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Arrestati i tre presunti rapinatori autori della tentata rapina a mano armata alla gioielleria di Senorbì avvenuto nel dicembre del 2013.

Nei centri di Sisini e Siurgus Donigala, all’alba di oggi, è scattata l’esecuzione di tre ordinanze di custodia cautelare in carcere, disposte dalla magistratura di Cagliari, a carico di Fabio Melis, di 20 anni, disoccupato, residente a Siurgus Donigala (Ca), Fabrizio Melis, di 23 anni, allevatore, residente a Siurgus Donigala (Ca) e Massimiliano Mascia, di 42 anni, disoccupato, residente a Sisini (Ca).

Il provvedimento scaturisce da complesse indagini condotte dagli investigatori del Nucleo operativo dei carabinieri della compagnia di Dolianova, in collaborazione con la i colleghi della Stazione di Senorbì, in seguito alla tentata rapina patita dalla gioielleria “adoro” del paese, avvenuto il 10 dicembre 2013.

Il fatto aveva visto uno dei protagonisti farsi aprire, con un espediente, la porta della gioielleria per consentire l’irruzione dei suoi due complici, travisati ed armati di fucile e pistola, che avevano tentato di farsi consegnare dei gioielli con la minaccia delle armi.

La reazione dei titolari – fratello e sorella – che ha fatto loro guadagnare tempo, aveva causato la fuga dei due rapinatori travisati, mentre quello che si era fatto aprire la porta – fingendosi cliente – continuava a simulare la sua estraneità ai fatti. In seguito, la testimonianza di questo presunto cliente non aveva convinto i militari, i quali hanno poi avviato una serie di complessi accertamenti e riscontri che, a distanza di oltre un anno dal tentata rapina, hanno consentito al Pubblico Ministero – pienamente concorde sui gravi indizi - di richiedere i provvedimenti restrittivi.

Nel corso dell’operazione sono state perquisite le abitazioni degli arrestati, raccogliendo ulteriore materiale probatorio, tra cui 29 cartucce per pistola cal. 7,65, efficienti, per cui si procede anche per l’ulteriore reato di detenzione abusiva di munizioni.

Gli arrestati, espletati gli accertamenti di legge in caserma, sono stati accompagnati e rinchiusi nel carcere di Uta dove rimarranno a disposizione del Pm Maria Boi.

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