficie fossero estesi anche agli opifici insediati nelle zone D.

Per quanto attiene gli interventi in agro (Zone E), al fine di evitare il frazionamento dei lotti agricoli con la dimensione minima che sarà definita per le nuove costruzioni (1 – 2 o 3 ettari che sia), non si ritiene comunque equo impedire gli interventi sul patrimonio esistente (siano implementi di volume parziali che demolizioni e/o ricostruzioni integrali) a prescindere dalla dimensione dei lotti esistenti. Ciò proprio al fine di evitare altro consumo di suolo consentendo di migliorare il patrimonio esistente sia in chiave energetica che di inserimento ambientale.

Confindustria Sardegna e Ance Sardegna ribadiscono in conclusione l’auspicio che il Consiglio Regionale e le forze politiche sappiano ascoltare e correttamente interpretare le istanze provenienti dal mondo produttivo dando quelle risposte che cittadini e imprese attendono, il tutto possibilmente in pochi giorni, al fine di poter poi concentrare l’attenzione del Consiglio, della Giunta e delle forze economiche e sociali sui tanti temi da affrontare per poter far sperare alla nostra Regione di agganciare la ripresa economica. Com