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Edilizia: Erriu al convegno Cna, stop al consumo di suolo, riqualificazione del patrimonio esistente con uso nuove tecnologie e materiali locali

La riqualificazione del patrimonio edilizio della Sardegna passa per un'idea progettuale e innovativa proposta alla Regione e ai Comuni dalla Confederazione nazionale dell'Artigianato e della Piccola e Media Impresa (Cna). Ovvero: rilanciare il comparto edile attraverso l’integrazione di risorse private con i fondi strutturali europei 2014-2020 e dare così il via a un piano di risanamento urbano che rimetta a nuovo intere parti di città.

La promozione di una nuova politica di risanamento urbano attraverso l'integrazione di fondi di sostegno europei e micro risorse private, è stato il tema del convegno organizzato questa mattina al T Hotel, in via dei Giudicati a Cagliari, alla presenza dell'assessore degli Enti locali Cristiano Erriu, insieme a sindaci e rappresentanti di diversi comuni dell'isola: Cagliari, Sassari, Olbia. E ancora, il presidente dell'Anci, Piersandro Scano e i Parlamentari europei.

Rilancio dell'edilizia. L'obiettivo è quello di riqualificare il grande patrimonio edilizio isolano esistente, le aree dismesse, abbandonate come i centri storici o in stato di degrado, attraverso ristrutturazioni e interventi di efficientamento energetico. Tutto questo porterà, secondo lo studio effettuato da Cna sarda e Cresme, a un rilancio del comparto edile e darà nuove opportunità alle imprese per un reinserimento nel mercato.

“Ciò che serve in Sardegna è un cambio di passo – ha detto l’esponente della Giunta Pigliaru – e di mentalità. L’isola soffre del tabù della demolizione e ricostruzione degli edifici, quando spesso tale operazione richiederebbe un minore investimento e risultati di maggiore pregio non solo per l’edificio, ma per tutto il quartiere”. L’assessore Erriu ha inoltre ricordato come all’interno del disegno di legge 130, norme sull’edilizia abitativa, attualmente in discussione in Aula, siano previsti bonus volumetrici aggiuntivi per i Comuni che abbiano adeguato il Puc al Ppr e per coloro i quali provvedano all’efficientamento energetico e all’utilizzo di materiali locali per le costruzioni, sostenendo la green economy.

“La Giunta guarda in questa direzione: la riqualificazione del patrimonio edilizio esistente senza ulteriore consumo di suolo, grazie alle energie alternative e ai materiali di costruzione locali che rispettino le caratteristiche dei luoghi e dei centri urbani. A breve ci sarà la legge Urbanistica e la Carta dei Suoli, che sarà poi strettamente legata al Ppr delle zone interne. Obiettivo non secondario – ha proseguito il rappresentante dell’Esecutivo - è quello della programmazione territoriale e l’impegno a sostenere i Comuni nei processi di pianificazione, per cercare di accelerare sempre di più i tempi della pubblica amministrazione, e arrivare a una sburocratizzazione dei processi”.

I vantaggi. Gli interventi di riqualificazione saranno pensati dunque in maniera mirata, sia nei centri urbani sia nei piccoli comuni, in base alle diverse caratteristiche dei territori e alla loro vocazione. Le politiche di intervento di recupero edilizio sono tese a migliorare le condizioni di vita dei residenti e garantire servizi di alta qualità. Il 41% delle abitazioni in Sardegna ha più di 40anni, un terzo è in stato di abbandono e negli ultimi 10anni metà delle abitazioni sarde ha avuto necessità di interventi di ristrutturazione.