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Corruzione, il ddl approda in aula al Senato. Grasso: “tanti, troppo rinvii”

Il ddl anticorruzione è giunto alla prova dell'Aula di Palazzo Madama. E il suo primo firmatario, nonché presidente del Senato Piero Grasso, avverte: "fin qui, tanti, troppi rinvii sulla corruzione, che mette in pericolo la democrazia". Nel corso di un convegno, l'ex magistrato ha condannato "le complesse reti di relazioni inizialmente inquinate da intimidazione e violenza che poi lasciano il posto alla convenienza, alla collusione, alla corruzione, al favoritismo, e più in generale alla coincidenza e fusione di interessi diversi".

La maggioranza, però, sembra divisa sul disegno di legge di contrasto alla corruzione. Il Nuovo Centrodestra - dopo l'astensione di ieri sulla prescrizione - annuncia "battaglia" a Palazzo Madama, dove il ddl Grasso è all'esame dell'Aula. A puntare i piedi, è stato ieri proprio il leader del partito, il ministro dell'Interno Angelino Alfano.

Una posizione non condivisa dal guardasigilli Andrea Orlando. "Non so, il relatore (Nico D’Ascola) è di Ncd il testo è concordato con l'Ncd...non vedo con chi dovrebbero dare battaglia. Credo che tutti insieme battaglia dovremmo darla alla corruzione", ha dichiarato Orlando.

Al testo all'esame del Senato sono stati presentati circa 200 emendamenti. La prima parte del provvedimento, che riguarda i reati contro la pubblica amministrazione, inasprisce le pene principali e accessorie per i reati di corruzione indebita, induzione e peculato. Sono previsti obblighi di riparazione e attenuanti in caso di collaborazione utile alle indagini e, in un'ottica di prevenzione, lo scambio di informazioni tra autorità anticorruzione, procure e tribunali amministrativi regionali. La seconda parte del disegno di legge riguarda i delitti di falsa comunicazione sociale. È prevista un'area di non punibilità per fatti di lieve entità riguardanti società non quotate.

Intanto, l'Aula del Senato ha respinto le pregiudiziali di costituzionalità presentate da Forza Italia. De Girolamo (Ncd): "Renzi ci rispetti, o usciamo dal governo".

Continuano le frizioni tra il Nuovo Centrodestra e il Pd. Ncd pare però diviso sull'atteggiamento da tenere.  La capogruppo Nunzia De Girolamo parla chiaro: "Se Renzi non accetta le idee che caratterizzano la nostra presenza al governo, credo sarebbe meglio dare l`appoggio esterno: votiamo solo le leggi che riteniamo giuste".

Il leader Angelino Alfano, però, frena: "L'ipotesi di appoggio esterno non esiste".

Timida apertura alla maggioranza, da parte di uno degli esponenti del direttorio del Movimento 5 Stelle, Roberto Fico. Sul ddl anticorruzione "noi saremmo pronti a votare tutti gli emendamenti che la maggioranza propone nel momento in cui non annacqua il testo, ma ripropone il ddl che Grasso presentò il suo primo giorno in Parlamento.

Quella legge ha molti punti in comune con la nostra", scandisce il presidente della commissione di vigilanza Rai.

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