L’assessore dell’urbanistica Cristiano Erriu ha affermato che la norma in esame, «intervenendo sia sulla legge 23 che sulla 45 su un tema particolarmente delicato, dà una risposta efficace all’esigenza semplificazione e, quanto ai costi delle demolizioni sollevati dal consigliere Floris, prevede l’intervento sia della Regione che del comune e quello sostitutivo che consente alla Regione di intervenire con mezzi propri qualora il comune non disponga delle risorse necessarie», ha ricordato che la giunta Cappellacci «a suo tempo aveva previsto modalità di rimborso ai comuni mai applicate pur essendo rimaste le risorse; quindi sul piano normativo la risposta c’è come sul lato della spesa».
Non essendoci altri iscritti a parlare il presidente ha messo in votazione l’emendamento n.210 che il Consiglio ha respinto con 19 voti a favore e 30 contrari.
L’Assemblea ha successivamente iniziato l’esame dell’emendamento n.211.
Il consigliere Stefano Tunis (Forza Italia) ha rinnovato la raccomandazione rivolta alla maggioranza che «il tempo per la riflessione sia fruttuoso, sono state delineate responsabilità su diversi livelli che non hanno una sequenza logica e questo vuoto sarà necessariamente riempito dalla giurisprudenza con le conseguenze che ciò comporta». Stiamo facendo un grave danno ai cittadini, ha detto ancora, «perché solo chi è economicamente forte potrà utilizzare questa legge ma il Consiglio regionale ha il dovere di fare una norma per tutti e non per pochi».
Il consigliere Oscar Cherchi (Forza Italia) ha insistito sul fatto che «è inutile aspettarsi un miracolo da questa legge, miracolo che non si realizzerà; l’acquisizione gratuita del bene oggetto di abuso è scontata ma poi si parla di ordinanza di dirigenti e poco più avanti di ingiunzione ma i due provvedimenti sono molto diversi e, quanto alla gratuità, non si capisce dove sia perché il privato paga sia gli oneri di demolizione che la sanzione».
Il consigliere Michele Cossa (Riformatori sardi) ha definito grave il recente emendamento orale «che riscrive una parte del testo, perché mentre prima faceva riferimento al termine di 45 giorni ora si aggancia ad un altro comma; si sta andando insomma a tentoni, si sta ribaltando il riferimento normativo e stravolgendo lo stesso contenuto del testo».
Il consigliere Marco Tedde, di Forza Italia, ha ricordato che «non passa giorno senza che intervenga una associazione a censurare il testo in maniera pesante, ciò avrebbe dovuto consigliare ben altro atteggiamento alla maggioranza; nel merito, in caso di inottemperanza all’ordinanza di ingiunzione emerge un problema dell’acquisizione al patrimonio pubblico, bisogna specificare se si tratta dei comuni e poi riflettere perché sono operazioni molto delicate che possono provocare reazioni incontrollate mettendo nel mirino in molte situazioni gli stessi funzionari: molto meglio l’acquisizione dei beni alla Regione e poi il trasferimento al destinatario finale».
Il capogruppo dei Riformatori sardi Attilio Dedoni ha messo l’accento sul fatto che «occorre memoria del passato altrimenti non si può progettare il futuro; oggi, 24 marzo, è l’anniversario delle Fosse Ardeatine e come in politica è importante comprendere la lezione della storia, l’insegnamento è applicabile anche al legislatore regionale che sembra però ignorarlo perché con questa legge stiamo ignorando ogni lezione del passato».
Il capogruppo di Area Popolare sarda Gianluigi Rubiu ha dichiarato che «la legge è stata fatta con troppa fretta e con troppa superficialità; il rapporto fra urbanistica e paesaggio ha da sempre tenuto distinte le due materie e distinti devono essere anche i vincoli attribuiti alle due discipline, mentre questa legge li considera promiscuamente ed è un errore». Rubiu ha ricordato, in proposito, la vicenda della demolizione di albergo di Teulada deve, a grande distanza di tempo, «sono rimaste le macerie».
Il consigliere Luigi Crisponi (Riformatori sardi) ha osservato che «l’Aula sta diventando una specie di plotone di esecuzione schierato contro le pubbliche amministrazioni ed i cittadini, intervenendo con provvedimenti che da un lato complicano le situazioni e dall’altro consentono alla Regione di fare lo scaricabarile, contesto che farà nascere controversie inimmaginabili».
Il consigliere Alessandra Zedda (Forza Italia) ha detto che «sinceramente il testo è la dimostrazione di come sia stato manipolato il principio di sussidiarietà, si immaginano le strutture comunali in grado di sopportare certi carichi di lavoro straordinari ma le cose non stanno così e, sull’altro fronte, il recepimento della normativa nazionale sarebbe stato giusto ma la stiamo di gran lunga peggiorando e complicando».
Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha affermato che «il problema delle demolizioni ha, a monte, il problema della vigilanza soprattutto nelle aree sottoposte a vincolo totale di inedificabilità e qui non si capisce come la Regione stia supportando sia gli enti locali che i vari soggetti incaricati della vigilanza, perché se uno realizza un albergo demolendo un bosco non è che lo possa fare davanti agli occhi di tutti riservando gli interventi solo alla fase successiva, bisogna invece stabilire chi e come deve fare le demolizioni dicendo anche con quali mezzi e non si può mandare sempre il conto ai comuni».
Non essendoci altri iscritti a parlare il presidente Ganau ha messo in votazione l’emendamento n.211 che l’Aula ha respinto con 21 voti favorevoli e 28 contrari. Segue





